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Sulla Via dell'Amore: appesi ad una corda a picco sul mare per la riqualificazione e messa in sicurezza In evidenza

di Marina Lombardi – Un percorso sul mare creato da una forza lavoro professionale ed impavida.

Affacciarsi sul meraviglioso paesaggio della Via dell’Amore non lascio spazio a nessun pensiero. Ma provate ad immaginare che cosa vuol dire ristrutturare un percorso a picco sul mare equipaggiati ed appesi ad una corda. È questo quello che è avvenuto nella realizzazione e messa in sicurezza di questo tratto di strada. 

Sulla via dell’Amore l’incontro tra elementi naturali ed antropici è più evidente che mai. Se è vero che l’ambiente va pensato in relazione all’uomo e viceversa, in questo caso è necessario anche dire che per 12 anni gli abitanti di questi luoghi hanno fatto a meno di un percorso che di naturale ha moltissimo ma di antropico ancora di più.

L’antropologo Federico Scarpelli spiega che l’ambiente naturale e pure non esite, se non forse in pochissime regioni climaticamente estreme e disabitate. Lo spazio abitato viene sempre modellato, in maniera più o meno radicale, dall’attività umana, così come ogni società umana si sviluppa e vive un ambiente fisico dotato di determinate caratteristiche. In questo caso la restituzione ai cittadini del percorso della Via dell’Amore è solo l’inizio di una serie di opere antropiche che le Amministrazioni vogliono mettere in atto per godere delle bellezze delle Cinque Terre.

Solo un anno fa una piccolissima parte del percorso è stata riaperta dopo oltre 10 anni dopo la frana che nel 2012 fece tremare l’intera provincia. Quel breve tratto di circa 170 metri – oggi denominato Settore A - è stato un banco di prova per l’intero intervento di riqualificazione, completato e messo in sicurezza secondo i più alti standard qualitativi. Una forza lavoro impavida e professionale quella della ditta Costruzioni Gheller. “Una bella sfida per noi, abbiamo operato su 85 mila metri quadri di superficie – ha spiegato il Geometra Gianfranco Daminato - Le prime opere sono state quelle di sgargio e disbosco. Successivamente è avvenuta la posa delle reti e delle barriere. Il problema maggiore è stata la logistica perché senza l’uso dell’elicottero non è stato semplice. I ragazzi sono stati appesi a 150 metri di altezza e altre perforazioni sono state effettuate con le slitte, con una perforatrice ad aria per fare i fori per inserire tutti i chiodi, i più grandi di 22 metri di grandezza.

L’impresa, che di solito lavora nelle zone di montagna e ha 30 anni di esperienza nel settore, afferma anche “il lavoro è di routine ma è stata una bella sfida. Di solito lavoriamo in montagna - ma scherza Dominato - non importa guardi qui che paesaggio sul mare”.

Una situazione non semplice quella in cui si sono trovate ad operare le due imprese Gheller Costruzioni Generali e Bertini Impresa costruzioni e che sono state gestite da professionisti del settore che insieme ad enti ed istituzioni hanno collaborato per la miglior resa finale possibile.

“Un intervento partito nell’idea nel 2015 e poi nel 2016 con le prime risorse del ministero dell’ambiente per arrivare oggi ad un investimento di 24 milioni di euro – ha spiegato l’Ingegnere Luca Berruti – l’intervento è stato tenuto in capo dal presidente della struttura commissariale.  Una collaborazione continua tra tecnici regionali, tecnici ente parco e comune e altri soggetti ha permesso tutto questo risultato”.

"Abbiamo trovato una situazione molto difficile e complicata – ha spiegato il Progettista dei lavori di messa e sicurezza e ripristino Alessandro Focaracci - la prima fase è stata quella di pulire e mettere in sicurezza tutto. Abbiamo diviso circa 8 ettari di territorio in settori e abbiamo iniziato a mettere in opera le reti- di ultima generazione e valide anche dal punto di vista estetico (dal mare non si vede quasi niente). Oltre 9000 piante avranno l’effetto naturale e di coprire anche l’antropico che si vede”.

Gli interventi di ripristino e mitigazione del rischio, hanno riguardato principalmente la messa in sicurezza dal distacco di massi e blocchi dalle pareti rocciose sovrastanti il percorso pedonale. In particolare, con la posa in opera di una rete in acciaio inox e l'esecuzione di chiodature profonde su pareti fortemente acclivi. “Nel punto in cui il masso che aveva colpito le ragazze era caduto – continua Focaracci -  abbiamo sistemato l'area e prolungato la galleria. Abbiamo anche realizzato un bellissimo lavoro sulle panchine per fermarsi e ammirare il paesaggio, e getti in calcestruzzo per la realizzazione delle gallerie. Alla fine, si è realizzato quello che vedete. Il messaggio che vorrei far passare è che quando si parte con un buon progetto e finanziamenti corretti, con una struttura amministrativa competente e collaborativa, è possibile rispettare le scadenze e raggiungere risultati eccellenti."

I lavori, iniziati nei primi mesi del 2022, sono stati completati entro la data prevista di luglio 2024, permettendo l'apertura complessiva di tutto il tracciato. Nel dettaglio sono state effettuate: la pulizia e bonifica di circa 80.000 mq di parete rocciosa; la posa di circa 26.000 mq di rete in acciaio inox ad alta resistenza; la realizzazione di circa 40.000 metri di ancoraggi in acciaio ad alta resistenza, la posa di circa 5.000 mq di barriere paramassi, il risanamento e la costruzione di circa 250 metri di gallerie artificiali, il ripristino di circa 950 metri del piano di calpestio del camminamento, incluso il rifacimento del ponte pedonale e delle opere di arredo urbano.

Conclude infine il direttore: "è la quarta volta che parlo difronte alla stampa riguardo a questo lavoro, lo faccio sempre con maggior orgoglio. Siamo arrivati alla fine al nostro completamento dei lavori, con un grande gruppo di tecnici e imprese. L’amministrazione già nel 2016 parlava della necessità di recuperare questo percorso. Un lavoro che vorrei che scriveste: quando i progetti sono fatti bene, hanno quasi l'80% di oneri della sicurezza pagati, impiegati 500 ore di lavoro 18 persone al massimo che hanno lavorato senza difficoltà particolari né incidenti. Quando i progetti sono fatti bene con professionalità succede questo."

Ogni scelta paesaggistica è stata attentamente valutata in collaborazione con gli enti preposti alla tutela dell'ambiente, per rendere l'inserimento delle nuove opere perfettamente compatibile con la roccia presente sui versanti e nella scogliera sottostante. Questo è evidente nella colorazione adottata per la pavimentazione, il parapetto e le strutture delle gallerie artificiali.

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