E’ scomparso ieri mattina Francesco Laghezza, padre dell’Imprenditore Alessandro Laghezza. Nato nel 1940 alla Spezia, ha dedicato la sua vita all’attività di spedizioniere doganale, che ha svolto con grande passione e competenza, arrivando ad essere riconosciuto come uno dei più grandi esperti in ambito doganale a livello nazionale.
Francesco Laghezza inizia a lavorare nel 1955 a soli 15 anni in un Porto completamente diverso da quello di oggi che, si può dire, ha contribuito a costruire. Presta la sua attività per ditte storiche quali Pistelli e Patrone sino all’incontro con Ino Ratti nel 1980, che costituisce un punto di svolta nella sua carriera con la nascita della Ratti & Laghezza e che si intreccia con lo sviluppo del sistema portuale così come lo conosciamo oggi.
Molto importante è la collaborazione con la Messina, un vero e proprio laboratorio di di efficienza e di innovazioni, che Francesco Laghezza apporta soprattutto in termini di procedure doganali insieme al Dottor Tramacere, Direttore della Dogana in quegli anni. Tali innovazioni divengono in breve tempo un vero modello di operatività doganale per la portualità spezzina, tanto da venire esportate anche a livello nazionale. Francesco Laghezza collabora negli anni a venire anche con il nascente Terminal Contiship e segue la crescita dell’Azienda Ratti & Laghezza sul Porto di Genova.
Animatore di diverse attività associative è stato un uomo generoso ed amante dello sport, dai motori, sua grande passione giovanile sino all’arrampicata sportiva e alla bici da corsa. Proprio in bici è vittima nel 2010 di un grave incidente che compromette la sua carriera, dopo più di 50 anni di onorata attività.
‘Mio padre aveva una grande competenza in materia doganale e una grandissima passione per il suo lavoro’ ricorda Alessandro Laghezza ‘Ha saputo trasmettere tale competenza ai suoi collaboratori, contribuendo in maniera sostanziale alla costruzione della nostra azienda così come la conosciamo oggi. A me ha trasmesso l’amore per il lavoro e per i motori, due passioni che abbiamo condiviso sino alla fine ’.