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Nave Morosini in missione verso il Giappone per l’Operazione AGENOR In evidenza

di Anna Mori - Una missione diplomatica che permetterà alla Marina Militare Italiana di essere presente nel Quadrante Indopacifico.

Si è tenuta ieri sul ponte di Nave Morosini la cerimonia di saluto in occasione della partenza dell’unità navale per il Giappone nell’ambito dell’Operazione AGENOR

Erano presenti il Sottosegretario alla Difesa Matteo Perego di Cremnago e il Comandante in capo della Squadra Navale Ammiraglio Aurelio De Carolis.

"Siamo qui a presiedere la cerimonia di saluto a Nave Morosini in partenza per l’Estremo Oriente - ha dichiarato l’Ammiraglio De Carolisun’area geografica di non usuale gravitazione, ma sempre più in continuità con il Mediterraneo allargato. E’ una missione molto importante quella che il Morosini si accinge ad iniziare, ed è una ‘prima volta’ per tanti motivi. Primo impegno operativo assegnato all’unità, prima uscita della nave dal Mediterraneo, primo banco di prova per verificare l’addestramento del suo equipaggio, prima opportunità per testare l’efficienza del mezzo lontano dalle basi navali nazionali, prima occasione per promuovere l’alto contenuto di innovazione tecnologica di questa moderna classe di navi in qualificanti contesti internazionali”. 

L’Ammiraglio De Carolis ha sottolineato che la missione sarà un’esperienza ricca di contenuti strategici e operativi, che spaziano dalla protezione degli interessi nazionali all’estero, al contributo che il nostro Paese fornisce alla salvaguardia della stabilità e della sicurezza nazionale. 

Una missione che per connotati storici e geografici presenta interessanti analogie con il nostro passato - ha aggiunto l’Ammiraglio De Carolis - Questa nave porta infatti il nome di un valente marinaio e di un grande condottiero che servì con onore la Repubblica di Venezia per tutta la sua vita, Francesco Morosini, 108° Doge dal 1688 al 1694, anno della sua morte. Fu nominato quattro volte Capitano Generale da Mar, Comandante supremo della Marina Veneziana. Fu un forte sostenitore della capacità cosiddetta ‘expeditionary’ della Marina, grazie alla presenza a bordo di tanti ‘da Mar’, gli antesignani dei nostri ‘Leoni del San Marco’.  Da Francesco Morosini, il mio pensiero va ancora più indietro nel tempo, a Marco Polo, anche lui veneziano. Fu protagonista di diversi viaggi in Oriente, considerato il più grande viaggiatore del Medioevo, si spinse in terre lontane, descritte nel libro ‘Il Milione’." 

Nave Morosini, dopo aver attraversato il Mediterraneo, giungerà a Port Said, proseguirà lungo il Mar Rosso, poi attraverso lo stretto di Bab el-Mandeb (in Arabo, ‘Porta dell’Oriente) fino all’Oceano Indiano, lo stretto di Malacca e Singapore, a soli 4° di Latitudine Nord rispetto alle Equatore. Arrivo quindi in  Giappone. il 13 settembre la nave rientrerà alla Spezia.

Quattordici le soste previste: Gibuti, Singapore, Ho Chi Minh, Bangkok, Macassar, Tokyo, Fusan, Manila, Jakarta, Chi Pagog, Mumbai, Muscat, Karachi, Genda.

Una nave straordinaria, un mezzo tecnologicamente all’avanguardia, tra i migliori biglietti da visita che la nostra industria possa oggi presentare all’estero, per concezione, design, sistemi imbarcati e prestazioni che può fornire” ha aggiunto l’Ammiraglio De Carolis.

Su nave Morosini, oltre all’equipaggio, sarà imbarcato personale delle componenti specialistiche dell’aviazione navale, della brigata marina San Marco e del Gruppo Operativo Subacquei del Comsubin. 

Sulla missione e sulle lezioni che verranno apprese, l’Ammiraglio De Carolis ha concluso dicendo che “La missione sarà l’occasione per verificare le capacità della nave in contesti diversi da quelli di normale impiego. Quando si cambia area ci sono tanti aspetti, non solo quelli climatologici, ma anche dal punto di vista operativo. Questa nave imbarca gli ultimi ritrovati dell’industria della difesa italiana con prestazioni di alto livello. L’operazione ci permetterà di stringere nuove relazioni con Marine estere. Ogni flotta ha le sue procedure, per interoperare bisogna conoscersi, fare prove, verificare i sistemi di comando e controllo. Le navi comunicano via radio: oggi si utilizzano le comunicazioni satellitari, avendo come riferimento più costellazioni di satelliti, che non hanno le stesse prestazioni nelle diverse parti del mondo. Quindi sarà un'esperienza, non solo umana e culturale per i nostri equipaggi, ma anche di crescita professionale”. 

Ci aspettiamo tanti risultati, faremo un grande lavoro di studio per identificare delle lezioni e trarne elementi da diffondere a tutta la squadra navale. Molto importante quello che la nave farà lungo la rotta con le altre Marine: alcune attività sono già programmate, altre le definiremo secondo le opportunità”.

L’Ammiraglio De Carolis ha spiegato, inoltre, che i primi di luglio partirà anche il Vespucci per un giro intorno al mondo. L’operazione era già stata pianificata al compimento del novantesimo anno della nave e, a causa  del Covid, era stata rinviata. Il Vespucci, che rientrerà in Italia a febbraio 2025, come il Morosini, promuoveranno il Sistema Paese Italia. 

