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Angiolo Beconcini ha voluto incontrare le maestranze del cantiere dopo vent'anni, tanta commozione e ricordi (foto) In evidenza

di Anna Mori - Angiolo Beconcini ha donato ai presenti un libro che ha scritto raccogliendo i ricordi di una vita, immagini e documenti.

I Cantieri Beconcini, fondati nel 1958 da Giancarlo, Piergiorgio e Angiolo Beconcini, sono stati un'eccellenza tutta spezzina, riconosciuta come leader a livello mondiale per il restauro di imbarcazioni d'epoca. Il cantiere si è guadagnato sul campo, giorno dopo giorno, apprezzamento e notorietà per la grande preparazione tecnica e l'elevata qualità degli interventi svolti sempre nel rispetto della storia delle imbarcazioni.

Un bellissimo percorso che ha contribuito all'economia spezzina per 45 anni, un cammino ricco di umanità e di aneddoti che ne hanno fatto la storia. Se oggi siamo diventati la capitale della nautica, lo dobbiamo anche e soprattutto a famiglie, come i Beconcini, che hanno portato avanti alla Spezia, con perizia e competenza, un'importante tradizione.

Angiolo Beconcini ha voluto raccogliere in un libro, per ora non in commercio, i suoi ricordi, quelli del fratello Giancarlo e del cugino Piergiorgio, attraverso immagini, documenti ed appunti personali che raccontano barche, maestranze, successi e difficoltà, "una storia di passione - leggiamo nel volume - intraprendenza e lungimiranza, che ha attraversato un periodo difficile del nostro Paese, dal dopoguerra, al boom economico, al nuovo millennio".

Angiolo ha poi voluto donare il libro da lui scritto alle sue maestranze, incontrate ieri 7 dicembre presso la "Forza e Coraggio" delle Grazie. Li ha chiamati uno ad uno e li ha voluti con sé per ricordare gli anni trascorsi insieme. Li ha ringraziati per il loro grande lavoro, sottolineandone bravura, capacità e perizia.

"Ragazzi, vi chiamo ragazzi perché mi piace ricordare i bei tempi quando molti di voi sono stati assunti in giovane età, anch'io ero molto giovane, ora siamo padri e nonni con molti ricordi". E' iniziato così il discorso di Angiolo ai suoi "ragazzi", la voce rotta dall'emozione, una pausa e poi ancora: "E' con immenso piacere che sento ripetere con nostalgia che eravamo riusciti a creare una famiglia" e poi più avanti "sicuramente tutti avevate un grande legame per il cantiere e siete stati innamorati del vostro lavoro di carattere artigianale, non comandavano le macchine, ma la vostra manualità inculcata da eccezionali maestri...so anche che quando vi capita di parlare della vostra partecipazione alla storia del cantiere lo fate con orgoglio".

Nonostante per numero di addetti i Cantieri Beconcini fossero considerati industria, Angiolo ha sottolineato nel suo discorso di non aver mai abbandonato il carattere artigianale "che ci ha contraddistinto, e abbiamo l'orgoglio di aver operato sia nelle nuove costruzioni che negli approfonditi restauri con personale interno, partendo dalla chiglia, allo scafo, al ponte e sovrastrutture, alla costruzione degli alberi e relativa ferramenta, all'allestimento interno, all'installazione dei motori, agli impianti...insomma lo yacht è stato impostato e completato fino al collaudo....con voi".

Angiolo Beconcini ha poi spiegato di aver dedicato il libro a suo fratello Giancarlo e al cugino Pier Giorgio, con i quali ha portato avanti ogni iniziativa aziendale, anche prima dei cantieri, quando avevano fondato un sacchettificio ed una cartiera ad Arcola. Ha raccontato di aver scritto il libro dopo aver raccolto ricordi ed appunti per tanti anni, arrivando alla stesura finale grazie alla collaborazione dell'Ammiraglio Silvano Benedetti, che ha revisionato e integrato i testi, della grafica Paola Ceccotti. Le fotografie provengono dall'archivio del cantiere o da riviste di settore e sono state digitalizzate da Stefano Danese e dallo studio fotografico Canini. "Ho inteso non disperdere i ricordi di questo difficile e nello stesso tempo unico e romantico lavoro che tanto ci ha impegnato".

Nel libro Angiolo racconta delle origini contadine della sua famiglia, delle attività commerciali del nonno e della nonna quando si sono trasferiti alla Spezia nei primi anni del '900, delle iniziative portate avanti dal padre e dallo zio, e infine quelle curate da lui stesso con il fratello e il cugino. Un racconto che porta con sé tante storie e tanta umanità, dal rapporto avuto con "la nostra importante e appassionata clientela, con i più famosi architetti...soprattutto con Ugo Faggioni che era unico per cultura nautica ed umana..".

E poi ancora la storia di tutte le imbarcazioni d'epoca su cui i Cantieri Beconcini hanno operato, dei cantieri che le hanno costruite e dei proprietari, ricordando anche i marinai e i comandanti che hanno frequentato il cantiere. "Ma soprattutto la maggior parte delle maestranze del cantiere con i relativi compiti".

L'evento è proseguito con il brindisi, poi tutti si sono recati al "Cantiere della Memoria", per ammirare il bellissimo video che Corrado Ricci ha dedicato all'evento e ai Cantieri Beconcini, ripercorrendone la storia, raccontata su un suo testo dalla voce di Jole Rosa e dal montaggio fotografico di Roberto Celi di Obiettivo Spezia.

Una bellissima occasione per scambiare ricordi che hanno accompagnato le vite di tutti i presenti, che insieme hanno costituito la "grande famiglia" dei Cantieri Beconini. Stima, rispetto, attaccamento reciproco, orgoglio, entusiasmo e il sapere di una grande tradizione tramandata di generazione in generazione, sono stati i sentimenti che anche noi, presenti all'evento, abbiamo potuto sentire in maniera tangibile e toccare con mano. 

E possibile sfogliare la gallery di immagini qui sotto.

 

 

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