Quattro ore di sciopero con un presidio davanti al cancelli delle fabbriche questa mattina per i metalmeccanici degli stabilimenti Leonardo e Mbda della Spezia. Una protesta scattata per il mancato rinnovo del contratto nazionale, le cui trattative si sono interrotte lo scorso novembre. Oltre cento operai hanno stazionato davanti all’ingresso del polo industriale della Difesa di Vallegrande, agitando bandiere, recitando slogan e distribuendo volantini.
Tra le principali rivendicazioni sicuramente la richiesta di 280 euro di aumento per i lavoratori del settore metalmeccanico, parametrato al quinto livello.
“Registriamo uno stallo delle trattative - ha spiegato Graziano Leonardi, segretario generale Uilm La Spezia - su alcuni argomenti per noi fondamentali, tra cui i 280 euro in più in busta paga che non vogliono riconoscerci. Altra questione non più rimandabile è per noi la riduzione dell’orario di lavoro. In molti Paesi europei, tra cui la Francia, sono già in vigore le 35 ore settimanali, ed è arrivato il momento che anche l'Italia segua questo esempio”.
“La rottura nasce - ha sottolineato Francesco Grilli, segretario Fiom La Spezia - quando Federmeccanica ha presentato una proprio contro piattaforma in contrasto con quella che Fiom, Fim e Uilm avevano elaborato a livello nazionale a inizio 2024, trovando il voto del 98% delle lavoratrici e dei lavoratori. Una posizione che riteniamo irricevibile, è prioritario un adeguamento legato all'inflazione che permetta ai metalmeccanici di recuperare potere d’acquisto”.
Il sito Leonardo della Spezia, ex Oto Melara, a seguito della nascita della joint venture con i tedeschi di Rheinmetall per il rinnovamento della componente corazzata dell'Esercito Italiano, è ritornato centrale per le politiche industriali della Difesa: ad oggi conta circa 1250 lavoratori diretti ed è già in atto un nuovo piano di assunzioni.
"Contiamo sul fatto che il vicepresidente di Federmeccanica è capo del personale di Leonardo affinché questa giornata di protesta possa sbloccare la trattativa da subito - ha concluso Maurizio Rufrano della segreteria Fim della Spezia - Se così non dovesse succedere, siamo pronti a intensificare e proseguire la nostra mobilitazione”.