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Il circolo UAAR della Spezia ha ricordato Giordano Bruno In evidenza

Nell'anniversario della sua morte sul rogo.

Questa mattina, 17 febbraio 2025, i membri del circolo UAAR della Spezia hanno apposto una corona sotto la targa di largo Giordano Bruno, alla Spezia.

La commemorazione avviene ogni anno nella ricorrenza del rogo del grande pensatore, allo scopo di promuovere la laicità dello Stato.


Giordano Bruno, filosofo, matematico e teologo italiano, nacque a Nola il 28 gennaio 1548 e morì a Roma il 17 febbraio 1600. La sua vita e il suo pensiero sono stati determinanti per l'evoluzione della filosofia moderna e per la rivoluzione scientifica che avrebbe preso piede nei secoli successivi. La sua visione cosmologica, che sosteneva l'infinità dell'universo e la pluralità dei mondi abitati, gli procurò però l'odio e la condanna della Chiesa cattolica.

Sin da giovane, Bruno mostrò una spiccata intelligenza e una grande curiosità per la lettura e la conoscenza. Dopo aver studiato al convento domenicano di San Domenico a Nola, entrò nell'ordine religioso, ma cominciò ben presto a nutrire dubbi sulla dottrina ufficiale della Chiesa.

Nel 1576, dopo aver affrontato controversie teologiche all'interno dell'ordine domenicano, Bruno fuggì da Napoli e si rifugiò in diverse città europee. Viaggiò a lungo: in Francia, Inghilterra, Germania e Svizzera, dove continuò i suoi studi filosofici e scientifici. Durante il suo esilio, Bruno incontrò importanti pensatori e divenne un sostenitore delle teorie copernicane, che mettevano al centro del cosmo il Sole, e della visione del mondo in cui l'universo è infinito e composto da una molteplicità di mondi, ognuno potenzialmente abitato.

Giordano Bruno elaborò una filosofia che si distaccava nettamente dalla tradizione aristotelica e dalla teologia cristiana dell'epoca. Le sue idee principali comprendevano la teoria dell'infinità dell'universo, in opposizione alla concezione geocentrica e finita sostenuta dalla Chiesa. Bruno sosteneva che l'universo fosse immenso e in espansione, senza confini definiti, un concetto che anticipava molte delle teorie moderne della cosmologia.

Un altro aspetto importante del suo pensiero era la concezione animistica della natura. Secondo Bruno, ogni parte dell'universo era dotata di una forma di vita e di spiritualità, e tutto era interconnesso in una sorta di "anima universale". Questo approccio, che univa filosofia, scienza e spiritualità, lo rendeva un precursore del pensiero moderno, ma gli attirò anche numerosi nemici tra i religiosi e i pensatori conservatori dell'epoca.

Il pensiero radicale di Bruno lo mise in conflitto con la Chiesa cattolica. Nel 1592, fu arrestato dall'Inquisizione romana e accusato di eresia, di negazione della Trinità e di diffondere idee panteiste e antitrinitarie. Dopo un lungo processo che durò otto anni, Bruno fu condannato al rogo. Il 17 febbraio 1600, a Campo de' Fiori a Roma, fu bruciato vivo.

 

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