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Il granchio blu pescato anche nello spezzino, è allarme per l’ecosistema marino In evidenza

di Alice Tintori – A rischio la sopravvivenza di altre speci. Una soluzione potrebbe essere la pesca (controllata).

Il granchio blu sta facendo molto parlare di sé in questa calda estate 2023.
Si tratta di un crostaceo originario delle coste atlantiche di tutto il continente americano. Una delle ipotesi più accreditate è che sia arrivato nel mar Mediterraneo via nave a causa del commercio internazionale, probabilmente caricato accidentalmente nell’acqua di zavorra delle navi mercantili, circa un secolo fa; prima di un'autentica e più recente invasione, favorita dall’aumento delle temperature dei mari e dal riscaldamento globale.

Nel mar Adriatico è ormai allarme per l’invasione del granchio blu, che sta sconvolgendo l’ecosistema marino, e sta diventando un serio pericolo per diverse specie locali, come vongole e cozze.
E, come ci si poteva aspettare, il granchio blu non è rimasto confinato nel mar Adriatico.
E così ora l’allarme è stato lanciato nel mar Ligure, in particolare nella nostra provincia, dove diversi esemplari sono stati avvistati in mare, alcuni sono rimasti impigliati o hanno rotto le reti dei pescatori.
Di recente le prime segnalazioni: granchi blu pescati a Lerici e a Punta Bianca.

Il granchio blu, o Callinectes sapidus, è un crostaceo onnivoro, che può arrivare ad un chilo di peso; si nutre di tutto, in particolare di vongole, di cozze, di avanotti di orate e spigole. Ed ha una grande capacità riproduttiva, una femmina può deporre fino a 8 milioni di uova.
Nel suo habitat naturale costituisce una fonte di cibo per i suoi predatori che, oltre all’uomo, sono costituiti da squali, anguille, razze, tartarughe, pesci persici nei fiumi. E poi se stesso, il granchio blu è cannibale.

Ma in un ambiente diverso e, soprattutto, in un sistema più piccolo dell’oceano Atlantico e delicato come quello del Mediterraneo, le caratteristiche del granchio blu lo rendono estremamente pericoloso per la sopravvivenza delle specie di cui si nutre.

Il fenomeno sta assumendo proporzioni importanti. In particolare, è già una vera emergenza nella zona del delta del Po e in tutto il mar Adriatico.
Molti i danni economici. Solo sul delta del Po, si stimano in tremila le imprese ittiche a rischio chiusura, e si teme la scomparsa di eccellenze alimentari locali.
E, se non si troverà una soluzione, i danni ambientali saranno incalcolabili.
E così sono partite in Italia diverse iniziative di studio e di monitoraggio del fenomeno, ed il problema è stato posto anche a livello europeo.

Nel Golfo dei Poeti, la Cooperativa Mitilicoltori Spezzini ha posizionato le prime nasse sentinella per rilevare la presenza del granchio blu e monitorare la situazione.
In gioco non c’è solo la salvezza delle aziende ittiche, ma molto di più. La salvaguardia dell’ecosistema del nostro mare è un problema serio che deve riguardare tutti, in primo luogo noi “gente di mare”.

Nel mese di luglio è stato approvato un decreto legge che, “allo scopo di alleviare le criticità indotte dalla proliferazione del granchio blu, prevede interventi per la cattura e lo smaltimento del granchio blu, per mettere la filiera a riparo nei prossimi anni in termini strategici”, come dichiarato dal Ministro Francesco Lollobrigida.

È giunto in queste ore, fa sapere Alleanza Cooperative Pesca e Acquacoltura in una nota, l'atteso via libera da Roma al rilascio di un'autorizzazione straordinaria, per le imprese di pesca e/o acquacoltura che ne faranno richiesta, per tre mesi all'uso di "nasse/cestelli e reti da posta fissa" entro la fascia 0,3 miglia dalla costa e, ove presenti, in prossimità della foce dei fiumi, al fine di intensificare al massimo la raccolta di granchio blu. Naturalmente, l’azione è limitata al solo granchio blu, specie ittiche diverse, ove catturate, devono essere rigettate in mare e non possono in alcun caso essere sbarcate.

E il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, nel corso dell'incontro dell' 8 agosto al Masaf (Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste) con le associazioni e le istituzioni locali, ha affermato:”Trasformiamo una criticità in un'opportunità. Se c'è consumo e commercio, c'è una filiera che si attiva naturalmente. I granchi blu sono una grande risorsa, sulla base ad esempio di un mercato potenziale molto interessante come quello degli Stati Uniti e della Cina, che utilizzano questo animale in maniera massiva." Il granchio blu, in diversi paesi del mondo, rappresenta una rinomata prelibatezza culinaria. E il Ministro Lollobrigida specifica: “Il granchio blu, tra le sue proprietà, ha una presenza forte di vitamina B12, estremamente preziosa per l'organismo umano”. E prosegue: "Mancando un predatore nei nostri mari bisogna che sia l'uomo ad assumersi la responsabilità di intervenire. E ritengo che i pescatori, da buoni ambientalisti quali sono, possano farlo in maniera puntuale”.

Insomma, una soluzione per contrastare l’invasione di questo granchio potrebbe essere la sua pesca per scopi alimentari. Il granchio blu potrebbe trasformarsi da minaccia dei nostri mari a nuova possibilità gastronomica, inserendo questa specie nei nostri menù a chilometro zero.

 

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