La Nave Vulcano della Marina Militare che è partita mercoledì dal porto di Al Arish (العريش), in Egitto, ha attraccato al molo Garibaldi del Porto della Spezia questa mattina intorno alle 6.00. A bordo 62 palestinesi, di cui 18 bambini, 14 dei quali hanno bisogno di cure mediche immediate. I feriti più gravi sono stati stabilizzati a bordo e nessuno di loro è in pericolo di vita.
Sulla banchina è stato installato un carrello elevatore per la discesa dalla nave disposto per chi non può camminare. Sul posto presente anche una task force della Croce Rossa che ha messo a disposizione 16 mezzi tra ambulanze e automediche e formata da un totale di 45 volontari addetti al pronto intervento e al trasporto immediato presso le strutture sanitarie di destinazione quali: l'ospedale Rizzoli di Bologna, il Meyer di Firenze, il Gaslini di Genova e il Bambino Gesù di Roma e l’ortopedico di Milano.
I profughi sono stati recuperati grazie ad una missione di coordinamento che ha visto lo svolgersi di una triangolazione tra Ministero degli esteri e il dialogo con autorità israeliane autorità egiziane e autorità palestinesi. "Grazie a questa operazione - ha dichiarato il Ministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale e Vice Premier, Antonio Tajani - è stato possibile salvare questi bambini, vittime innocenti di una guerra di cui non sono responsabili".
Le persone a bordo della Nave Vulcano sono giunte in Egitto tramite il Varco di Rafah (تقاطع حدود رفح), una frontiera internazionale tra l'Egitto e la striscia di Gaza, che è al momento l'unica via d’uscita dalla striscia di Gaza, pattugliata per il resto dei confini dai soldati israeliani. Un confine però non semplice da varcare e senza nessuna organizzazione sistematica. A denunciarlo nei giorni scorsi tramite un’inchiesta è l’Organized Crime and Corruption Reporting Project (OCCRP) che riporta la vendita a caro prezzo dell’uscita da Gaza. Gli intermediari presenti al confine vendono infatti il permesso di attraversare il varco a prezzi che variano tra i 4,500 a 10.000 dollari per i palestinesi, e da 650 a 1.200 dollari per i cittadini egiziani.
La nave, prima di salpare definitivamente è rimasta circa due mesi al largo delle coste egiziane. Tra le storie a bordo, quella di una bambina nata il 22 dicembre all’interno della Nave, lei e la madre risultano in buone condizioni mediche.
Anche questa volta a fornire un pasto caldo è la Caritas Diocesana della Spezia: “come Caritas siamo impegnati e abbiamo preparato i pasti – ha spiegato il Presidente Caritas della Spezia Don Luca Palei - abbiamo consegnato questi kit per permettere loro un viaggio più sereno. Le cuoche della Cittadella della Pace si sono messe al lavoro insieme ai ragazzi già ospiti nel centro che hanno dato una mano a preparare i pasti. Un modo di dimostrare fraternità e solidarietà, consapevoli che per una strada diversa o una ragione diversa anche loro sono migranti in cerca di salvezza”.
Ad accogliere i superstiti anche i volontari della comunità Sant’Egidio, che con dei pacchetti di cibo, fiori e palloncini hanno dato il benvenuto ai bambini e le bambine palestinesi.
Anche in questa occasione, il Porto della Spezia si è adoperato per predisporre al meglio lo sbarco, “ringrazio la disponibilità di LSCT e dell’Autorità di Sistema Portale che ha messo a disposizione le banchine – ha affermato la Prefetta della Spezia, Maria Luisa Inversini - anche se questa volta la gestione è stata tutta a livello centrale quindi noi abbiamo solo provveduto al coordinamento”.
La nave rientrerà adesso nel porto di Taranto.
