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Leonardo Paoletti, due anni di mandato e tanta strada ancora da fare In evidenza

di Doris Fresco- Nel maggio 2015 l’insediamento: un anniversario che il sindaco celebra con soddisfazione.

Salito al ruolo di primo cittadino nel maggio 2015, con soli 50 voti di distacco dal suo predecessore Caluri, Paoletti ha una lunga storia alle spalle in consiglio comunale, dove siede dal 1992: non c’è da stupirsi se il paragone con tutto ciò che è stato nel passato torna spesso nei suoi interventi pubblici o nelle risposte che fornisce alla minoranza. Ovviamente, il suo percorso lo caratterizza come un sindaco con le idee condizionate da uno sguardo al passato, proprio perché lui c’era. Sedeva in consiglio comunale quando Emanuele Fresco era sindaco e si andava verso la Ztl; sedeva in consiglio comunale quando si è consumata la caduta di Marco Caluri, svolta decisiva che ha consegnato Lerici alla sua amministrazione.
In questi due anni abbiamo spesso sentito il sindaco Paoletti iniziare i suoi ragionamenti con la frase “quelli di prima…”, per questo le nostre domande iniziano da qui, considerato che questi due anni da sindaco devono essere anche un bilancio di due anni di lontananza da quel ruolo che per più di 20 anni ha ricoperto.

Il fatto di aver, per lungo tempo, guardato e partecipato alla vita amministrativa di Lerici dai banchi dell’opposizione, le permette un paragone anche nel modo di sedere nei banchi della minoranza. Che opinione ha su questo?

“È vero, credo che un paragone sia necessario, perché fare opposizione è un lavoro faticoso e so di poter esprimere giudizi con cognizione di causa: purtroppo noto un certo immobilismo, ad oggi, tra chi dovrebbe muoverci obiezioni. I miei anni seduto al posto loro sono stati caratterizzati da mozioni presentate su ogni argomento, da dibattiti accesi, ma sempre arricchiti dal nostro lavoro. Da parte loro, in questi due anni, abbiamo ricevuto poco, e questo mi dispiace”.

Come risponde dunque alle critiche che, in questi due anni, le sono spesso arrivate e che la descrivono come un sindaco poco presente nei confronti della cittadinanza?

“Le respingo categoricamente, perché non trovo che vi siano fondamenti di verità. Credo invece di aver fatto sempre, in questi due anni, del mio meglio per ascoltare tutti, per mantenere le promesse fatte in campagna elettorale e per fare il bene dei miei concittadini”.

Ripartiamo dall’inizio di questo percorso amministrativo, la campagna elettorale: avevate presentato un programma non corposo come altri e meno ambizioso di altri. L’esito elettorale vi aveva dato ragione: avete continuato a lavorare con questo stile?

“Sì indubbiamente. Due anni fa ci siamo presi degli impegni concreti, individuando delle emergenze da risolvere il più velocemente possibile, come il sistema fognario o la raccolta differenziata. Molti risultati stanno già arrivando, per altri servirà ancora del tempo, ma stiamo lavorando senza sosta per rispettare ogni impegno preso”.

Un’altra critica che le viene mossa è che in effetti non si sia fatto molto: dati alla mano, anche considerato il bilancio consuntivo presentato durante lo scorso consiglio comunale, sembra davvero che questi due anni siano stati di analisi e studio. Cosa ne pensa?

“Credo per ogni critica e per ogni accusa, il punto di partenza sia la situazione che abbiamo trovato due anni fa. Risponde a verità che Lerici oggi non è ancora al massimo e che dobbiamo ancora fare molto, ma dobbiamo sempre tenere presente quello che era il paese prima: a maggio 2015 la spazzatura era decoro urbano; il sistema fognario inadeguato e la situazione spiagge imbarazzante, il mondo del commercio allo sbando. Ovviamente ci vorrà del tempo per restituire alla cittadinanza il paese che noi abbiamo in mente”.

Secondo molti però non è chiaro il progetto generale e nemmeno dopo due anni è possibile capire che intenzioni avete verso i grandi temi che compongono una visione d’insieme. Vuole rispondere?

“Penso sia esattamente il contrario. Noi abbiamo una visione chiara e concreta di dove vogliamo andare e queste critiche le trovo strumentali. Sappiamo che per la Lerici che abbiamo in mente noi serve tempo: per la pedonalizzazione, ad esempio, servono prima le infrastrutture; per risolvere il problema fognario serve concludere accordi, molti dei quali già a buon punto. Su altri temi abbiamo potuto dare risposte più immediate, come la nostra volontà di restituire il castello alla cittadinanza creando una visione definita e inserendolo nel panorama culturale di alto livello”.

Entriamo nel merito delle questioni più importanti di questi due anni: Lerici Mare e sistema fognario. Che passi avanti sono stati fatti per risolvere un problema tanto annoso per Lerici come l’allacciamento al sistema di alcune zone?

“Sicuramente un primo obiettivo raggiunto è stato l’ormai noto invito all’autodenuncia, che ci ha permesso di avere chiaro il panorama generale e invitare la cittadinanza ad un percorso condiviso. Per quanto riguarda Muggiano, siamo già a buon punto nel progetto di accordarci con Fincantieri per permettere alle abitazioni della frazione di usufruire del loro impianto di purificazione: un accordo storico, con un progetto che verrà messo a bilancio da A.T.O”.

Veniamo alla questione più annosa, protagonista perenne nel dibattito pubblico: la questione spiagge. Già dai banchi della minoranza ha sempre espresso forte critica nei confronti della Lerici Mare, tanto che durante la campagna elettorale ne ha fatto il cavallo di battaglia. Le cose in questi due anni sono molto cambiate: la società è stata sciolta e avete predisposto un bando. È successo però che, dall’altra parte, non siano stati ad osservare passivamente e tra ricorsi al Tar e mozioni in regione la strada non è stata affatto lineare. Come ha vissuto questa situazione?

“Innanzitutto voglio esprimere il mio orgoglio per aver messo fine ad una situazione che ho sempre definito illegale e di una gravità assoluta. Non ero solo nella battaglia in consiglio comunale nel criticare la Lerici Mare e mi ha stupito non vedere intorno a me le stesse persone quando finalmente siamo giunti allo scioglimento della società. Quella situazione era illegittima, un bruttissimo esempio di gestione di un bene pubblico. Il sistema delle concessioni demaniali così non andava bene ed è stato nostro obiettivo fin dall’inizio affrontare questo problema. Sapevamo che avremmo dovuto affrontare una strenua resistenza, come sempre quando vai a toccare gli interessi di chi ha sempre potuto avvantaggiare sé stesso, ma a questo punto, con sentenze a nostro favore e i limite di legge stabiliti, credo sia ora di andare avanti! Abbiamo dimostrato tenacia e determinazione, per restituire a Lerici il controllo di un bene così prezioso e allineandoci agli altri comuni liguri simili a noi. Ricorsi o altro non ci spaventano”.

Tutto sommato, quindi, un bilancio positivo. Sta già pensando ad un secondo mandato?

“Si certo, anche perché, come ripeto, molte delle nostre iniziative riguardano il lungo termine. Come dicevo abbiamo un’idea chiara di Lerici e sappiamo di poter fare grandi cose: restituire alla cittadinanza un paese più bello, con le piazze Cesare Battisti e Brusacà riqualificate; la galleria di via Cavour aperta, la ferita della Marinella risanata. Per noi due anni fa è stato il punto di partenza, l’anno zero. Ci vogliano piani realistici e seri, che hanno bisogno dei giusti tempi di realizzazione”.

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