Aggredito sotto casa da alcuni individui dal volto travisato: il brutto episodio di violenza ha coinvolto l'altro ieri sera uno dei dirigenti tecnici dello Spezia, frutto del difficile momento del club bianco e del conseguente clima appesantito dalle polemiche.
Alle contestazioni andate in scena domenica al Picco contro la proprietà, la squadra e l'intero staff tecnico sono seguite l'esonero in panchina di Alvini (ora lo Spezia in zona retrocessione può vantarsi di avere tre mister a libro paga, oltre a Gotti e Alvini anche il nuovo tecnico D'Angelo), migliaia di post roventi sui social, atti di vandalismo sulla macchina di Verde e, da ultimo, la violenza fisica su un tesserato di vertice sulla quale sta indagando la Digos spezzina.
Vandalismo e violenza fisica da condannare senza se e senza ma.
Per quanto riguarda le pessime opinioni sul lavoro fatto in primis da Nashan Tella, messo al comando dai Platek per qualità manageriali non espresse nel pianeta football, e a cascata da Macia e Melissano decisi a rimanere al proprio posto malgrado la retrocessione e l'andamento pessimo in serie B, parlano i fatti.
È vero: non si può pretendere da tutti la classe di Thiago Motta che dopo aver salvato lo Spezia in serie A ha rescisso senza strascichi, o la professionalità di Guido Angelozzi che dopo aver contribuito alla storica promozione in A a costo zero è stato scaricato come un pacco indesiderato senza fare clamore, ripartendo alla grande da Frosinone da uomo di calcio qual è.
Ma almeno che Macia e Melissano facessero una seria e pubblica autocritica, questo era quello che i tifosi si sarebbero aspettati per non arrivare ad una insostenibile situazione di rapporti, cui ora dovrà metter mano l'ad Andrea Gazzoli, per sua fortuna arrivato al comando del club aquilotto a mercato appena concluso.