È stato presentato questa mattina presso la Questura della Spezia il Protocollo d’Intesa “Zeus” siglato tra ASL5 e Questura, che prevede la collaborazione tra le istituzioni al fine di prevenire gli atti di violenza domestica o violenza di genere.
Il protocollo è pensato per creare un percorso volto ad inserire sia il “maltrattante” che la vittima all’interno di sistema che mette in campo i meccanismi e le professionalità che ci sono sia nel settore psichiatrico, che dall'altra parte, del consultorio. Il protocollo prevede in un primo momento la segnalazione della violenza ed in un secondo tempo la diagnosi, che viene fatta previa autorizzazione della questura, dopo che la persona ha accettato. La polizia, infatti, una volta effettuate le indagini, acquisito gli elementi necessari e notificata la diffida o l’ammonimento, informa il soggetto sui presidi e i centri ai quali si può rivolgere per gestire ad esempio le proprie emozioni, la propria rabbia, i propri comportamenti.
Si tratta si sviluppare un sistema in grado di comprendere le dinamiche della violenza, tenendo in considerazione il contesto in cui si svolge, le cause che portano alla violenza, lo stato psicologico del maltrattante, e di comprendere se effettivamente si tratta di un soggetto che può essere curato e rieducato a non commettere nuovamente atti di violenza. La detenzione non serve a nulla se non è rieducativa, per questo motivo la collaborazione risulta necessaria per gli interventi di prevenzione.
“Non è un paradosso che ci occupiamo anche degli uomini, ma un processo - afferma il Questore della Spezia, la Dottoressa Lilia Fredella - culturalmente è cambiato tutto, ed è necessario che anche il genere maschile capisca che le donne hanno pari diritti. Il cambiamento della cultura implica anche la consapevolezza, e spesso anche le donne non capiscono che quella che subiscono è violenza”. È necessario quindi che le persone sappiano di subire degli abusi, così come sappiano di starli commettendo. Con questo protocollo non si intende mettere in secondo piano la vittima, bensì cercare di comprendere i casi di violenza, spesso dettati da condizioni di emarginazione sociale o stati psicologici instabili, al fine di rieducare la persona “maltrattante” inserendola in un percorso specifico.
Il protocollo prevede inoltre due tipi di ammonimento, uno sullo stalking, che nasce sull’istanza di parte, l’altro per violenza domestica, che può nascere anche da una fonte terza. Il primo può essere attivato anche in assenza di querela, l’altro, in presenza di una querela.
È bene ricordare inoltre, che stando ai numeri, nel periodo che va dall’1/11/2020 al 31/10/2021 risultano registrati 14 ammonimenti per violenza domestica e 9 per stalking. Nello stesso periodo dell’anno successivo, dall’1/11/2021 al 31/10/2022 gli ammonimenti sono 17 per violenza domestica e 13 per stalking. Il dato positivo in questo caso non risulta certo essere il numero delle violenze, ma quello delle denunce.
Le forze di Polizia insieme ad ASL5 esortano infatti a denunciare gli atti di violenza, anche in quanto persone terze e non diretti interessati. L’intento della divulgazione è anche quello di creare una sensibilità comune per la quale si sia spinti a denunciare gli atti di violenza e creare così una sinergia anche tra la cittadinanza che si spera possa portare ad un maggiore interesse per l’altro.