Sono passati tredici anni da quel 25 ottobre 2011, una data che non dimenticheremo. 542 i millimetri di pioggia che in sole sei ore caddero sulla Val di Vara, le Cinque Terre, la zona di Aulla e Pontremoli seminando devastazione e portando con sé lutti.
In poco tempo la portata dei torrenti divenne incontrollabile con esondazioni che portarono verso valle una grande quantità di detriti. Il Vara e il Magra uscirono dagli argini a Borghetto, Brugnato, Ameglia, Pontremoli, Villafranca e Aulla.
Le vie centrali di Monterosso e Vernazza si trasformarono in fiumi in piena che portarono distruzione, fecero letteralmente scoppiare le strade, invasero di fango case e attività commerciali, lasciarono un deposito alluvionale che raggiunse quasi il primo piano delle case.
Ingenti i danni alle infrastrutture stradali per frane e smottamenti, diversi paesi dell’entroterra rimasero isolati. Chiuse l’A12 e la linea ferroviaria La Spezia Genova, dichiarato impercorribile il 43% delle strade provinciali. Crollato il ponte della Colombiera sul fiume Magra. Case invase dal fango, alcune distrutte, 1183 gli sfollati.
Ma non vogliamo riportare solo dati di cronaca, oggi il nostro pensiero va soprattutto a quelle tredici vite spezzate dalla furia delle acque, a chi si è sacrificato per salvare la vita di altre persone, mettendole prima di tutto.
A Borghetto Vara Alemanno Fabiani, 82 anni, e la figlia Paola Fabiani, 52 anni; i coniugi Pietrina Sambuchi e Dante Cozzani, ultraottantenni; l'insegnante spezzina Rita Cozzani, 63 anni; Nicolae Cornelio Hutuleac, 35 anni, e l'amico Marian Stefan Turcu, 31 anni. A Vernazza Sauro Picconcelli 55 anni, titolare di un negozio, Pino Giannoni 70 anni gelataio e Giuseppina Carro di 88 anni, ritrovati tra il 10 e il 18 novembre al largo di Saint Tropez. A Monterosso Sandro Usai, che fu trascinato dalla forza delle acque mentre tentava di salvare alcune persone dalla piena del torrente. In Lunigiana Enrica Pavoletti e Claudio Pozzi.
Vogliamo anche ricordare la solidarietà di migliaia di volontari, gli “angeli del fango”, che giunsero nelle zone colpite dall’alluvione per aiutare la popolazione in quei giorni drammatici, molti rispondendo ad appelli lanciati sui social network, un piccolo raggio di sole in tutta quella bruttura.
In questi anni tanto è stato fatto per contrastare il dissesto idrogeologico, ma resta ancora molto da fare in un territorio davvero molto fragile. Le strade, le piazze, i ponti e le case distrutte dalla furia delle acque sono stati ricostruiti, i corsi d’acqua e gli argini messi in sicurezza. Ma quell’esperienza ha segnato profondamente le Comunità della Val di Vara, delle Cinque Terre, del territorio di Aulla e Pontremoli, un’esperienza che, purtroppo, sarà impossibile da dimenticare.