Sarà una missione di naval diplomacy realizzata da questa nave che è un fiore all’occhiello della tecnologia della nostra Marina Militare - ha dichiarato il Sottosegretario alla Difesa Matteo Perego di Cremnago - Questo fa parte di un programma del Paese per rafforzare la nostra presenza in un quadrante geopolitico strategico, lo vediamo per le tensioni che ci sono tra Cina e Taiwan, un’area che nel prossimo decennio rappresenterà gli interessi di tutti i paesi, attori globali, tra cui l’Italia vuole essere presente. Questa missione fa parte di un più ampio programma in Asia che ci vede coinvolti in India, Singapore, Giappone e nel fare questa missione, l’unità navale renderà possibile il rafforzamento di legami e cooperazione con le Marine locali. Parteciperà a due saloni, Index a Singapore e Lima in Malesia, due importanti momenti in cui anche la nostra industria sarà presente. Questo legherà il Sistema Paese ad una nave che fa diplomazia e che mostra  la nostra tecnologia, esempio del genio e eccellenza della nostra industria, legandosi anche ad alcune missioni in quelle aree come EMASO e ATALANTA. Attraverso la Marina, il nostro Paese esprime la propria proiezione internazionale, in un’area di estrema importanza strategica”. 

NAVE FRANCESCO MOROSINI

E’ il secondo dei sette Pattugliatori Polivalenti d’Altura (Versione Light) che rientrano nel piano di rinnovamento delle linee operative delle unità navali della Marina Militare,

deciso dal Governo e dal Parlamento e avviato nel maggio 2015 sotto l’egida di OCCAR (Organizza-zione per la cooperazione congiunta in materia di armamenti). 

Nave ad elevata flessibilità operativa, concepita per svolgere una molteplicità di compiti sia di carattere prettamente militare, quale il pattugliamento, il trasporto logistico e il combattimento, ma anche di protezione civile, grazie alle sue intrinseche capacità duali, rese evidenti dalle peculiari predisposizioni di bordo. Le due 2 zone modulari di poppa permettono, infatti, l’imbarco di container adatti alle diverse esigenze della missione,

come container logistici e sanitari, e allo stesso tempo consentono l’imbarco di Forze Speciali o di un comando complesso. Costruito interamente in Italia, presso i cantieri Fincantieri di Riva Trigoso e Muggiano, il pattugliatore si contraddistingue alla vista per la sua doppia prora sfalsata, simile al rostro delle antiche navi romane, soluzione ingegneristica che 

permette all’unità la riduzione della formazione ondosa e dei consumi di carburante, aumentandone, così, l’idrodinamicità e la velocità massima. Altri due elementi tecnologici iconici e futuristici sono il Naval Cockpit e il riduttore, il multi-clutch. Il primo permette la condotta della nave e delle operazioni aereo-navali da una sola postazione

integrata, gestita da due soli operatori. Il secondo, permette invece di integrare, ottimizzandone, i numerosi assetti propulsivi e di sfruttare a pieno le capacità di propulsione dell’Unità per ottenere una velocità massima di oltre 32 nodi. Le nuove tecnologie, accompagnate da una spiccata modularità, la rendono una soluzione ingegneristica di primo livello e un’Unità ad alta flessibilità operativa, capace di condurre operazioni in numerosi contesti. Le sue caratteristiche la rendono un vero gioiello

del genio italiano.

DATI TECNICI:

Pattugliatore Polivalente di Altura (PPA Light) 

IMPOSTATA IL: 3.10.17 

VARATA IL: 22.5.20 

CONSEGNATA IL: 22.10.22 

DISLOCAMENTO: 6679 t 

LUNGHEZZA: 143 m 

LARGHEZZA: 16,5 

PESCAGGIO: 8,2 m 

APPARATO MOTORE: 

CODAG VELOCITÀ: ca. 32 nodi 

AUTONOMIA: 5000 NM a 15 nodi 

EQUIPAGGIO: 137 + Team Specialistici (Reparto di Volo e della Brigata Marina San Marco),  

fino ad un massimo di 173 

ARMAMENTO: 

NR 1 CANNONE 127/64 IVS; 

NR  1 CANNONE 76/62 SP, 

NR 2 mitragliatrici tipo KBA calibro 25/80 a controllo remoto 

SENSORI:

DBRX ( Dual Band Radar X) 

NAVR (Navigational Radar) 

EWS (Electronic Warfare Sy-stem) 

IFF (Identification Friend and Foe system)

L’OPERAZIONE AGENOR

L'operazione AGENOR, organizzata nell'ambito dell'iniziativa EMASOH (European-led Maritime Awareness Strait of Hormuz), trae la sua origine da una proposta francese avanzata nel gennaio 2020 in ambito Consiglio dell'Unione Europea. Lo scopo è quello di dispiegare un contingente militare, a connotazione prevalentemente marittima e costituito tra le nazioni europee, in un'area di operazioni centrata sullo stretto di Hormuz ed estesa verso nord a tutto il Golfo Persico e verso sud alla zona di Oceano Indiano posta in corrispondenza delle coste omanite.

L'obiettivo della missione è quello di salvaguardare la libertà di navigazione e la sicurezza delle navi in transito nell'area dello stretto, garantendo la compilazione della Maritime Situational Awareness

(MSA) tesa a rilevare eventuali atti illegali e la gestione de-escalatoria delle dinamiche locali. In teatro. il contingente EMASOH opera in presenza di altri dispositivi, a loro volta inseriti nell'ambito delle operazioni Atalanta, della Combined Maritime Force  e dell'International Maritime Security Construct denominata Sentinel.

Nel 2021 la Marina Militare ha contribuito con Nave Martinengo, che ha preso parte all'operazione per circa 2 mesi da ottobre a novembre. Nel 2022 la Forza Armata ha assegnato a Nave Thaon di Revel la partecipazione rendendola anche sede del Comando tattico dell'operazione a far data dal 6 luglio 2022, fino a gennaio 2023.

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