Domenico Bevilacqua ha retto l'Accademia, dopo la presidenza di Augusto Cesare Ambrosi, dal maggio del 2001 per quasi un decennio, a coronamento di una lunga vita, quasi centenaria, intensamente dedicata alla professione forense, alla cosa pubblica e alla passione degli studi storiografici. La sua attività professionale, che lo ha visto assiduo al vertice dell'Ordine degli Avvocati, non gli ha impedito di occuparsi a pieno della politica. Dopo la guerra ed una lunga prigionia negli Stati Uniti, spesso ricordata con la lucidità e con l'arguzia che gli erano proprie, è stato fra i protagonisti della scissione socialista di Palazzo Barberini, a Roma, nel 1947, che portò alla nascita del Partito Social -Democratico Italiano. Come esponente di questa formazione politica, ha rivestito la carica di vicesindaco della Spezia in diverse giunte, da quella Federici a quelle rette da Musiani e Ferdeghini, dal 1957 al 1971. E' stato presidente della sezione spezzina di Italia Nostra, battendosi contro lo scempio ambientale che avrebbe prodotto l'ampliamento della raffineria SNAM, e a lungo presidente dell'Azienda del Turismo della Provincia, contribuendo a sviluppare questa importante attività economica. Molti altri sono stati i suoi incarichi, pubblici e in associazioni, tra cui nel Lyons Club. L'Accademia Capellini vuole ricordare lo studioso Domenico Bevilacqua come il Presidente che ha saputo tenere alta la tradizione dell'Istituzione e che ha consentito iniziative di ampio respiro culturale. Per tale motivo, il Presidente prof. Giuseppe Benelli ed il Consiglio dell'Accademia ritengono che il modo più appropriato per commemorare la sua figura e la sua opera sia realizzare un prossimo convegno di studi a lui interamente dedicato. L'Accademia, però, in questo triste momento, vuole ricordare anche l'amico Domenico per l'ironia, l'intelligenza e la facezia, con cui, ancorché anziano, amava rammentare le esperienze della sua intensa e lunga vita, tra cui quella di giovane studente spettatore stupefatto di una furibonda serata futurista, condotta da uno scatenato Marinetti al Teatro Civico della nostra città nel 1933.