“Il sistema pensionistico è uno dei punti su cui si valuta la civiltà di un Paese”: si legge sulla nota di presentazione dell’editore Ediesse al libro 'Pensioni: la riduzione del danno', non stupisce, dunque, l’attenzione che l’argomento sistema previdenziale genera. Questa sera, alle ore 21.00 al Centro Allende, si svolgerà un incontro con Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera e autore del libro insieme a Marialuisa Gnecchi.
Nel libro, Damiano e Gnecchi ripercorrono innanzitutto la storia delle riforme del sistema pensionistico nella seconda Repubblica, dal 1992 al 2011: “Disegnando uno scenario più articolato che comprende il complesso rapporto tra il legislatore e parti sostanziose della tecnostruttura dello Stato, come l’Inps e la Ragioneria Generale dello Stato, nonché il peso che queste hanno nella determinazione e nell’attuazione delle decisioni politiche”, si legge sempre nella nota dell’Editore.
Ad introdurre l’incontro Filippo Paganini, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Liguria.
Un tema molto articolato, quello del sistema pensionistico italiano, che l’ex ministro del Lavoro e la Capogruppo PD della Commissione Lavoro della Camera trattano nel loro volume mettendo al centro il tema della flessibilità in uscita dal mondo del lavoro verso la pensione: “Considerata come il principale strumento per correggere le storture derivanti da interventi quali la manovra Monti-Fornero del 2011”.
Anche durante l’incontro di questa sera, Damiano ripercorrerà la battaglia politica condotta, da un lato, per varare successivi provvedimenti di salvaguardia a favore dei lavoratori esodati e, dall’altro, per introdurre elementi di flessibilità nel nostro sistema previdenziale: “Attraverso tappe come la proposta di legge 857, presentata nel 2013, e la raccolta di oltre cinquantamila firme in una petizione a sostegno della stessa. Il tutto si inserisce in un disegno politico più ampio che, mentre vede con favore la riapertura di tavoli di confronto fra Governo e sindacati, si propone di dotare il Partito Democratico di una vera e propria Agenda sociale”.