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"I Salesiani a Spezia": formazione morale e professionale per la crescita della comunità In evidenza

di Nicola Carozza - Pubblico attento questo pomeriggio, presso il Salone Sforza dell'Accademia Lunigianese di Scienze "Giovanni Capellini", alla tavola rotonda sul tema "I
Salesiani a Spezia".

Al centro del dibattito la feconda presenza dei Salesiani, ben documentato da fonti archivistiche, libri e giornali dell'epoca. Un carisma, quello salesiano, basato sull'educazione dei giovani, accresciutosi nel tempo, con l'istruzione professionale, l'accoglienza e l'integrazione.

Tra i relatori il presidente Giuseppe Benelli, Egidio Di Spigna, Andrea Marmori e don Gianni D'Alessandro, parroco della chiesa di Nostra Signora della Neve.

La Spezia dopo l'inaugurazione dell'Arsenale Militare da parte del Generale Domenico Chiodo era una città in profondo mutamento. L'improvvisa crescita demografica con l'arrivo delle maestranze, l'immigrazione dalle campagne e dalle città vicine, la prima industrializzazione provocò disordini sociali, risse, problemi di analfabetismo.

In questo contesto si colloca l'idea dell'abate di Santa Maria Domenico Battolla di chiamare Don Bosco da Torino. Don Giuseppe Persi, che aveva ottimi rapporti con Papa Pio IX, chiese al pontefice di parlare con Don Bosco per farlo venire alla Spezia. La proposta di cimentarsi in una sfida difficile come quella spezzina fu di stimolo al sacerdote piemontese che mandò il suo fidato collaboratore Don Rua per cercare un sito adatto per i salesiani. Così arrivarono i "pretini", come vennero chiamati dagli spezzini i primi salesiani, in una casa in via Fazio del Cav. Pontremoli.

Establishment e lobby imprenditoriale spezzina non videro di buon occhio il lavoro dei salesiani che a Torino avevano fatto prendere coscienza ai giovani dei loro diritti sui luoghi di lavoro. Ma la strada era tracciata e la popolarità dei salesiani crebbe tra la gente.

Successivamente, nel 1880, i salesiani ottennero in donazione dal Cav. Bruschi un terreno quasi paludoso tra viale Garibaldi e l'Umbertino che vi voleva erigere un santuario alla Madonna della Neve. In un decennio vennero costruiti la chiesa, le aule, gli alloggi dei salesiani, gettando le solide basi che fra tradizione e modernità sono ancora oggi i nuclei fondamentali di questa storia.

Nell'oratorio il gioco e l'educazione personale dei ragazzi, nella scuola di arti e mestieri la possibilità di imparare, grazie all'aiuto di artigiani di primissima qualità, un lavoro per rendersi autonomi. Alla Spezia centinaia di giovani si sono formati alla scuola salesiana.

La parrocchia di Viale Garibaldi è stata ed è lo spazio ideale per la formazione d'intere generazioni di nostri concittadini. Allo stabile e alla chiesa, voluti personalmente da San Giovanni Bosco, si sono affiancati negli anni il convento e la scuola di Maria Ausiliatrice e il grande comprensorio del Canaletto.

Un significativo momento di riflessione - offerto dall'Accademia Capellini - su questa importante realtà ecclesiale, sul lavoro di costruzione morale dei salesiani e sulle molte energie profuse ieri ed oggi per la crescita della comunità spezzina.

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