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Elisa e Claudia, quindici vittorie in due e una grande passione: il Palio In evidenza

di Anna Mori – In un’intervista doppia, Elisa Carpena e Claudia Calzetta ci hanno raccontato le loro storie, fin dagli esordi del Palio femminile, un racconto che sa di passione ed emozioni.

Elisa e Claudia non solo sono le vogatrici che hanno vinto di più nel Palio femminile: Claudia è salita 8 volte sullo scalino più alto del podio, Elisa 7. Sono anche due grandi amiche, un’amicizia nata sulla barca, condividendo fatica, ma anche tante gioie.

Gazzetta della Spezia le ha incontrate per conoscere le loro storie, fin dagli esordi del Palio femminile (per Elisa anche prima!), racconti che racchiudono caparbietà e dedizione, ma anche una sviscerata passione per il Palio e tante, tantissime emozioni.

Il Palio femminile ha preso l’avvio nel 1995. Quando avete maturato la decisione di farne parte e perché?

ELISA: Il Palio femminile è iniziato nel 1995…e io c’ero! Essendo nata e cresciuta a Fezzano, ho vissuto a pane e Palio. Fin da bimba l’ho sempre seguito con i miei genitori, andavamo a vedere le gare dalla barca, lungo il cordone attorno al campo di gara. Nel ’94 ho avuto l’opportunità di partecipare al “Palio Rosa”, una gara organizzata verso settembre che si svolgeva a Spezia. Ero una ragazzina, noi bimbe avevamo composto un equipaggio e gareggiato con una barca del Fossamastra, perché quella del Fezzano era utilizzata dalle ragazze più grandi. Già quell’occasione per me era stata il massimo, il mio sogno era proprio quello di salire in barca. Sarebbe stato il mio sogno anche salirci come timoniera, ma non avevo avuto quella possibilità, un po' perché non ero leggerissima e un po' perché quando ero piccola io le bimbe non venivano considerate e i timonieri erano solo maschietti.

Un’altra occasione per salire in barca e vogare, per me davvero il massimo, era la gara di “ciattini”, le barchette che si utilizzava per andare a prendere le barche nelle catenarie, che ogni anno veniva organizzata a Fezzano per la Festa di San Giovanni: noi bambini ci confrontavamo su un percorso, molto corto naturalmente, ma già lì la nostra passione cresceva. Io ero, forse, una delle poche bambine che partecipava, perché in fondo sono sempre stata un po' una “maschiaccia” e queste sfide mi piacevano.

Nel 1995 si decise di far gareggiare anche le ragazze nel Palio del Golfo. Ricordo che mi trovavo nella Borgata delle Grazie, perché avevo lì delle amiche, eravamo in otto. Per decidere chi avrebbe gareggiato per Le Grazie, hanno organizzato una garetta tra i due equipaggi. Vinse il mio, gareggiammo, quindi, con la barca delle Grazie, mentre le altre con quella del Portovenere. Abbiamo partecipato alle prepalio delle Grazie, del Muggiano e poi al Palio, per me un’emozione grande, perché è stato il mio primo in assoluto. Abbiamo vinto le prime due gare alle Grazie e Muggiano, quindi andò bene. Il Fossamastra si presentò solo alla prepalio di Muggiano, per prendere le misure, e poi al Palio vinse battendoci per un secondo, ma a bordo c’erano due ragazze che venivano dalla Velocior e che sapevano vogare bene. Noi eravamo alle prime armi, con una voga molto “retrò”.

L’anno dopo sono andata a Fezzano, il mio primo vero allenatore è stato Fausto Artiaco, è lui che mi ha insegnato a vogare: quell’anno, infatti, si è subito vista la differenza. Tieni conto che abbiamo vinto il Palio abbassando il tempo dell’anno prima di quasi 30 secondi, un abisso.

Il canottaggio come sport lo seguivo in televisione, però per me la passione era quella per il Palio, da Borgatara, essere davanti al pubblico della Morin, a quella marea umana, l’emozione che provi è qualcosa che solo chi l’ha vissuta può descriverla e capire.

