Questo è lo scopo con il quale il Comune di Porto Venere e la Caritas della Spezia hanno sottoscritto una convenzione per la gestione dei cassonetti per la raccolta degli indumenti e degli accessori usati che rientra nell'ambito dell'accordo del marzo scorso tra Anci e Conau (Consorzio nazionale abiti e accessori usati).
La raccolta differenziata della frazione tessile in Italia ammonta a circa 2 chilogrammi procapite, quindi al di sotto della media di altri Paesi; il potenziale di sviluppo di tale raccolta nel breve periodo può essere quantificato in 4-5 chilogrammi pro capite all'anno. Da questa consapevolezza sono partiti gli uffici del Comune e i vertici della Caritas che hanno steso e sottoscritto l'intesa che regolamenta la presenza, la pulizia e lo svuotamento dei quattro contenitori (uno ogni mille abitanti) che sono stati collocati sul territorio comunale. Un protocollo della durata di due anni, che mira all'obiettivo di apportare vantaggi reciproci tra i due enti sottoscrittori in termini ambientali, economici e sociali.
Per l'Amministrazione Comunale, infatti, l'iniziativa è assolutamente meritevole in quanto Caritas attraverso tale raccolta è in grado di garantire il recupero di mezzi per all'assistenza di persone bisognose e per autofinanziare le sue attività di volontariato. Inoltre, in linea con il progetto "Porto Venere 2020 Rifiuti Zero", e in considerazione del fatto che gli indumenti usati sono da considerarsi a tutti gli effetti 'rifiuti' (secondo la legge per rifiuto è da intendersi qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l'intenzione o abbia l'obbligo di disfarsi), con l'aumento della raccolta di abiti e accessori usati da parte della Caritas, si andrebbe ad alleggerire il costo del conferimento in discarica dei rifiuti, sia per le casse del Comune che per le tasche dei cittadini.