E’ trascorso poco più di un anno da quando la Comunità Marinara delle Cinqueterre organizzò un sopralluogo via mare che toccò tutti i nostri borghi e al quale parteciparono l’assessore regionale Giacomo Giampedrone, il consigliere regionale Andrea Costa, i vertici del parco Nazionale 5 Terre ed i sindaci delle Cinque Terre, nell’occasione la CM5T consegnò a ciascuno dei partecipanti apposito report contenente tutte le criticità riscontrabili sia a terra che in mare che da anni affliggono il nostro territorio e che sono ben note a noi residenti.
Ebbene, ad oggi cosa è stato effettivamente fatto relativamente ad ogni singolo punto segnalato nel report? La situazione generale, seppur solo a livello di percezione è migliorata?
Le risposte, per noi tangibili, sono purtroppo estremamente negative, la realtà è sotto gli occhi di tutti, poco o niente di concreto è stato fatto, la sensazione di degrado, di decadimento ambientale, di perdita di conoscenza e di coscienza storica che affligge i nostri borghi ed il nostro mare sta divenendo da percepita a concreta. Proviamo seppur brevemente a riepilogare i vari punti che il report conteneva iniziando dalle situazioni critiche riscontrabili a terra e comunque nelle immediate vicinanze del mare:
• per alcuni sentieri posti a livello del mare ancora nulla è stato realizzato; il Manarola Corniglia (sentiero Azzurro) è ormai chiuso da 4 anni e il grosso svuotamento prodotto dall’erosione che si trova dietro il muraglione sul quale si sviluppa il sentiero stesso sta di giorno in giorno aumentando, analogo discorso è riscontrabile nella via dell’Amore che risulta chiusa da ormai circa 7 anni. Per entrambi i percorsi, importantissimi per i paesi di Riomaggiore e Manarola (in quanto vie di sfogo per parte dei grandi flussi turistici), sono in corso studi, progetti e affannose ricerche di risorse economiche che impegnano allo stremo le amministrazioni comunali interessate, amministrazioni che oltreché inadeguate dal punto di vista del personale (carenze di organico) appaiono soggiogate da una pachidermica macchina burocratica. Alcuni sentieri posti più in alto, a seguito dell'eccessivo sfruttamento e a causa degli scarsi interventi manutentivi sono stati chiusi (sentiero della Beccara) e comunque risultano in pessime condizioni manutentive;
• analoga situazione di estremo degrado, si deve registrare per l’ex villaggio Europa che è ancora lì da oltre 20 anni, con tutte le sue enormi problematiche sia ambientali (presenza di amianto) che di decoro. Anche in questo caso le amministrazioni pubbliche coinvolte, pur prodigandosi in modo meritevole, non riescono di fatto ad oggi a smuovere sostanzialmente la situazione, a testimonianza del sottostante grande spiaggione rimangono solo vecchie fotografie in bianco e nero.........;
• i manufatti marini dighe, moli ecc., esistono o per meglio dire resistono ma in condizioni di degrado ancora più marcato ed evidente. Per fortuna in questo critico contesto spicca seppur in ritardo sui tempi previsti il recente rifacimento del molo alla Marina di Corniglia, anche se al momento sull’area insistono ancora alcuni resti delle lavorazioni, nel complesso a nostro avviso il tutto dovrebbe essere meglio rifinito;
• per un eventuale recupero delle spiagge di Corniglia e Guvano non risulta che nulla di nuovo si prospetti all’orizzonte. Al contrario il naturale processo di erosione continua in modo puntuale a produrre i suoi effetti e ormai dei due grandi e bellissimi arenili esistenti sino a qualche decennio fa rimangono solo ristretti lembi di spiaggia anch’essi destinati a scomparire;
• per quanto attiene punta Corone a Monterosso, ci pare che la situazione ancorché in grave ritardo sui tempi, stia seppur lentamente forse troppo lentamente avviandosi ad una soluzione nel verso auspicato dal comitato e per cui si era proceduto ad una petizione popolare. Speriamo che nell’estate del 2018 i Monterossini possano tornare a godere di una porzione di territorio e di mare a loro tanto cara.
