“Esprimiamo grande rammarico per aver appreso soltanto da pubblicazione tramite la stampa la decisione del comune di Lerici di sospendere il mercato contadino da noi organizzato,” commentano Marco Lucchi e Paolo Campocci, Presidente e Direttore di Coldiretti La Spezia. “Soprattutto, a fronte di una preliminare concessione degli spazi di San Terenzo riconosciuti con delibera da parte del comune di Lerici in data 17 maggio.” Nella deliberazione della giunta comunale sopraccitata, infatti, si dichiarava ‘meritevole di accoglimento per le motivazioni espresse’ la richiesta presentata da Coldiretti di aprire un mercato contadino in Piazza Brusacà, un’area individuata dall’Amministrazione stessa all’interno della frazione di San Terenzo.
“Ci spiace constatare che l’amministrazione locale, dopo aver espresso grande entusiasmo per questa iniziativa che consente ai cittadini e turisti di questa meravigliosa località turistica di poter acquistare prodotti del territorio direttamente dagli imprenditori agricoli, a fronte di una richiesta di una diversa organizzazione da parte di un non ben definito comitato di commercianti, abbia ritenuto di deliberare la sospensione del mercato e non solo: il tutto senza notificare l’atto alle nostre imprese associate, che si sono ritrovate di punto in bianco senza più un mercato – dopo aver fatto degli investimenti atti a far sì che ogni singolo banco di vendita fosse all’altezza dell’entusiasmo sopra riportato.”
Un dispiacere condiviso, dunque, che nonostante la crescente soddisfazione da parte degli avventori, sia residenti che turisti – documentabile con una raccolta firme per la riapertura immediata del Mercato – non è stato possibile evitare a causa di un’amministrazione che – unilateralmente – ha ritenuto di dover togliere questa opportunità alle imprese agricole del territorio. Prosegue Marco Lucchi, che oltre a essere Presidente di Coldiretti La Spezia è anche uno dei produttori che in questo periodo ha venduto olio, olive e vino al Mercato di San Terenzo: “Troppo spesso ci si riempie la bocca di turismo enogastronomico, sinergia tra entroterra e riviera e dell’importanza di un consumo a km0, di cibo locale che porti a una dieta equilibrata; come mai, allora, non ci sono atti concreti che garantiscano questo diritto a consumatori e produttori agricoli? O peggio: come mai – in quelle rare occasioni in cui la cosa si verifica – l’Amministrazione fa marcia indietro senza neanche convocare le parti in causa?”
Conclude il Direttore Paolo Campocci: “chiederemo dunque formalmente all’amministrazione comunale di aprire quanto prima un tavolo di confronto per revocare in tempi brevissimi il provvedimento di sospensione, trovando la soluzione più opportuna per produttori, turisti e consumatori. Una soluzione che contempli dunque, – oltre l’interesse dei commercianti, che non è nostro interesse violare, – anche quello delle imprese agricole, che per legge hanno diritto di esercitare la vendita diretta.”