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Al Fralibri di Framura la prima ospite è Carlotta Vagnoli: “Parlate con i giovani di politica” In evidenza

di Marina Lombardi – La presentazione di “Animali Notturni” ai piedi della torre Carolinga.

E' stata la prima ospite della prima edizione del Framura Fralibri Festival, Carlotta Vagnoli, che ieri sera si è cimentata in uno scambio di battute riguardo il suo ultimo libro “Animali Notturni”, presentato al chiaro di luna in una notte insolita d’estate sotto la torre carolingia.

Dopo lo spettacolo teatrale “Le solite stronze” che sta portando in giro per i teatri italiani quest’anno, la scrittrice inizia il tour di presentazione del suo nuovo libro che rappresenta un’esperienza nuova: una prima narrazione a romanzo “ho pensato di scrivere questo libro perché forse della mia generazione, quelli nati tra gli anni 80 e 90, non si era ancora parlato a fondo. Sentivo l’esigenza di mettere ogni tanto i puntini sulle i. Come è successo ogni tanto per altre generazioni perché non siamo unici e speciali, ci hanno sempre dato dei bamboccioni, che non crescevano mai e che a 35 anni stavano ancora a casa della mamma. In realtà c’è una serie di eventi politici e socioeconomici che sono stati importanti e che hanno frenato quelle che non solo potevano essere le nostre aspirazioni ma anche le nostre possibilità”.

Il libro è una nuova struttura compositiva per Carlotta, che definisce così “in questo libro c’è forse più di struttura cinematografica che letteraria. Ho iniziato a pensare ad una struttura narrativa e sono sempre stata affascinata da alcune idee più cinematografiche che letterarie, quelle che ti fanno scoprire la storia andando avanti e indietro sulla tempo-linea. Ho creato questa struttura in cui ogni personaggio parte da un punto e arriva a un punto B, il secondo personaggio torna indietro e si riferma al punto B, e in terzo parte da un altro punto ancora e arriva sempre al punto B. Ogni volta i personaggi arrivano quasi sempre al termine dell’azione e solo l’ultima riesce a chiudere questo cerchio”.

Animali Notturni è la narrazione della vita notturna e dei lavori notturni, tema attraverso cui si sviluppa tutto il romanzo e dove entrano in scena una serie di questioni quali il lavoro, l’essere donna e lavorare di notte, la violenza di genere, la crisi economica e politica che diventa a tutti gli effetti sociale. Una crisi che è ricondotta in particolare ai fatti del G8 di Genova, a seguito del quale “la mia generazione ha perso totalmente fiducia nelle istituzioni e nella politica".

In un clima generale che si respira tra il 2007 e il 2015, l’accendo cade anche sulla mancata possibilità dell’ascensore sociale, “Per noi era assolutamente murato insieme anche alla possibilità di migliorare o sognare un futuro diverso che diventava molto più complesso - afferma - in questo panorama complesso si sviluppano una serie di questioni, una è la crisi economica del 2008 che fa esplodere la bolla del mercato immobiliare, le città iniziano a centrificare, Milano in particolar modo – dove è ambientato l’intero romanzo - e soprattutto creano un mondo del lavoro che si chiude ancora di più ai giovani”.

Una crisi sociale il cui apice è ricondotto al G8 di Genova che ha creato un “blocco politico – afferma - in una situazione di stage non retribuiti e percorsi universitari che diventano troppo costosi per poterci mantenere da soli la mia generazione ha un blocco – un blocco politico, da un lato dovuto al G8 di Genova, da quel momento lì la mia generazione per 20 anni si è fermata, non si è più fidata della politica. Ci siamo molto spaventati. Erano anni in cui un movimento globale e trasversale che aveva preso gran parte della nostra energia “i No Global” faceva molta paura agli stati e fu smantellato con la forza. Amnesty International lo chiama la più grande sospensione dei diritti umani in un paese occidentale dal secondo dopo guerra”.

Una trama complessa e articolata tramite un racconto pieno i cui temi, oltre ad essere profondi e studiati, sono anche più attuali che mai, per imbattersi in un finale dove tutto precipita e in cui “ogni capitolo è più corto dell’altro perché mi piaceva assecondare la caduta del tema principale, con la struttura e la caduta della storia”.

In fondo le domande, tra un pubblico che Milliennial non è ma che è probabilmente spinto dall’interesse di una personalità piuttosto scomoda, ma sicuramente schietta e potente, a cui arriva la domanda “qual è il punto di contatto tra le generazioni? Per me è la musica”. Concorde sulla musica Carlotta Vangoli aggiunge senza pensarci troppo “parlate con i giovani di politica, con la generazione dopo la mia e scoprirete quanto sono attivi ed informati i giovani, sarà una sorpresa”.

 

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