La differenza la dovrebbe fare chi i regolamenti li fa e chi li fa rispettare. Vuoi per mancanza di dialogo tra le diverse parti, vuoi per un sistema di fatto farraginoso, la rete sembra oramai troppo imbrigliata per potersi sciogliere così facilmente; e anche quando i servizi ci sono, spesso a mancare è l'informazione.
Per fare chiarezza sulla richiesta avanzata da parte della Lega Consumatori (leggi qui) in merito al tema dell'acqua, abbiamo ascoltato tutte le parti chiamate in causa partendo da Acam (qui) e concludendo, in questo capitolo, con Marco Casarino, direttore dell'Ato idrico spezzino.
Come risponde Ato alle difficoltà di alcuni cittadini nel pagare il servizio idrico?
"Oggi il meccanismo finanziario del sistema idrico funziona seguendo uno schema collettivo di riequilibrio interno: di fatto chi può pagare, paga qualcosa in più per chi è in difficoltà per poter beneficiare di un minimo indispensabile alla sopravvivenza.
Negli ultimi anni, l'organizzazione e l'erogazione dei servizi hanno avuto una modifica significativa. Fino al 2011, la definizione delle tariffe delle modalità del servizio venivano delegate e decise annualmente esclusivamente a livello locale. Ricordiamo che il gestore prevalente sul territorio spezzino è Acam. Dal 2012 il regime tariffario e le modalità organizzative si sono profondamente modificate con l'emanazione – da parte dell'autorità nazionale – di schemi regolatori a cadenza biennale con i seguenti obiettivi: avere un sistema omogeno su tutto il territorio nazionale; garantire che su tutto il territorio nazionale e sulle singole realtà venissero realizzate da parte i gestori gli investimenti necessari per il servizio; far sì che le aziende avessero risorse sufficienti per gestire il servizio al meglio. In questa logica, gli Ato definiscono la tariffa e l'autorità nazionale ne verifica la correttezza. Appare evidente che più investimenti si fanno più si remunera l'azienda e più alti saranno i prezzi, con meno convenienza per i cittadini; al contrario, con minori investimenti si pagherà di meno, ma nel tempo magari il servizio rischierebbe di declinare. Dopo 4 anni dall'introduzione del primo periodo regolatorio l'autorità - anche in forza di normative nel frattempo approvate dal parlamento - ha cercato di affinare questi tre principi per rendere il servizio sempre più completo ed efficace (per es. è stata rivista la carta dei servizi con l'obbligo da quest'anno per tutti i gestori di avere due letture all'anno con conseguente sanzione). Seguendo tale schema, verrà attivato un servizio per garantire un minimo vitale di acqua al cittadino in difficoltà: il bonus acqua".
La Lega Consumatori denuncia l'esistenza di un fondo sociale di € 381.000 accantonato da Acam che rischia di esser disperso e forse inglobato nei bonus acqua. È così?
"Negli anni precedenti al nuovo regime tariffario, le amministrazioni locali avevano stabilito un meccanismo di solidarietà a livello locale: l'1% degli introiti commerciali di Acam dovevano esser collocati in un fondo e riutilizzati per situazioni di emergenza seguendo una regolamentazione definita ad hoc. Col tempo nessuno aveva fatto più richiesta di accesso al fondo, forse anche per un problema di comunicazione. Quest'anno, rivedendo il bilancio di Acam, ci siamo resi conto della necessità di sbloccare quanto prima tale cifra. E per avere una visione globale e suggerimenti sugli strumenti d'intervento, ci siamo confrontati, in un'ottica puramente consultiva, sia con i distretti sociali – avendo una conoscenza più approfondita dei bisogni – sia con le associazioni dei consumatori. Abbiamo così definito le modalità di utilizzo di questi residui (in allegato la delibera, ndr) fino ad esaurimento. Sono già pervenute le prime domande da parte dei comuni secondo una liquidazione mensile.
La cifra non verrà assolutamente inglobata nel bonus acqua poiché hanno due gestioni diverse: una interna al sistema dei gestori in cui Acam fattura regolarmente e riceve dal sistema quello che eroga; la tariffa del bonus acqua non verrà pagata dal cittadino in difficoltà, ma verrà spalmata tra tutti gli altri".
Come mai si è creata questa confusione?
"La Lega consumatori ci ha chiesto di poter esaminare le domande prima dell'erogazione, ma riteniamo che un'associazione privata non abbia titolo di conoscere i nominativi e le storie individuali delle persone, mentre siamo assolutamente favorevoli ad un controllo ex post. Noi stessi come Ato riceviamo le domande dei distretti sociali e non le esaminiamo dal punto di vista del merito poiché non è il nostro mestiere".