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Un viaggio dall'Australia alla Spezia per rivedere i luoghi dove è nato suo padre In evidenza

di Anna Mori - Fulvia Stanford voleva portare la sua famiglia a vedere dal vero tutti i luoghi di cui raccontava suo padre Venerando Torre.

Venerando Torre, papà di Fulvia Stanford, era nato alla Spezia nel 1933, ma nel 1954 è partito per l'Australia. ha sposato una signora del luogo, la cui famiglia era originaria della Valtellina, e si è stabilito a Perth.

Il padre di Fulvia ha assimilato la cultura australiana, amando molto il paese che lo ha accolto, sentendosi fortunato e grato per l'opportunità avuta. Tuttavia in lui è rimasto sempre vivo anche l'amore per il "suo" Golfo e negli anni ha raccontato a sua figlia Fulvia come era vivere alla Spezia. I primi anni della sua vita sono stati caratterizzati dagli eventi bellici, ma in seguito iniziò a lavorare come mitilicoltore al Canaletto per la famiglia Majoli, dove ha imparato anche a costruire le barche in legno.

Una volta stabilitosi in Australia, il padre di Fulvia ha cercato di collaborare con il Governo per provare a far partire la mitilicoltura, ma negli anni sessanta nessuno sembrava interessato a questa impresa. "Oggi - spiega Fulvia - invece ci sono moltissimi vivai". Venerando, quindi, si è proposto come falegname, grazie a quanto imparato per la costruzione delle barche, producendo mobili e avviando un'attività in proprio che ha avuto successo.

Venerando è ritornato alla Spezia a trovare i suoi parenti dopo 23 anni dalla sua partenza, nel 1977. Tuttavia non ha perso mai i contatti, sentendosi per via epistolare con tutti coloro che aveva lasciato qui, per cercare fortuna in Australia. La figlia Fulvia ci dice in inglese che "he was very proud to be 'spezzino'" (era molto orgoglioso di essere spezzino). Venerando è mancato nel 1997.

Il papà ha raccontato a Fulvia le corse che doveva fare con la madre quando suonava la sirena per ripararsi nei rifugi antiaerei. Era il figlio più giovane e nel 1943, nel periodo dei bombardamenti più pesanti, aveva solo 10 anni. La mamma preparava la polenta di semolino da portare nel rifugio, perché non si sapeva per quante ore sarebbero dovuti rimanere nelle gallerie. Un giorno correndo verso il rifugio, la madre è caduta, rovesciando la polenta, le persone attorno per la grande fame hanno raccolto quanto caduto per terra. Venerando raccontava che erano dovuti rimanere per ore al riparo, senza poter mangiare nulla. 

"Oggi ho visitato la Galleria Quintino Sella, ho voluto vedere con i miei occhi dove mio padre andava a proteggersi dai bombardamenti - spiega Fulvia - davvero molto commovente. E' stato fatto davvero un grande lavoro e da oggi i racconti di mio padre hanno anche delle immagini. A mia figlia più piccola piacerebbe tanto venire a vivere qui, lei assomiglia tanto a mio papà".

Fulvia ci racconta che è venuta alla Spezia per la prima nel 1977, quando aveva 11 anni, e che questa è la quarta volta. Dice di aver trovato la città differente, molto bella, "invitante e aperta al resto del mondo".

Fulvia ha deciso di tornare alla Spezia dopo aver visto un post su Facebook relativo al "Grand Tour del Golfo" e di aver chiesto sotto forma di commento notizie sui rifugi antiaerei, le ha risposto Marco Tarabugi. "Devo dire che ho ritrovato nelle persone del luogo lo stesso amore per la loro terra che aveva mio padre e lo stesso orgoglio di essere spezzini, questo è davvero molto bello",

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