"La replica di Acam al nostro comunicato sulle ragioni del no all'aggregazione di Acam a una grande multiutility (IREN) denota innanzitutto la mentalità con cui gli autori dell’operazione di aggregazione (Dirigenza dell’ACAM, Sindaci) gestiscono i rapporti con i cittadini.
L’acqua e i servizi di pubblica utilità in genere, dopo lunghi anni in cui sono stati strumenti per il consenso elettorale (attraverso il collocamento lavorativo clientelare) e salvadanai da svuotare per ripianare i propri debiti, assurgono oggi a materia per specialisti ed esperti di economia aziendale. Sicché nei rarissimi comunicati alla cittadinanza, per lo più prodotti come replica alle critiche, come in questo caso, abbondano termini del tutto oscuri per il 99% della popolazione (parametro WACC, patto parasociale, concambio Valore ACAM e Valore IREN, ...), facendo da questi discendere, magicamente, i presunti vantaggi per la comunità locale.
Nel nostro comunicato del 6 dicembre e in numerose occasioni precedenti abbiamo esposto le nostre critiche e perplessità nel merito (tutte non chiarite dalle risposte “tecnicistiche”).
Qui vogliamo rimarcare soprattutto una questione di metodo: se rovesciare sul cittadino argomenti iperspecialistici per convincerlo di una certa scelta è in qualche modo scusabile da parte della tecnostruttura ACAM, non lo è per niente da parte dei Sindaci, i quali dovrebbero essere i garanti di una adeguata informazione per i propri amministrati su una materia che riguarda tutti in modo vitale, come l’acqua. Invece, sembra che da parte dei Sindaci la questione ACAM sia trattata come pratica noiosa e oscura, mentre ai cittadini perplessi si risponde che “non c’è alternativa”, “bere o affogare”, ”i numeri parlano chiaro” (...ma mi faccia il piacere...!!).
I Sindaci preferiscono fidarsi (per convenienza, per incapacità) e siccome sono stati eletti dalla maggioranza dei cittadini (votanti), deve fidarsi tutta la comunità. Si fidano al punto da non sentire il bisogno di esprimersi, magari in termini più comprensibili, e delegano i rapporti col pubblico alla tecnostruttura. Si fidano al punto da lasciar mettere in atto il solito ricatto lavorativo per giustificare l’aggregazione (pare che in Acam sia uscito un comunicato secondo il quale non sarebbero garantite le tredicesime ai lavoratori). Si fidano al punto di avere intenzione di presentare la “pratica” ai consigli comunali entro pochi giorni senza aver ancora diffuso necessaria documentazione. Chiederanno di fidarsi anche ai consiglieri comunali?
Nel Comune della Spezia il Comitato ABC ha raccolto da mesi le firme per avviare una procedura per un referendum consultivo sull'aggregazione Acm-Iren. Il suo iter è rallentato (ad arte?) dagli uffici competenti: si vuole in tal modo chiudere definitivamente ogni spazio alla discussione su un argomento che modificherà in modo irreversibile il destino di un servizio pubblico essenziale come l’acqua per noi e per le generazioni future?
Si scrive acqua, si legge democrazia!"
COMITATO ACQUA BENE COMUNE LA SPEZIA