Nel collegato alla legge di stabilità della Regione Liguria per l'anno 2018 si è parlato anche di due ambiti territoriali strategici dislocati nella provincia spezzina: l'isola Palmaria a Portovenere e il waterfront della Spezia.
Nelle scorse settimane si è molto discusso dei protocolli d'intesa, ancora mostri ignoti e inaccessibili per i cittadini, attraverso i quali, sia il Comune di Portovenere che la Regione Liguria, vorrebbero dar vita a progetti di valorizzazione della Palmaria.
Ed è proprio questa parola "valorizzazione" che, unita alle esperienze del passato, seppur in altri territori, vedi il piano Botta a Sarzana, le dichiarazioni di Toti su una nuova Capri ligure e il sopralluogo del facoltoso imprenditore Denegri, ha destato non poche preoccupazioni.
Valorizzare, purtroppo, almeno nell'ultimo decennio ha significato, soprattutto, cementificare, privare un luogo della sua vera identità e stravolgere ambiente e paesaggio.
Questo non dovrebbe mai accadere, e a maggior ragione non dobbiamo permettere che avvenga in un territorio che ha ospitato, dalla fine degli anni 60 ai primi anni 2000, ciò che è stato un vero e proprio simbolo di degrado urbano e di sfregio al paesaggio: lo scheletrone.
L'isola Palmaria è un patrimonio storico e naturale di tutta la comunità e come tale deve essere preservato partendo da due principi cardine: trasparenza e partecipazione.
La prima deve accendere un riflettore, chiaro e costante, sui documenti e sui progetti durante tutto il percorso; l'altra avrebbe il dovere di coinvolgere e ascoltare le istanze delle associazioni, dei comitati e dei singoli cittadini nelle scelte e negli obiettivi da perseguire.
Partendo proprio dalle recenti e negative esperienze urbanistiche che hanno lacerato l'opinione pubblica cittadina rileviamo, anche alla Spezia, la stessa forte esigenza di trasparenza e partecipazione, anche come strumenti per risolvere i conflitti e compiere scelte condivise.
E in particolare ci riferiamo ai progetti sul waterfront, il fronte a mare del nostro capoluogo, che deve coniugare esigenze urbanistiche di sviluppo, di mitigazione dei tanti disagi che alcuni quartieri adiacenti al porto soffrono e di armonizzazione della città con il suo mare.
Elemento, questo, rimasto per troppo tempo estraneo.
Per queste ragioni abbiamo cercato di intervenire, in Consiglio Regionale, con delle proposte emendative importanti e che potessero incidere sulla trasparenza amministrativa e progettuale e sulla partecipazione nei percorsi previsti dai protocolli di intesa.
Il nostro emendamento sulla partecipazione e l'apertura al dibattito pubblico sui grandi progetti territoriali della nostra Regione è stato purtroppo respinto.
Nulla di nuovo sotto il sole rispetto alla passata amministrazione targata PD, dunque.
L'emendamento sulla trasparenza, invece, siamo riusciti a farlo approvare all'unanimità ed è diventato legge.
Entro breve, quindi, quei mostri ignoti e inaccessibili che sono ancora questi protocolli d'intesa verranno resi accessibili e chiari.
Tutta la documentazione prodotta, i progetti e gli atti elaborati saranno consultabili sul sito web della Regione Liguria nella sezione Urbanistica.
Un risultato importante, il nostro, perché i percorsi inclusivi non possono che partire dalla trasparenza e dalla disponibilità di tutta la documentazione.
Da qui si potrà partire per analizzare scelte e obiettivi e proporre soluzioni alternative o osteggiare ciò che potrebbe compromettere il territorio e i suoi equilibri urbanistici e ambientali.
Consegnare le chiavi amministrative ai cittadini per renderli protagonisti della vita politica è, da sempre, una nostra priorità per far crescere, in meglio, il Paese.
Francesco Battistini