Si è costituito in questi giorni alla Spezia il comitato promotore di Fari di Pace alla Spezia.
Con Pax Christi Italia che il 31 dicembre era a Savona come promotrice della 53ma Marcia per la Pace, i "Fari di Pace" sono passati per Genova in aprile e arriveranno alla Spezia il 22 ottobre 2022 per proseguire il proprio cammino verso altre città italiane.
Fari di pace toccherà principalmente città portuali, portando un messaggio molto chiaro: sottrarre Porti e braccia di portuali al commercio delle armi, sulla base di questi principi:
● niente armi per guerre che si fanno contro popolazioni inermi, per stabilizzare regimi autoritari e liberticidi, per giustificare violenze di massa;
● rispetto dell'art. 11 della Costituzione, della Legge 185/1990, del Trattato sul commercio delle armi convenzionali;
● trasparenza delle autorità competenti su tutto ciò che riguarda la partecipazione italiana a guerre lontane e vicine.
Sarà l'occasione per riflettere insieme sulle guerre che non finiscono e sulle alternative necessarie, in un quadro generale allarmante, tenendo insieme la visione globale e le urgenze locali, l'economia, l'ambiente, la salute, la società. Dopo due anni di pandemia, l'Europa è caduta nella spirale della guerra, con il suo seguito di vittime ma anche di migrazioni forzate, razionamento energetico, penuria di generi di prima necessità, inflazione.
Il prolungarsi del conflitto in Ucraina impone una riflessione urgente sugli equilibri mondiali, il modo di gestire l'uso della forza e soprattutto sul ruolo che l'Europa deve assumere come promotrice di pace evitando il rischio di dissipare soldi dei cittadini per le spese militari e continuare indefinitamente la guerra. Nel nostro paese, il rilancio economico e la spesa sociale e ambientale del recovery plan rischiano di passare in secondo piano, ridimensionati dagli interessi delle lobbies militari.
Non si tratta di questioni globali lontane dalle nostre vite, ma di un modello che tocchiamo con mano, anche alla Spezia, che lascia aperte questioni che si trascinano da decenni, per la cui soluzione si sono impegnati cittadini, associazioni, sindacati: dalla riconversione dell'industria bellica alla restituzione alla città di almeno parte delle aree militari inutilizzate, passando dagli impatti generati dai traffici del porto commerciale.
La nostra città porta con sé criticità sulle quali occorre informazione e trasparenza per favorire la presa di coscienza della necessità di un cambiamento. Il programma Basi blu, con cui il ministero della Difesa pensa di spendere per l'Arsenale357 milioni di euro, già stanziati nelle leggi di bilancio 2017/2018 e in una quota parte dei Fondi per il patto di coesione sociale, per adeguare la base navale per garantire l'osservanza dei nuovi standard operativi della NATO (Bi-SC Directive 85-8), deve essere oggetto di dibattito e confronto pubblico per evitare che vengano ignorate le criticità ambientali che in essa sussistono (amianto, campo in ferro, demolizioni, emissioni, ecc).
Nel contesto in cui viviamo appare del tutto evidente che servirebbe investire denaro pubblico per riconvertire le aree inutilizzate, per le bonifiche ambientali di importanti aree urbane e periurbane (discarica di Pitelli, ex raffineria IP, Campo in Ferro), per facilitare la riconversione energetica, a migliorare la qualità del lavoro e mitigare le produzioni impattanti, fino a modificare il destino aziendale dei poli produttivi per la difesa (Fincantieri, Leonardo-Oto Melara).
Sono questi i temi che il percorso dei "Fari di pace alla Spezia" intende promuovere il prossimo 22 ottobre in un confronto pubblico, con una testimonianza di impegno contro la guerra, attraverso un convegno di approfondimento ed una marcia in città, alla quale invitano sin d'ora i cittadini, associazioni laiche e religiose, sindacati, autorità a partecipare.
Comitato Promotore Fari di Pace alla Spezia:
ACLI, Accademia apuana della Pace, Ambientalmente, Archivi della Resistenza, ARCI, Arci Canaletto, AssociazioneCulturaleMediterraneo, Associazione Amici di Padre Damarco, Associazione di solidarietà al popolo Saharawi, Associazione Murati Vivi, Azione Cattolica, Chiesa Battista, Chiesa Metodista, Cittadinanzattiva-tribunale per i diritti del malato, Comitato Acqua-benecomune, Emergency, Gruppo di Azione Nonviolenta, Informazione Sostenibile, Glass Bell edizioni, Legambiente, Magazzini del mondo, Non una di meno, Libera-Legalitè, Movimento dei Focolarini, SERMIG, Unione Donne Italiane, Unione degli Studenti