Grazie alla costanza del Maestro Renato Bucchioni, domenica 22 luglio, a Debeduse, in occasione dei festeggiamenti del patrono S. Pietro, alle ore 15.30, sarà ricordato l’alpino Gino Cecchi.
Una targa commemorativa sarà posta nel paese natale del giovane eroe.
La commemorazione è patrocinata dall’Amministrazione Comunale e dalla Sezione Provinciale e locale degli Alpini.
Cecchi Gino è nato il 31marzo 1922, da Oreste e Giulietta Cecchi. La famiglia era composta da cinque maschi e due femmine. Gino frequenta fino alla terza classe a Borseda e, nel capoluogo, le classi quarta e quinta.
La sua famiglia è dedita alla coltivazione di piccoli appezzamenti di terreno, peraltro scarsamente produttivi; all’allevamento di una mucca e di tre pecore; all’importante coltura del castagno da frutto e di quello ceduo.
Gino è un ragazzo robusto e si adatta a fare qualsiasi mestiere: fare legna, vangare orti, portare pietre per i muratori, fare giornate come bracciante…
Nel 1942 viene chiamato soldato di leva. E’ arruolato nel corpo degli Alpini, da lui molto ambito. Il suo motto da Alpino sarà “Dal dovere chiamato, alla Patria tutto donando". Dopo l’addestramento, farà parte del 1° regt-artiglieria Alpina e la destinazione è il fronte russo, la piatta steppa del Don.
Il vezzanese Giorgio Neri, Alpino geniere della “Tridentina” nel suo libro Il ricordo di un alpino, narra così la tragedia della Julia, della Tridentina, della Cuneense: Nel gennaio del 1943 le armate russe sferrarono una poderosa offensiva con mezzi corazzati e artiglieria pesante, aggirarono alle spalle le armate alpine che stremate dal freddo, senza mezzi adeguati, con perdite altissime riuscirono a sganciarsi dall’ accerchiamento e a formare sulla neve la nera fila degli sbandati. Oltre centomila furono i caduti sul fronte russo.
In quei giorni tragici avvenne il sacrificio di Gino Cecchi e forse anche dei suoi compaesani commilitoni: il Cap. Mag.Sengialli Mario, il Tenente Paita Luigi Emilio, Andreoni Celeste, Abulfachini Gino, Belli Giuseppe, Bianchi Ernesto, Caniffi Erminio, Fiorino Tullio, Fraboschi Guerrino, Paita Nello, Renovi Leopoldo, Pesalovo Giulio, Bucchioni Paolo e Pesalovo Gino dispersi in terra russa, dove il gelo era l’unica coltre. Li ricorda una lapide posta sulla facciata della chiesa di Borseda.
L’Assesore alla Cultura Stefano Franceschini afferma: "L’Amministrazione riconosce e apprezza il grande impegno di Renato Bucchioni perché il gesto porta con sè il rispetto che si deve ad ogni soldato caduto ma è anche inno al valore della pace e occasione di valorizzazione dei nostri piccoli borghi attraverso la memoria e le tradizioni".
Il Maestro Renato Bucchini confida: "Insieme ai compaesani di Debeduse e Borseda abbiamo voluto che la lapide fosse posta nel paese natale di Gino Cecchi perché essa possa essere momento di preghiera e anche di riflessione affinchè il sole della pace e della fratellanza risplenda sulle insensate sciagure umane.
Gli scrittori Mario Rigoni Stern e Giulio Bedeschi hanno fatto memoria del sacrificio di tanti uomini “dal cappello di feltro ornato dalla penna nera” attraverso le pagine dei loro libri, pagine che io leggevo spesso ai miei alunni.
Ho raccolto a Borseda e a Debeduse notizie di coloro che sono stati amici d’infanzia dell’alpino Gino o persone che l’hanno conosciuto o frequentato. Io stesso lo ricordo quando nelle sere d’autunno si gironzolava per i seccatoi a spillare il vino nuovo.
La commemorazione vuole essere impegno per la pace e la fratellanza tra i popoli".
Anna Cecchi confida: l"Lauspicio è che con il passare del tempo ciò serva a valorizzare e a propagandare nella zona il culto di S. Pietro e insieme ricordare e onorare chi ha versato il sangue per la Patria".
Una signora afferma: "Il ricordo di Gino Cecchi si fa sempre più debole come quello di tante altre vittime della guerra. E’ ormai ricordo delle narrazioni che i nostri avi hanno perpetrato negli anni ma bastano ancora per tenere in vita la memoria di quegli uomini. Ci fa piacere che il nostro Gino dopo 74 anni venga ricordato con una commemorazione semplice perchè è riportarlo simbolicamente tra la sua gente e nei luoghi che tanto gli erano cari".
Eufemia, coetanea di Gino e dirimpettaia ricorda: "Era un giovane allegro e spensierato".
Pierina Salesiani, contadina di Debeduse, ricorda: "Era un giovane molto forte e robusto, aiutava gli anziani a coltivare i campi e a spaccare la legna. Mi ricordo di Gino quando per la festa di S. Pietro si prestava a portare insieme ad altri uomini del paese il pesante trono con sopra la statua del Santo per le rampe del paesello".
Aldo Bucchioni, cugino, afferma: "Lo ricordo con tanto affetto e con tanta stima anche perché quel giovane ha dato la sua vita per la Patria. E non posso immaginare quali siano state le sue sofferenze".
Gabriella Saccomani afferma: "A Debeduse siamo orami rimasti in pochi ma continuare a vivere qui, tra queste case solitarie, tra il silenzio di queste colline, è scelta e atto d’amore.
E’ gioia la festa di S. Pietro, è fede e tradizione che ci fa sentire quanto la nostra comunità sia unita perché in questa occasione ci ritroviamo tutti, chi scende dai Casoni e da Rocchetta chi sale dalla città, da tutto il Comune e altri giungono da ancora più lontano".
Nell’occasione sarà presente anche Anna Cecchi membro di Italia Nostra che nell’occasione presenterà un interessante dossier che analizza tutte le emergenze storiche di Debeduse.
Programma di domenica 2 luglio Festa Patronale di S. Pietro:
ore 11.00- Esposizione di disegni di Vittorio Paita sul paese di Debeduse
Le bandiere di Francia, Belgio, Argentina unitamente al nostro Tricolore rinnovano la gratitudine di quanti sono stati accolti in quelle Nazioni.
ore 15.30: benedizione della targa in memoria dell’Alpino Gino Cecchi
ore 16.00: Santa Messa celebrata da don Alessandro Celotto
Processione all’interno del borgo
Seguirà momento conviviale