Si è tenuta, a Pelosa, la manifestazione in ricordo dei Caduti della battaglia di Pelosa e di tutti i Caduti – partigiani e civili – della difesa della libera Repubblica del Taro, che visse per un breve periodo tra il giugno e il luglio 1944 per poi essere sconfitta da un feroce rastrellamento nazista e fascista. La Repubblica comprendeva anche il territorio di Varese Ligure. Tra le brigate protagoniste della realizzazione e della difesa della Repubblica vi fu la brigata Centocroci, composta da giovani nativi dell’alta Val di Vara, da militari sbandati e da giovani spezzini inviati dal Partito comunista.
A Pelosa sono stati ricordati i partigiani uccisi – tra cui il diciassettenne migliarinese Angiolino Galligani e il siciliano Santo Barbagallo, i cui corpi furono orribilmente profanati – e i civili vittime della rappresaglia.
Dopo la deposizione di una corona al cippo, la manifestazione si è svolta nell’oratorio di San Pellegrino, alla presenza di Angela Galligani, sorella di Angiolino. Sono intervenuti l’assessore del Comune di Varese Ligure Silvana Ghiggeri, i rappresentanti delle associazioni partigiane spezzine e parmensi, il parroco di Scurtabò don Sandro Lagomarsini, che ha letto la “Preghiera del ribelle”, e Giorgio Pagano, co-presidente del Comitato provinciale Unitario della Resistenza.
Pagano ha ricordato che la libera Repubblica del Taro fu “un primo importante tentativo di democrazia dal basso dopo un ventennio di dittatura” e ha sottolineato il ruolo della brigata Centocroci nella Resistenza spezzina e parmense. “I partigiani caduti non vanno dimenticati, perché a loro dobbiamo la libertà e il bene più prezioso che abbiamo: la Costituzione”, ha concluso Pagano.