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Un migliaio di persone al corteo per Saida Hammouda per le strade di Riccò del Golfo In evidenza

Una passeggiata rumorosa che ha unito tutta la comunità. 

Si è svolta ieri pomeriggio a Riccò del Golfo la manifestazione in memoria di Saida Hammouda e per protestare contro la violenza di genere, organizzata tempestivamente da "Non Una di Meno" su richiesta della comunità di Riccó.

Il corteo ha unito circa un migliaio di persone che per le strade del paese si sono incontrate per partecipare alla passeggiata rumorosa con partenza di fronte alle scuole medie e arrivo in silenzio, di fronte all’abitazione di Saida.

La manifestazione ha visto la partecipazione delle classi delle scuole e ha unito bambine e bambini, donne e uomini di qualsiasi età, l’una a fianco all’altro per protestare e manifestare la propria solidarietà. Prima di percorrere la strada che porta all’abitazione, il corteo si è unito in un minuto di forte rumore per poi silenziarsi e giungere di fronte la casa.

Non Una di Meno è stata contattata da Francesca Rappa e Simona Castellana che hanno chiesto il loro supporto per l'organizzazione del corteo, "Siamo state bravissime a far girare il messaggio della manifestazione - spiegano - non ci aspettavamo così tante persone ed è stato bellissimo vedere tutte queste persone insieme ai nostri ragazzi. Il silenzio era la strada sbagliata. Saida era diventata cittadina italiana ma anche se non la fosse stata era comunque cittadina del mondo e del nostro paese. Era una donna e una madre meravigliosa. Si meritava una corona di fiori e almeno un minuto di silenzio. Si meritava che la ascoltassimo di più e che la vedessimo di più. Le nostra urla di rabbia e di dolore sono state un modo per rendere giustizia a questa tragedia. Un insegnamento affinché non accada più che una di noi venga ignorata. Un grazie a tutte e a tutti". 

“Sono state Francesca e Simona che ci hanno contattate – spiega Silvia Peveri di NUDM La Spezia – per organizzare la manifestazione e abbiamo voluto partecipare perché abbiamo condiviso la rabbia e il dolore, organizzando all’ultimo momento la passeggiata che ha avuto una grande partecipazione. Non è scontato vedere le classi delle scuole in prima fila”.

“Ancora una volta una donna è stata uccisa dal partner violento che era stato denunciato – spiegano le voci del corteo - la violenza patriarcale e la cultura dello stupro sono violenze di stato”. Un’affermazione su cui c’è ancora molta disinformazione, la cultura dello stupro è infatti definita dagli esperti del settore la base della violenza sulle donne, un insieme di credenze, valori e atteggiamenti culturali che incoraggiano l’aggressione da parte dell’uomo sul corpo di una donna. La cultura dello stupro si manifesta anche attraverso commenti, linguaggio, atteggiamenti non verbali e/o fisici e si presenta come una cosa “normale”.

Il femminicidio, definito negli anni “delitto passionale” o “delitto d’amore”, ha oggi una connotazione ben precisa, quella di uccidere una donna, in quanto donna. È una violenza strutturale e sistematica, connotata a livello culturale ed esercitata in modo anche indiretto, prodotta dalla società stessa e dalle sue profonde disuguaglianze di genere.

“Non ne possiamo più di contare le nostre sorelle uccise dal partner, dall’ex o dal familiare, non ne possiamo più di sentire di donne morte perché lasciate sole dopo aver denunciato – affermano le voci al microfono - la storia di Saida ci mette ancora una volta di fronte al fatto che le istituzioni preposte non sono in grado di gestire episodi di violenza di genere”.

Le voci del corteo ribadiscono poi l’importanza dell’educazione affettiva ma anche dei percorsi di uscita dalla violenza, affinché nessuna donna venga lasciata sola, “ribadiamo oggi l’importanza di investire sull’educazione affettiva, a partire dai bambini e dalle bambine vogliamo che le nuove generazioni crescano con consapevolezza. Siamo qui per dire che non vogliamo avere più paura, vogliamo contarci vive”.

Ad unirsi al corteo anche Francesca Tartarini, Cgil che afferma “siamo anche per sostengo a livello personale, è una vicenda che ha toccato tutta la comunità della provincia. Per noi è importante esserci perché spero sia uno spunto per andare a migliorare e iniziare a fare un lavoro di cultura. C’è una grande partecipazione e sono presenti tutte le fasce di popolazione, dai bambini alle scuole, e tutta la comunità di adulti, questo da un segno di coesione ed è importante per andare a costruire qualcosa e stare vicino alla famiglia che si trova in difficoltà”.

“Una manifestazione molto sentita e molto partecipata – ha affermato Jacopo Ricciardi (Co - Segretario Regionale di Rifondazione Comunista) presente al corteo - era importante esserci oggi perchè non si può rimanere in silenzio di fronte ad un ennesimo femminicidio”.

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