A distanza di un anno dall’installazione della scultura “È amore” – progetto artistico realizzato nell’ambito della manifestazione nazionale “Una boccata d’arte”, ideata e promossa da Fondazione Elpis e accolta con entusiasmo dal Comune di Ameglia – l’artista Alice Ronchi sabato 2 settembre dà di nuovo appuntamento a Montemarcello, questa volta per presentare il suo libro “Caro Montemarcello…”. L’incontro, che si svolgerà sotto forma di tavola rotonda in Piazza 13 Dicembre alle 17.30, sarà l’occasione per l’artista e autrice, di presentare questo progetto editoriale che raccoglie le testimonianze degli abitanti del borgo, già coinvolti nel 2022 nel suo primo lavoro.
«Quando mi hanno invitata a realizzare un intervento artistico per il borgo di Montemarcello, la mia curiosità si è subito rivolta agli abitanti, volevo conoscerli e imparare a vedere il luogo attraverso i loro occhi – racconta Ronchi –. È stato per me fondamentale indagare non solo la storia e l’architettura del borgo ma il rapporto intimo, a volte quasi segreto, tra la persona e il luogo. Così mi sono concentrata sui racconti di coloro che lo abitano e che ancora lo scelgono ogni giorno. Ho deciso allora di iniziare il mio dialogo attraverso una serie di interviste ai suoi abitanti, svolte nell’intimità delle loro case».
L’installazione di Ronchi è oggi elemento di pregio permanente a Montemarcello, grazie alla volontà del Comune di Ameglia di acquisirla in forma stabile, con il contributo dei Cantieri Sanlorenzo Yachts, interpretando in modo concreto l’incoraggiamento all’incontro tra arte contemporanea e borghi storici insito nell’innovativo progetto di Fondazione Nissim. Si tratta di un’installazione in acciaio non lucidato che Alice Ronchi ha posizionato sull’antica porta di accesso al borgo, che simboleggia nella sua forma ad arco la discreta accoglienza che il paese ha offerto all’autrice e a chi lo voglia conoscere in profondità. Fin dal titolo “È amore”, l’opera rivela il consentimento dell’autrice con il luogo e specialmente con i suoi abitanti, ai quali Alice aveva chiesto di scrivere un pensiero dedicato al loro rapporto col luogo, traendone lo spirito di fondo per l’idea progettuale. Quelle lettere erano state imbucate dagli abitanti nella cassetta che Alice aveva fatto collocare nella piazza principale del paese: quasi tutte erano scritte a mano e in forma anonima ed erano intrise dei sentimenti sinceri della popolazione che oggi è composta sia dai nativi del posto, sia dagli ospiti ormai adottivi, tutti affezionati in modo diverso ma tangibile al magnifico borgo affacciato sulla maestà delle Apuane.