Si profila un lungo braccio di ferro tra enti e istituzioni sulla questione relativa alla ventilata proposta di chiusura del punto INPS di piazza Richetti a Sarzana. Contro la chiusura dell'unico presidio INPS in Val Di Magra si sono già schierate forze politiche bipartisan, sindacati di lavoratori e datoriali, ma per ora i vertici INPS non cambiano idea.
Le posizioni sono state ribadite ieri pomeriggio nella sala riunioni dell'Istituto previdenziale di viale Mazzini, nel corso del Comitato INPS, alla presenza di enti, istituzioni e sindacati. Sulla decisione di chiudere lo sportello sarzanese, che si rivolge ad un bacino di utenza potenziale di circa 40.000 persone, l'ultima parola spetterà ai responsabili regionali dell'istituto. Non convincono gli interlocutori le motivazioni di natura tecnica addotte da INPS per motivare il trasferimento a spezia dei servizi. L'istituto paga circa 15.000 euro l'anno di affitto e utenze, ma anche questo sembra un falso problema, visto che il sindaco di Sarzana Cristina Ponzanelli si è offerta di trovare gratis degli spazi di proprietà del Comune dove poter continuare l'attività previdenziale.
Anche se a quanto pare il direttore di sede INPS della Spezia non avrebbe piena competenza in ambito patrimoniale, nel corso del Comitato di ieri ha dovuto incassare il "no" ribadito a gran voce dai rappresentanti di CGIL, CISL e UIL presenti, che hanno preannunciato altre forme di protesta a latere dei prossimi incontri istituzionali.
Non convincono nemmeno i numeri snocciolati a sostegno della chiusura dell'ufficio sarzanese: i circa 12 appuntamenti alla settimana, su appuntamento, non derivano tanto dalla mancanza di domanda da parte dell'utenza ma piuttosto dipendono dal ridottissimo orario di apertura al pubblico, previsto solo Il martedì e giovedì dalle 8,30 all 10,30, ad opera di 2 o 3 impiegati che nei giorni restanti lavorano da casa. Lunedì prossimo in programma un altro incontro della direzione INPS con i sindacati interni di viale Mazzini.