Approvato il bilancio di previsione della Pubblica assistenza della Spezia per l’anno 2023. Si confermano le attività in corso nonostante le sfide economiche imposte dal caro energia che alle tasche dell’Ente costerà 40mila euro in più e si aprono nuove strade per affrontare il 2023 in vista dell’applicazione, il luglio prossimo, della Legge Regionale sui servizi funebri. La Pubblica assistenza in questi mesi non si è fermata.
E’ quanto emerso durante l’assemblea dei soci che si è tenuta ieri nella sede di Via Carducci. Nel corso della riunione è stato fatto anche il punto della situazione e sono stati messi in evidenza i servizi svolti nel 2022.
Dai dati aggiornati a ottobre emerge nuovamente un progressivo aumento delle attività svolte dalla Pubblica Assistenza: sono state consegnate gratuitamente quasi 2mila spese e garantiti più di 3mila 600 trasporti sanitari. Aumenta anche il numero delle famiglie assistite, sono diventate 125. Tra il 2021 e il 2022 sono state distribuite 5mila 200 spese, forniti almeno 2mila pasti notturni e portati a termine di 8mila trasporti ordinari. Si conferma dunque il ruolo fondamentale dell’Ente come punto di riferimento per la comunità. Tutti questi servizi sono stati coperti dalle entrate derivate dai servizi funebri che rappresentano il 71,87%degli introiti della Pubblica assistenza della Spezia.
Se entrasse in vigore la legge regionale sui servizi funebri c'è da chiedersi se la cittadinanza potrà ancora usufruire di questi servizi fondamentali.
“Il 2022 ha messo in evidenza quanto la comunità veda nella Pubblica assistenza un porto sicuro - spiega il presidente Tiziano Battaglini - Il 2023 si prospetta un altro anno complesso per l’impegno che ci onoriamo di portare avanti sul territorio e per la sfida che abbiamo deciso di intraprendere per evitare che la legge regionale sui servizi funebri si abbatta su di noi. Tra le azioni del consiglio siamo riusciti a raggiungere una proroga, ma ora mancano solo 8 mesi. Speriamo di giungere ad una modifica della legge che possa escludere dal'efficacia della stessa gli Enti Pubblici come il nostro. In questi mesi ci siamo rivolti ad uno studio legale specializzato in diritto amministrativo fuori piazza per richiedere un 'parere pro veritate' dal quale sono emersi profili di incostituzionalità della legge regionale 15/20”.
“Lavoreremo con tutte le nostre forze in primis ribadendo l’assunzione di impegno alle istituzioni territoriali che dovranno farsi carico dei servizi che non potremo più assicurare alla cittadinanza. Faremo tutto ciò che è in nostro potere per invertire la rotta – conclude Battaglini - Se non dovessimo riuscire nei nostri intenti l’effetto immediato sarà interrompere alcuni servizi alla persona ed il servizio di Pronto soccorso nelle ore notturne perché non avremmo risorse economiche sufficienti per fronteggiarne le spese. Le ricadute saranno inevitabili per i Servizi sociali del Comune che dovranno gestire le richieste di un maggior numero di persone soprattutto delle fasce più deboli, ma ancor più allarmante resta il fatto che rimarranno totalmente scoperti i servizi di pronto soccorso".