All’ospedale della Spezia è ricoverato un uomo con la febbre del Nilo, o malattia di West Nile, primo caso in Liguria quest’anno.
Si tratta di un turista di 77 anni, proveniente dalla Lombardia ed in vacanza alla Spezia. Il 25 agosto è risultato positivo ad un doppio test diagnostico per la rilevazione del virus West Nile.
ASL 5 ha trasmesso la notifica ministeriale entro le 12 ore dalla diagnosi, come da normativa vigente, e si sta conducendo l'indagine epidemiologica.
Intanto, il paziente è ricoverato nel reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale Sant’Andrea della Spezia, al momento in condizioni stabili.
Secondo l’ultimo bollettino dell'Istituto Superiore di Sanità aggiornato al 24 agosto, sono 133 in Italia i casi confermati di infezione da West Nile Virus (WNV) nell’uomo dall’inizio di maggio. Di questi, 74 casi si sono manifestati nella forma neuro-invasiva e sei sono state finora le persone decedute.
Il primo caso di infezione su un essere umano della stagione è stato segnalato nel mese di luglio dall'Emilia-Romagna, nella provincia di Parma.
Sono 43 le province italiane con dimostrata circolazione del West Nile virus, appartenenti a 9 Regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Puglia, Sicilia e Sardegna.
La “febbre del Nilo” è una malattia causata da un virus a RNA appartenente alla famiglia Flaviviridae, genere Flavivirus, denominato West Nile Virus (WNV).
Il virus è stato isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, da una donna proveniente dal distretto di West Nile; da qui il nome del virus.
Il virus arriva all’uomo dalla puntura delle zanzare, che a loro volta si infettano pungendo uccelli viremici.
Gli uccelli rappresentano quindi il serbatoio del virus, mentre le zanzare ne diventano i vettori di trasmissione verso ospiti “accidentali”, come il cavallo o l'essere umano.
Le punture delle zanzare infette costituiscono il principale mezzo di trasmissione all'uomo. Più frequentemente le zanzare del tipo Culex, quelle piccole di origine italiana.
E il cambiamento climatico in atto potrebbe aver agevolato il diffondersi della malattia, perché il caldo accelera il ciclo vitale degli insetti portatori di infezioni.
Importante sottolineare che il virus non si trasmette da uomo a uomo tramite contatto con le persone infette.
Fanno eccezione rari casi documentati di trapianti di organi e trasfusioni di sangue, situazioni nelle quali viene tuttavia esercitata una stretta sorveglianza sanitaria.
In Italia, la sorveglianza epidemiologica dei casi di malattia da virus West Nile (WNV) è coordinata a livello nazionale dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e dal Ministero della Salute.
Nella maggior parte dei casi (4 su 5), le persone infettate con il WNV non sviluppano sintomi.
La malattia ha un periodo di incubazione tra 2 e 14 giorni dalla puntura, che può arrivare a 21 giorni nelle persone con sistema immunitario indebolito.
Quando si sviluppano sintomi, questi comprendono, in forma anche leggera: febbre, mal di testa, mal di gola, dolori muscolari ed articolari, congiuntivite, rash cutanei, linfonodi ingrossati, nausea, dolori addominali, diarrea e sindromi respiratorie. Negli anziani e nelle persone debilitate, la sintomatologia può essere più importante.
Nei casi gravi, si può arrivare alla paralisi e al coma, e alla permanenza di alcuni effetti neurologici. In rari casi, e per lo più in persone già debilitate, il virus può causare un’encefalite letale.
Per la “febbre del Nilo” non esiste una terapia specifica, i trattamenti sono mirati alla cura dei sintomi, che nella maggior parte dei casi scompaiono da soli dopo qualche giorno. Solo nei casi più gravi è necessario il ricovero in ospedale.
Per proteggersi dal virus West Nile non si può che cercare di adottare misure di prevenzione personale, come ridurre il più possibile l’esposizione alle punture di zanzara, tramite l’uso di repellenti cutanei e l’utilizzo di zanzariere e/o diffusori di insetticidi ad uso domestico. E poi adottare misure quali coprire o svuotare sottovasi e recipienti che possono contenere acqua stagnante, per non favorire la riproduzione delle zanzare.