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Preoccupazione sul futuro del porto, Bettalli: “Contship prenda una decisione” In evidenza

di Marina Lombardi –Tre le richieste fondamentali: portare lavoro, garantire l’occupazione e investire.

Sul futuro del porto spezzino, una realtà che occupa circa 1500 persone, c’è preoccupazione da parte della CGIL, “una preoccupazione che condividiamo con i lavoratori e gli imprenditori – spiega il segretario generale di Flit Cgil della Spezia, Stefano Bettalli – che coinvolge anche il tessuto economico cittadino, e la politica”.

La drammatica situazione vissuta a causa della pandemia e di seguito con il conflitto russo-ucraino, i risvolti negativi si sono visti su tutti i porti, “ma alla Spezia la situazione è diversa – continua Bettalli – abbiamo contato una flessione anche abbastanza preoccupante nel mese di gennaio. Da febbraio abbiamo iniziato a registrare in termini di volumi una lenta ma progressiva ripresa, non ottima ma migliore di qualche mese fa”.

Ma è il momento di farsi delle domande e cercare di capire perché alla Spezia si soffre maggiormente questa difficoltà, “le ragioni sono tante, ma per molto tempo a Spezia ci siamo beati di esserci inventati il modello produttivo che ha fatto scuola anche dalle altre parti, il modello Spezia, ma continuiamo spesso a guardarci indietro senza renderci conto che davanti abbiamo nuove sfide e dobbiamo fare nuove scelte”.

Contship, una realtà non spezzina, il cui centro decisionale dipende dall’esterno, che da diversi anni ha firmato una concessione in cambio di investimenti e nuova occupazione sul territorio spezzino, che, come spiega Bettalli, non si sono visti, “deve prendere una decisione – afferma - noi non ci possiamo più permettere di aspettare che loro scelgano, devono scegliere. O sono in grado di garantire gli investimenti facendo atti concreti, o la città deve iniziare a valutare anche altre opzioni, tra le quali anche la possibilità di revocare la concessione, qualora gli impegni vengano meno”.

“Oggi assistiamo ad una realtà che dovrebbe essere un motore trainante del porto, ma che non ha le idee chiare. Negli ultimi tre anni ha portato a casa 100 milioni di utili, in un territorio che non è il suo con il quale dovrebbe avere un atteggiamento molto diverso, più collaborativo e disponibile”.

Contship avrebbe quindi disatteso tutti gli impegni presi con il territorio e con la città, portando il porto della Spezia ad essere uno dei più ammirati d’Italia, ad uno che è oggi in difficoltà. I progetti sono tanti spiega Bettalli, come partire con l’ampliamento del porto verso Lerici, con il collegamento del molo Garibaldi e la marina del Canaletto, potenziare la struttura ferroviaria, allestendo ad esempio i treni anche a Santo Stefano, ma la strategia di Contship non appare chiara.

L’organizzazione e gli investimenti sulla sicurezza

Sul fronte organizzazione e sicurezza a parlare è Gabriele Pireddu, RSA Contship Italia, che afferma: “Contship ha smesso di investire sulla manutenzione e sui mezzi circa 15 anni fa, gli ultimi investimenti interessanti risalgono al periodo tra il 2008 e il 2011”.

“Ad oggi noi siamo con una situazione di mezzi, di cui il più vecchio ha 35 anni il più giovane ne ha una quindicina – continua - mezzi non aggiornati e non mantenuti, il che comporta che sistematicamente dobbiamo fermare l’operatività per dei guasti e problemi anche relativi alla sicurezza”.

Ma negli ultimi dieci anni, a crollare è stata anche la fiducia nei confronti del management aziendale, spiega “15 anni fa c’era una fiducia nei confronti dell’azienda, i lavoratori del porto erano fieri del proprio lavoro, oggi non ci credono più. Si è creata una certa politica del terrore e la gente non lo dice perché ha paura, ma c’è una mancanza totale di fiducia”.

Inoltre, racconta sempre Pireddu “per la prima volta dal 2008, ho visto 4 ragazzi licenziati nei silenzio più totale di tutta la comunità portuale ad eccezione della Cgil, sono stati licenziati e dal giorno dopo i colleghi facevano gli straordinari” conclude.

 

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