In generale i nostri paesi appaiono anno dopo anno come immensi e “innaturali bazar”, dove si trova di tutto, dove l’aria stessa è ammorbata da mille odori che non ci appartengono e che coprono quel naturale e caratteristico salmastro di cui i nostri borghi godevano. Poco incisivi e vani appaiono gli interventi comunali in materia di raccolta rifiuti derivanti dai grandi flussi turistici, vane appaiono le svariate ordinanze e i numerosi divieti, tendenti al ripristino o al recupero di un minimo stato di decoro, insomma ai nostri paesi strapieni di “mondo in movimento” durante giorno, non è applicabile il principio di Pascal sulla comprimibilità dei fluidi...... A tale schiamazzante vita giornaliera, fa da contraltare la tranquillità serale, tranquillità non tanto dovuta al ripristinarsi delle normali e tradizionali attività paesane ma essenzialmente e principalmente derivante dallo svuotamento dei paesi da parte della gran parte degli originari residenti.
Per quanto concerne l’ambiente marino, con particolare attenzione all'Area Marina Protetta delle 5 Terre, è evidente a tutti che:
• le numerose regole introdotte dal nuovo regolamento (anno 2015) alcune delle quali francamente incomprensibili, vengono di fatto osservate dalla quasi totalità dei residenti (pochi) e infrante o disattese da quasi tutti gli altri (molti) fruitori dello specchio acqueo. In tal modo le regole introdotte, risultano odiose, vessatorie e oppressive per i nativi. Le reiterate motivate e giuste richieste di apportare modifiche al regolamento AMP, ad oggi non hanno trovato soddisfazione e chissà se mai la troveranno;
• i controlli (conseguenti l’introduzione delle nuove regole) che potrebbero fungere da deterrenti sono minimi e affidati allo scarso personale dell’AMP che risulta sprovvisto degli strumenti legislativi necessari più elementari;
• i campi boe/gavitelli di ormeggio, seppur aumentati di numero appaiono ancora insufficienti e visti i numerosi ormeggi che si registrano in altre zone anche dove dovrebbero essere vietati forse andrebbero rivisti tenendo anche di conto di ciò che è stabilito dalle generali normative sulla navigazione da diporto a carattere nazionale;
• La Capitaneria di Porto della Spezia e le sue delegazioni sembrano non sufficienti a tenere sotto controllo la situazione, supponiamo per conseguenza di mancanza di personale e di fondi;
• La flora e la fauna sottomarina ad eccezione forse delle due zone a tutela integrale denominate “A” (di cui vorremmo conoscere gli effettivi carichi ittici) risultano per molteplici cause sempre più povere di vita. Sono state avanzate proposte per fermi pesca a specie ittiche mirate, orari di calata e salpata delle reti professionali come avviene in alcune altre A.M.P. italiane per limitare i danni derivanti dalla pesca professionale intensiva, sono state avanzate proposte finalizzate alla messa in opera di strutture artificiali per il ripopolamento ittico, ma le lungaggini della amministrazione statale frenano il tutto, questo ci è stato riferito nelle numerose e infruttuose riunioni tenutesi con i vertici AMP;
• la qualità delle acque marine è un fattore molto importante per la nostra associazione, infatti questa qualità che dovrebbe essere la norma generale, diviene prerogativa essenziale e di primaria importanza per i nostri paesi perché gli stessi sono inseriti in un sito UNESCO e all’interno di un’Area Marina Protetta. Ancora ultimamente si sono verificate chiusure seppur temporanee di spiagge, esistono alcune zone con divieto di balneazione persistente da anni, esistono altre zone ove chi frequenta giornalmente come noi il mare si tiene prudentemente alla larga. Tutto ciò deve finire, la pazienza e la tolleranza hanno un limite, conosciamo benissimo le leggi in materia di depurazione e smaltimento dei liquami fognari, non sta a noi scegliere il sistema migliore per il trattamento dei liquami questo lo lasciamo ai tecnici, ma pretendiamo in modo fermo e deciso che ci venga sempre garantita una qualità più che ottimale delle acque che non può solo limitarsi ai soli dati analitici, pretendiamo che quanto da noi pagato in bolletta (vedasi voce depurazione) trovi reale riscontro nei fatti. L’ACAM a cui è affidata dietro lauto pagamento la gestione degli impianti, ha il dovere di garantire tutto ciò. I comuni a cui spetta l’obbligo della vigilanza, degli interventi e del buon funzionamento delle reti fognarie, devono garantire che questo generico obbligo divenga primario visto il contesto naturale e il conseguente messaggio turistico promozionale mondiale che ne deriva. Siamo certi che alle nostre amministrazioni comunali stia molto a cuore la qualità delle acque, ma fortemente chiediamo comunque loro di innalzare il livello di controllo, di non avere il benché minimo timore a denunciare pubblicamente inadempienze, ritardi o omissioni contrattuali, commessi sia da Azienda/e titolari del servizio di gestione che da privati cittadini;
• se la situazione al di sotto del mare non ci pare godere di buona salute......, al di sopra le cose vanno se possibile ancora peggio. Si registra ormai da tempo un quotidiano e eccessivo traffico di superficie costituito principalmente da battelli di linea, da natanti in locazione (sia con che senza conducente), da natanti privati anche di dimensioni al limite di quelle consentite, questo eccessivo e irrefrenabile traffico, mal si addice a una AMP. Esistono al riguardo normative nazionali e norme specifiche contenute all’interno del regolamento AMP, ma molto spesso queste norme e regole sono disattese e non sufficientemente supportate dagli indispensabili controlli.
Questo grosso modo è il quadro della situazione a un anno dalla presentazione del nostro report, sicuramente a fine anno le molte aziende in primis Trenitalia (FS), Battellieri, ATC, che tanto dal nostro territorio hanno guadagnato e tanto continuano a guadagnare si strofineranno ancora una volta le mani per gli enormi ritorni economici, sicuramente il Parco decanterà l’aumento del numero di turisti e di conseguenza l’aumento delle card vendute, sicuramente altri attori economici minori avranno motivo di felicità, saranno tutti contenti, tutti tranne il territorio. È quanto mai auspicabile invertire immediatamente la rotta, che non significa affatto chiudersi, numero chiuso o quant’altro del genere, ma vuole significare solo programmazione e gestione mirata e oculata del territorio a protezione delle sue non infinite e fragili ricchezze, siamo sicuri che solo una effettiva realizzazione di quanto sopra riportato renderà veramente felici tutti, territorio, mare, residenti, turisti, Parco Nazionale, aziende e micro aziende.
Ancora una volta ribadiamo convintamente che tutti i grandi attori economici che tanto hanno guadagnato dal nostro territorio, debbano destinare somme finalizzate alla realizzazione di opere pubbliche e alla salvaguardia del territorio, al di là dei soli rifacimenti di stazioni ferroviarie o dei moli di attracco, questi interventi oltreché dovuti (per motivi di sicurezza ecc.) sono indispensabili ai fini dello svolgimento del loro lavoro quindi risultano determinanti solo ai fini dei loro guadagni. Salvaguardare il territorio e il mare, oltreché doveroso, significa mantenere inalterato nel tempo il vero volano economico delle Cinqueterre.
A questa Comunità Marinara non interessa chi sarà il futuro nuovo presidente del Parco, non interessa sapere da dove verrà, valuteremo tale profilo solo dai fatti concreti e dalla disponibilità palesemente dimostrata di saper interagire con il territorio e con tutte le sue componenti attraverso il confronto, il dialogo e la condivisione.
Non sappiamo come andrà a finire, ma certamente noi saremmo “ancora qui......” pronti a denunciare e ad esporre ciò che non va, fornendo la nostra collaborazione da buoni conoscitori dei nostri luoghi, nella speranza di potersi un giorno compiacere della effettiva attuazione di soluzioni lungimiranti e condivise.
Il presidente della Comunità Marinara delle CinqueTerre
Roberto Benvenuto
Questa lettera aperta è stata inviata anche al Ministero dell’Ambiente, al Presidente della Regione Liguria, ai sindaci dei tre comuni delle Cinque Terre, al Presidente del Parco Nazionale e al Direttore dell'Area Marina Protetta.