L’aumento degli accessi di pazienti nei due pronto soccorso della Spezia e di Sarzana non è più una novità, la situazione va avanti già da troppo tempo e l’azienda non ha inteso prendere alcun provvedimento e accogliere nessun suggerimento costruttivo volti al contenimento e/o soluzione dei problemi.
Circa due mesi fa, all’ospedale di Sarzana, è stato aperto un ambulatorio dedicato a “problematiche minori”, con medici di base a pagamento (pagati dall’azienda) e impiegando infermieri dipendenti , è stato chiuso dopo circa una settimana a fronte di zero accessi dovuti in primis alla mancata informazione e adeguata pubblicizzazione, forse proprio per sminuirne l’utilità tanto da giustificarne la chiusura immediatamente successiva. In estate era stato presentato un progetto per la gestione, con doppio percorso, dei codici minori per decongestionare i pronto soccorso, ma ancora un nulla di fatto per mancanza di infermieri da impiegarvi. Per il periodo estivo, caratterizzato dall’aumento di oltre il 30% della popolazione per turismo, i pronto soccorso dei due ospedali non hanno avuto nessun incremento di personale, come più volte richiesto, costretti ad operare in condizioni di perenne criticità, con turni e carichi di lavoro eccessivi al limite della sicurezza per i pazienti.
Tanto premesso, ed evidente la navigazione a vista della Direzione Aziendale in assenza di alcuna previsione delle criticità e di programmazione per la loro risoluzione, non ci si poteva aspettare altro che l’implosione del sistema di emergenza e accettazione di questi giorni, in occasione dell’atteso incremento di sintomatologie influenzali e polmonari di stagione.
L’ulteriore impennata degli accessi in entrambi i pronto soccorso della Spezia e Sarzana, che ha letteralmente messo in ginocchio pazienti e professionisti, non era soltanto prevedibile ma assolutamente scontata e la mancanza di preventiva organizzazione per farvi fronte, ha generato una situazione drammatica dove i pazienti aspettano anche due giorni su una barella per il miraggio di un posto letto e gli operatori, in numero insufficiente, allo stremo delle forze, sono sottoposti a massacranti turni di lavoro, rientri nelle giornate di riposo, straordinari e continua attivazione di reperibilità. Le carenze organiche e organizzative del territorio impediscono la corretta funzione di filtro dello stesso, così che sempre più persone si rivolgono al pronto soccorso che, nonostante l’encomiabile impegno di medici, infermieri oss e di tutto il personale sanitario, non riesce a soddisfare i bisogni a causa di palesi carenze negli organici e del numero di posti letto inadeguati in rapporto alle peculiarità del territorio e alle esigenze sanitarie/assistenziali che caratterizzano la popolazione spezzina.
Negli ultimi due giorni, seppur tardivamente, qualche piccolo insufficiente segnale è stato dato, per esempio con l’attivazione di una unità aggiuntiva con soli 9 posti letto a Sarzana, che non bastano a far fronte alle problematiche di posti letto dei due ospedali.
- Non è sufficiente, è necessario invertire la rotta:
- Attivando immediatamente un numero di posti letto adeguato per far fronte alle criticità contingenti di questi giorni ed evitare ai pazienti almeno la sofferenza di dover stazionare per oltre 24/48 ore letteralmente stipati nelle stanze dei pronto soccorso in attesa del “miracolo” di un posto letto
- Assumendo tutto il personale necessario per poter offrire risposte adeguate ai cittadini, nel rispetto di tutti i lavoratori e delle norme contrattuali che ne regolano il rapporto di lavoro
Riattivando urgentemente il grande numero di posti letto andati perduti, compresa anche la riduzione dei 20 letti di medicina alla Spezia, che doveva essere temporanea
La segreteria provinciale FIALS, da sempre al fianco dei lavoratori della sanità e dei cittadini, si rende disponibile ad un dialogo costruttivo volto al miglioramento di tale situazione.
La segreteria provinciale
Luciana Tartarelli
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