Una brutta avventura per le sette persone che in quel momento erano all'interno dell'istituto di credito e soprattutto per il direttore, che aveva dovuto consegnare i documenti ai due che lo avevano messo in contatto telefonico con un terzo individuo, che aveva minaccitato il direttore: "Sappiamo chi sei, potrei andare dalla tua famiglia in questo momento. Fai in modo che questo colpo vada a buon fine e non chiamare nessuno".
Dopo 45 minuti di terrore per i sequestrati le porte della banca si erano aperte e i due erano riusciti a scappare portandosi via poco meno di 170 mila euro.
In questi mesi la Polizia di Stato ha lavorato senza sosta mettendo in campo diverse competenze: una attività che si è sviluppata su più fronti. Innanzitutto analizzando le immagini delle telecamere di videosorveglianza disseminate in tutta l'area; poi vagliando e incrociando i dati di celle telefoniche ed utenze che in quel momento si trovavano dentro l'istituto di credito o nei pressi. La definita conferma è arrivata poi dal riconoscimento fotografico: le vittime che hanno subito il sequestro all'interno della banca hanno riconosciuto i due tramite le foto, proprio perchè entrambi si erano presentati a volto scoperto.
Sono serviti molti mesi, ma alla fine i riscontri hanno portato ad identificare i due soggetti. Per loro il PM ha richiesto un'ordinanza di custodia cautelare in carcere che il GIP ha ritenuto di poter accordare.
In realtà i due, entrambi catanesi, non sono stati fisicamente arrestati dalla polizia, perchè da un mese si trovano detenuti nel carcere di Venezia per aver commesso una rapina in quella zona.
Resta un mistero invece tutto ciò che riguarda il terzo personaggio coinvolto nel colpo di via Pascoli. Il cellulare contattato dall'interno della banca, infatti, risulta essere intestato ad uno dei due catanesi già identificati.
Definibili "rapinatori trasfertisti", i due hanno collezionato, nonostante la giovane età (uno del 1993, l'altro del 1995), numerosi precedenti e sono noti alle forze dell'ordine per numerose rapine e furti, commessi in più località italiane. Ultimo in ordine di tempo risulta essere il colpo di Venezia, che ha portato le manette per i due catanesi.