CLAUDIA: Il mio approdo al Palio è stato del tutto casuale, diciamo che praticamente è stato dovuto ai classici “errori di gioventù”. Sono stata fidanzata per un paio di anni e poi lasciata, non sapevo cosa fare. Stavano componendo gli equipaggi, un giorno, quindi, mi hanno detto: “Perché non vieni a vogare se non sai cosa fare?”…e mi sono rovinata!

Quali sono i più bei ricordi che portate dentro? Quale il Palio più bello  per voi?

ELISA: Ricordi belli ne ho tantissimi e sono tutti legati a quello che mi ha dato il Palio. Grandi amicizie, le mie più grandi amiche hanno sudato con me a bordo delle barche, e poi mi ha dato mio figlio, perché con suo padre ci siamo conosciuti nel mondo del Palio. E anche mio marito: se non avessi vogato e lui non fosse stato il Capo Borgata probabilmente non ci saremmo mai incontrati. A volte il destino trova queste strade.

Sicuramente il primo Palio ha avuto un sapore particolare, soprattutto perché l’ho vinto nella mia Borgata, è un ricordo che sento molto forte. Però, come ho sempre detto, il Palio più bello, dove mi sono sentita parte dei tifosi e della Borgata, messa su un piedistallo quasi quanto un Senior, è stato il mio primo Palio a Marola nel ’98, perché la Borgata veniva da quarant’anni di non vittorie. Vincendo noi, equipaggio femminile, quell’anno abbiamo riportato il Palio in Borgata. La gente di Marola continua sempre a dirmi che le vittorie che sono seguite dei Senior sono partite dalla nostra, perché ha dato alla Borgata entusiasmo per lavorare sul Palio e gli equipaggi e per questo ci siamo sentite al centro dell’attenzione al massimo. Le persone piangevano, mi abbracciavano e mi ringraziavano. Lì è stata un’emozione veramente unica. Lo ricordo forse come il Palio più bello in assoluto. Poi ogni vittoria è stata bella, non lo metto in dubbio. E’ stata bellissima la prima al CRDD con la Claudia ed è stata bella l’ultima sempre con lei, la Martina e la Serena. Però quella di Marola me la ricordo perché abbiamo fatto piangere la Borgata di gioia e quella è stata sicuramente una soddisfazione grandissima.

CLAUDIA: Di bellissimi ricordi ce ne sono infiniti. Perché il vogare, oltre la bellezza dell’essere in mare con i colori, i profumi, i rumori, in barca con il tuo equipaggio, sono momenti indescrivibili, perché diventi un tutt’uno, come delle sorelle. I ricordi che porto nel cuore sono tantissimi e ognuno ha un particolare speciale.

Che cosa significa per voi il Palio?

ELISA: Per me è passione, adrenalina, sfida, con me stessa, contro gli altri. E poi soprattutto nel Palio femminile c’è sempre una voglia di rivalsa, perché siamo sempre state un po' bistrattate. All’inizio si faceva fatica a farsi rispettare, ora è molto più semplice, all’inizio era dura la vita per noi ragazze, perché eravamo un po' l’ultima ruota del carro. Il Palio è qualcosa che ti porti dentro, è una passione che hai, è qualcosa di soggettivo, ma in primis c’è la passione. Ho sempre detto che i ragazzi, per farli appassionare a questo sport, bisogna farli salire su una barca da Palio.

CLAUDIA: La parola Palio vuol dire tanto. Mi ha veramente insegnato ad affrontare la vita, perché questa perseveranza di cui ha bisogno, mettersi in barca, allenarsi, tutto per un unico obbiettivo, racchiuso in sei minuti, tanto per ingrandirla un po', con una sola chance, nella vita è stato molto utile per raggiungere i miei obiettivi, i miei successi e cercare le mie realizzazioni. Però Palio vuol dire anche emozione, colore, vuol dire grinta, vuol dire luce. L’ho sempre considerato un momento in cui veramente mi lasciavo andare. E mi ricaricavo, quindi anche ricarica. Palio è amicizia, perché le amicizie nate in barca sono poi amicizie vere, profonde, sono amicizie che rimangono dentro. Sono quelle in cui si dice “siamo amici, veri amici”.

Siete considerate le “Regine del Palio Femminile”, Claudia 8 ed Elisa 7 vittorie, cosa significa questo per voi?

