Partono i lavori di messa in sicurezza della colossale statua in cemento che, dalla roccia sovrastante il Circolo velico di Monterosso, domina e sorveglia il Golfo delle Cinque Terre. I proprietari della statua -la famiglia Marino di Verona che possiede la parte di villa e terrazza sovrastante il Gigante cui la statua è catastalmente annessa - ha comunicato al Comune di Monterosso e alla Sovraintendenza alle Belle Arti per la Liguria, al cui vincolo la statua sarà sottoposta, l’avvenuto incarico alla ditta Queirolo di Levanto per la messa in opera in tempi brevissimi di ponteggiatura e quanto altro necessario per mettere in sicurezza l'opera.
Si tratta dei primi lavori sul Gigante dopo oltre cinquant’anni. L’ultimo intervento conservativo sul manufatto in cemento e ferro realizzato nella roccia a picco sul mare dall’artista Arrigo Minerbi nel 1910 risale a oltre cinquant’anni fa, alla metà degli anni sessanta, su iniziativa della proprietà di allora.
Nel prendere atto con soddisfazione della tempestività dell’intervento della proprietà, il Sindaco di Monterosso Emanuele Moggia e il Sovraintendente alle Belle Arti della Liguria Vincenzo Tinè - che ha seguito personalmente la pratica su richiesta della stessa proprietà ed ha già disposto gli incarichi operativi di sua competenza- si sono impegnati ad assicurare tempi molto rapidi per il rilascio delle necessarie autorizzazioni amministrative ai lavori e in questo senso hanno dato disposizione ai rispettivi uffici.
La ditta Queirolo, per parte sua, si è impegnata a iniziare l’installazione dei ponteggi il giorno stesso del rilascio dei permessi.
“Il Comune di Monterosso – ha assicurato in particolare Moggia - è pronto a fare con impegno e convinzione la sua parte affinchè senza ritardo e con buon risultato siano garantiti la sicurezza dell’area e di un monumento che è nella storia e nel cuore della comunità e di tutte le Cinque Terre. Voglio ringraziare la proprietà per la sensibilità e l'impegno a favore di un'opera che significa tanto per Monterosso fin dai tempi dell'infanzia di Eugenio Montale, al cui ricordo e alla cui produzione è anche per molti versi legata”.
Lo studio e il monitoraggio della statua per conto della proprietà sono iniziati nel 2015 con una prima perizia catastale sullo stato dei luoghi eseguita da uno studio tecnico della Spezia. Lo scorso luglio poi, un drone ha sorvolato per diverse ore la roccia del Gigante effettuando una ripresa dettagliata di ogni porzione. Le immagini acquisite, la cui lettura, selezione e montaggio si sono conclusi poco prima di Ferragosto, consentono oggi una conoscenza particolareggiata effettiva delle condizioni in cui versa attualmente l’opera monumentale in cemento e ferro realizzata alle Cinque Terre oltre un secolo fa su incarico della famiglia Pastine che volle scolpire il Dio del mare come pilastro a sostegno della loro villa liberty, andata poi distrutta come buona parte del corpo del Gigante monumentale, del tridente da lui impugnato in una mano, della conchiglia da lui sorretta con l’altra mano e con le spalle.
"Abbiamo fatto e stiamo facendo – ha sottolineato il proprietario Maurizio Marino nel dare notizia dell'avvio dei lavori - tutto quanto per noi possibile per garantire insieme statua e sicurezza della roccia su cui è collocata, per la migliore conservazione dell'opera. Va dato atto a Comune di Monterosso, Mibact e Sovraintendenza della Liguria per rapidità di intervento e collaborazione assicurata. Quest’estate, a differenza di quanto si è talvolta pubblicamente affermato nelle ultime settimane - ha precisato ancora il rappresentante della proprietà del Gigante - non vi sono stati distacchi particolari di porzioni di statua, mentre si sono registrate frane della roccia in parte demaniale su cui essa è realizzata, come purtroppo spesso accade in quella come in diverse altre pareti rocciose delle Cinque Terre. Lo sottolineiamo perchè, assieme alle istituzioni pubbliche, siamo molto interessati a una corretta informazione e sensibilizzazione sulle condizioni del Gigante la cui salute è strettamente e inevitabilmente legata alla possibilità di acquisire sinergie e fare squadra. Come proprietà auspichiamo pertanto che ai lavori di messa in sicurezza si accompagni un tavolo con tutte le istituzioni che vogliano contribuire alla realizzazione dell'intervento che potrà realisticamente essere attuato per assicurare al Gigante quella lunga a vita che tutti gli auguriamo”.