”Don Carlo: un prete, un uomo”: a un anno di distanza dalla sua scomparsa, monsignor Carlo Ricciardi è stato ricordato venerdì scorso a Sarzana, la città dove ha svolto gran parte del suo ministero, con la presentazione di un libro che ne ritrae con fedeltà la figura e l’insegnamento.
Il libro è stato pubblicato dal Lions Club sarzanese che ne ha affidato la redazione a Fausto Rossi. A lungo giornalista del Secolo XIX e già autore di altre pubblicazioni, Rossi è stato nella parrocchia del Carmine tra gli amici e i collaboratori di “don Carlo”, come ancora oggi - senza nulla togliere al titolo ecclesiastico di “monsignore” - tutti, e non solo gli editori del libro, lo ricordano. Il volumetto, ricco di testimonianze e di aneddoti, nasce dunque per così dire “in presa diretta”, che l’agile penna dell’autore traduce in racconti davvero significativi. Molti di quei racconti sono ambientati nell’arco alpino, ovvero nei luoghi dove ogni anno, per oltre mezzo secolo, don Ricciardi organizzò e guidò i campeggi estivi che per così dire hanno fatto la storia. Nati per gruppi limitati di giovani e di ragazzi, i campeggi sono poi via via cresciuti, coinvolgendo adulti e intere famiglie, credenti e non credenti, in un contesto che univa insieme spiritualità e divertimento e che le molte pagine di Rossi descrivono con sapida efficacia.
L’autore, sarzanese doc, si allarga però ad abbracciare idealmente la comunità di Lerici, dove “don Carlo” fu parroco dal 1993 al 2010: comunità che divenne così a sua volta protagonista dei campeggi, il cui inizio, a quel punto, veniva regolarmente posticipato rispetto alla festa annuale di Avvenire dei primi di agosto. Una “lettura” che ben aiuta a comprendere il significato religioso e sociale della presenza attiva di tanti sacerdoti del Novecento: uomini e preti, al servizio di tutti.
Il libro è stato presentato con un “dialogo” tra l’autore e Beppe Mecconi, responsabile della pregevole collana editoriale curata dai Lions sarzanesi.
(Egidio Banti)