I temi principali hanno riguardato la situazione delle demolizioni navali in Arsenale Militare e il futuro dell'area del Campo in Ferro nell'area adiacente Marola.
Per quanto riguarda le prime, l'Ammiraglio ha dichiarato che la prima delle due unità attualmente oggetto di smantellamento, Nave Carabiniere, è ormai stata svuotata dai materiali interni, compresi quelli a rischio come le parti contenenti amianto ma non solo, e da domani (mercoledì 15 marzo ndr.) si provvederà con l'inizio dei tagli.
L'unità, prima di una serie che deve essere smantellata, ha ricevuto le "cure" della stessa azienda specializzata che a Genova ha seguito lo smantellamento della tristemente famosa Concordia.
Le promesse, riguardanti un protocollo preciso e trasparente nei lavori, sembra siano state rispettate in toto, garantendo la qualità nei lavori e l'attenzione massima alle norme ambientali più avanzate in Europa.
Anche la trasparenza e la partecipazione, temi che preoccupavano e non poco molti esponenti della politica spezzina hanno, a quanto sembra, trovato molto spazio e quindi risposto in pieno alle promesse fatte in continuità con il lavoro svolto alla Spezia dal precedente Comandante l'Ammiraglio Roberto Camerini.
Proprio per questo motivo, il neo Comandante Marittimo Nord, ha trovato favorevoli auspici in Commissione, rendendo noto il proseguio dei lavori su Nave Carabiniere ed ha annunciato che anche l'altra unità navale, Nave Alpino, seguirà lo stesso percorso di smantellamento entro la fine di quest'anno.
Per ciò che riguarda la possibilità di ottenere dalla Marina Militare ulteriori navigli destinati allo smantellamento, l'Ammiraglio Giorgio Lazio ha dichiarato che ciò sarebbe senz'altro auspicabile ma che queste questioni vengono decise a livello centrale. Certamente, prosegue Lazio, l'esperianza positiva registrata qui alla Spezia e la conseguente crescita professionale delle maestranze impiegate, sono un patrimonio di conoscenza da non disperdere.
Per ciò che riguarda la annosa vicenda del Campo in Ferro, le dettagliate spiegazioni fornite dall'Ammiraglio Lazio sembra abbiano rassicurato i membri della commissione che hanno posto molte domande all'intervenuto, soprattutto riguardanti le modalità di bonifica tramite fitorigenerazione dell'area.
All'inizio, subito dopo le analisi in corso che serviranno a valutare le condizioni attuali di inquinamento dell'area, anche dal punto di vista radiologico (analisi sono già state effettuate anni fa ma si preferisce dare ulteriori garanzie a chi dovrà operare nell'area per effettuare la bonifica), e a verificare il punto zero da cui partire per osservare l'efficacia delle azioni di bonifica, si provvederà a sottoporre un'area che misura circa un ottavo dell'intera superficie a fitorigenerazione, una procedura che utilizza determinati tipi di piante (una delle quali sembra essere la canapa) per assorbire inquinanti dal terreno.
Una volta verificato che le piante nel loro ciclo vitale assorbano gli inquinanti (specialmente idrocarburi), si provvederà ad estendere a tutta l'area del Campo in Ferro e a disporre successivamente le stesse piante a procedimento di incenerimento e smaltimento.
Certamente la procedura potrà risolvere i problemi legati solo a certi tipi di inquinanti, per quanto riguarda il vero e proprio ferro e cioè il deposito di residui ferrosi nell'area, si provvederà successivamente alla prima bonifica allo scavo ed al trattamento.
Uno dei temi affrontati è stato quello relativo ai costi della bonifica, si parla infatti di un totale che sfiorerebbe i 20 milioni di euro per la bonifica totale, compresa la parte a mare dei fondali antistanti l'area in oggetto.
Una cifra importante, "che dovrà necessariamente essere messa a disposizione da chi quell'area ha inquinato nel corso di decenni", come sottolineato dalla consigliera M5S Marcella Ariodante e come preso atto da parte di Marina Militare.
Si tratta solo di aspettare e di vedere come procederà il test iniziale di bonifica. Il tutto sperando che un giorno non troppo lontano l'area del Campo in Ferro, così come molte altre nel golfo spezzino, sia in grado di tornare alla città in totale sicurezza.
(Nella foto di copertina l'area interessata dal primo test di bonifca tramite fitorigenerazione al campo in ferro)