Il 24 aprile scorso nave Duilio, prima flagship della neonata operazione EUNAVFOR ASPIDES, ha lasciato il testimone a nave Fasan, dopo 3 mesi di sorveglianza marittima nello stretto di Bab Al Mandeb e, per estensione, in tutta la zona marittima prospicente lo Yemen che va dal Mar Rosso al Golfo di Aden.
Scopo del Duilio, la protezione del naviglio di interesse europeo e nazionale dalla minaccia dei ribelli Houti, nell'area del transito merci da e verso Suez, la porta orientale del Mediterraneo: circa il 17% del commercio marittimo mondiale passa per questa sottile striscia di mare.
Un periodo intenso per la nave, che ha ospitato uno staff europeo interforze composto da 6 Paesi membri, percorrendo ben 21.639 miglia nautiche nell'ambito di una delle attività più delicate in cui è impegnata attualmente la Marina Militare.
Numerose anche le interazioni con altre Task Forces presenti in area, come il CTF 50 IKE Carrier Strike Group, concentrato sulla portaerei Eisenhower, e il CTF 125 “Prosperity Guardian", attualmente a guida italiana: al di là dei differenti mandati, il coordinamento è stato costante, a consolidamento della piena interoperabilità a livello tattico. Importantissima, in tal senso, la figura di ufficiali di collegamento ITA-USA per il confronto sui rispettivi schemi di manovra, a garanzia di rilevamento certo della minaccia, costituita in questo caso prevalentemente da missili balistici e droni.
Nel corso della missione il Duilio ha attraversato per 30 volte lo stretto di Bab El Mandeb affiancando 40 navi: puntuale il messaggio di gratitudine all'equipaggio espresso dai rispettivi Comandanti al termine di ogni close protection. Un sentimento di solidarietà e fratellanza che accomuna i naviganti, sintetizzato dalle parole di Vito Ravo, CSO Grimaldi Lines: “La nostra Marina ci rende orgogliosi di essere italiani. Sapere che a 1000 yards c'è un Comandante che, insieme al suo equipaggio, sta seguendo la stessa rotta per proteggere vite umane è un qualcosa che non ha prezzo".
(Fonte e foto: Marina Militare)