ELISA: Non mi sento regina, non mi sono mai innalzata a questo ruolo, sono sempre stata umile nel mio essere. Sì ho vinto, ho fatto bene, ma ho vinto perché avevo con me altre ragazze valide che hanno vinto con me. Non è una persona che fa l’equipaggio, ma l’equipaggio è composto da quattro persone più il timoniere e quindi se si vince, si vince tutti insieme. Ho avuto la fortuna di avere delle ragazze valide che mi hanno aiutata ad arrivare a queste sette vittorie.

CLAUDIA: Otto Palii per me significa averne uno più della Elisa. La Eli per me è sempre stata la “Vogatrice” con la “V” maiuscola, il mio punto di riferimento, il Del Piero del Palio. Dicevo: “Voglio vincerne più della Carpena”, perché per me averne più di lei voleva dire che ero stata bravissima, per me lei era il top. Ne ho vinto uno in più, ne abbiamo vinti insieme, però avrei il desiderio infinito che lei ora fosse a otto con me, sarebbe bellissimo, ma vista l’età non so se ce la faremo più!

Ad una ragazza che vorrebbe seguire le vostre orme ed iniziar a vogare nel Palio femminile, che cosa consigliereste?

ELISA: Le direi “Inizia, inizia e fallo con passione”. Sono sicura che qualsiasi ragazzo o ragazza che sale su una barca e inizia a vogare, è difficile che non si appassioni. Non si appassiona alla palestra e al remoergometro, perché quella è solo grande fatica. In barca, certo si fa fatica, ma si provano delle emozioni uniche. Sentirsi la barca scorrere sotto, le onde, il vento, il mare, il contesto in cui ti alleni. Abbiamo la fortuna di avere anche dei posti bellissimi. E’ giusto che chi inizia provi la barca.

Ora gli allenamenti sono più duri di quando ho iniziato io, perché si pretende quasi tutto l’inverno. Personalmente non sono d’accordo su questa linea, i tempi non migliorano nonostante tutti questi allenamenti da olimpionici. Le barche più di tanto non camminano. Invece è importante curare la tecnica, imparare a vogare bene, comporre un bell’assieme con l’equipaggio in barca. E’ logico che durante l’inverno, quando non si può uscire in mare, il remoergometro ti dà una mano e qualche peso serve. Però noi quando abbiamo vinto, cercavamo di uscire in mare il più possibile anche di inverno, la palestra era proprio l’ultima spiaggia. Adesso è quasi il contrario, si tende a stare più in palestra a fare remoergometro. Secondo me è l’errore più grande ed è il motivo per cui tanti ragazzi si allontanano da questo sport, perché si spaventano ad avere l’impegno tutti i giorni. Ai nostri tempi, magari lì si esagerava sul lato opposto, i ragazzi giocavano a calcio di inverno e quando avevano il giorno libero uscivano in mare, a maggio ed aprile tutti i giorni.

Sicuramente vado contro corrente rispetto alle nuove prospettive di allenamento, però questo è il mio pensiero. E se dovessi un giorno allenare, sicuramente opterei per la mia visione di Palio e di allenamento, rispetto a quella più moderna, dove si fa tanto remoergometro e palestra.

CLAUDIA: A chi vuole iniziare, suggerirei di provare la barca, di frequentarla proprio tanto, di remare, remare, di godersi quello che la barca ti sa dare, i suoni, le sensazioni, le emozioni, perché vogare è bello proprio per tutto il contorno che c’é. Le direi anche di essere sempre orgogliosa di vogare, di ringraziare che le danno la possibilità di farlo, perché tanti vogatori non capiscono che è un lusso poter vogare. Le direi anche di godersi tutto l’anno passato insieme, le litigate, la pace fatta, le risate…perché quello che succede nel gruppo e in Borgata ti rimane nel cuore. Le consiglierei di vivere appieno e con serenità tutto quello che viene fatto. E’ la serenità la carta vincente, perché nel momento in cui ti diverti, sei felice, sei libera di testa, fai le cose volentieri, non ti pesano, tutto viene da sé. Quindi non c’è solo l’obiettivo di voler vincere il Palio, ovviamente quello è importante, però va costruito, va assaporato. Nel momento in cui si assapora…viva il Palio!

 

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