Numerosi spezzini sono preoccupati da quello che sarà il futuro del Ponte della Darsena a distanza di tre anni dal crollo. Quali novità ci sono, ma soprattutto per quanto ancora l'attività della Darsena sarà così limitata?
Condivido la preoccupazione soprattutto degli operatori della Darsena, perché il tempo trascorso è effettivamente molto lungo ma su questo ho comunque delle buone notizie, perché nell'ultima fase di svolgimento delle attività dell'incidente probatorio, su impulso del procuratore generale, è stato dato sostanzialmente il via libera alla rimozione dell'impalcato. Ci sarà da attendere fino al 12 settembre, dove verrà realizzato un ultimo esame con il laser sulla struttura esistente e poi dopo si potrà procedere alla rimozione secondo le modalità che saranno concordate dai nostri tecnici con i tecnici della Procura. Quindi posso affermare che entro la seconda metà di settembre, il ponte verrà rimosso. Questo darà la possibilità alla Darsena di funzionare normalmente. Ovviamente poi la viabilità resterà quella attuale. Però, diciamo intanto un un primo importante risultato sarà acquisito.
Nell'ambito di una migliore convivenza tra qualche città, per la riduzione dell'impatto ambientale, cosa possiamo dire agli effetti sulle tempistiche dell'elettrificazione delle banchine?
L'elettrificazione delle banchine è un processo che è in corso. Ai primi di settembre usciranno due gare per la costruzione della nuova cabina di trasformazione, che è necessaria per l'elettrificazione del Molo Garibaldi dove scalano le navi da crociera e un secondo lotto che uscirà contestualmente per la parte impiantistica. Tutto quanto dovrà essere chiuso e definito come lavori alla fine del 2024, quindi questi sono dei tempi certi. Sono opere finanziate dal fondo complementare al PNRR e quindi abbiamo procedure definite e tempi ben contingentati. Abbiamo poi il nuovo molo passeggeri che nascerà elettrificato, dovrà essere completato per l'inizio del 2025 e vedrà la nascita di un rapporto nuovo fra le navi da crociera e la città, perché le navi saranno appunto alimentate da terra. Voglio anche sottolineare come ci sarà un ulteriore intervento di mitigazione ambientale, che sarà quello dell'acquisizione di apparati che avranno la capacità di aspirare le emissioni delle navi mediante sostanzialmente dei tubi telescopici posizionati sui fumaioli e che assorbiranno i fumi trattandoli.
Il progetto di Calata Paita ha visto un rallentamento date le ovvie problematiche a livello globale causate prima dalla pandemia poi dalla guerra. Questi ritardi non rischiano di sovrapporre i lavori che erano stati preventivati a quelli di rilascio delle nuove aree?
No, il rilascio delle nuove aree non è collegato ai lavori di calata Paita, ma è collegato all'espansione della parte container sulla Marina del Canaletto. Perché è evidente che io posso liberare Calata Paita dai container solo se ho un altro posto dove mettere i container, quindi questo è abbastanza credo evidente. Questo si è sbloccato con l'accordo sostitutivo che abbiamo firmato pochi giorni orsono con Thomas Eckelmann e tutto procederà di pari passo. L'altro elemento che accelera il rilascio della calata Paita è appunto la costruzione del molo passeggeri. Quindi siamo in una sorta di gioco ad incastri dove l'espansione del porto commerciale da un lato e la liberazione di una parte dedicata ai container per fare posto al waterfront e per fare posto all'attività crocieristica procederanno di conserva. Per quello che riguarda la prima parte di Calata Paita quindi 5000 metri che sono già stati rilasciati nel gennaio di quest'anno, c'è stato questa difficoltà nel fare le gare, abbiamo avuto tre gare deserte ma per fortuna l'ultima procedura è andata a buon fine, quindi io ritengo che all'inizio del prossimo anno i cittadini della Spezia possano godere di un nuovo spazio aperto sul mare con la possibilità di fare passeggiate e attività anche sportive e poi anche spazi commerciali, di ristorazione e quant'altro.
Per Calata Paita c'è già stata una manifestazione di interesse da parte di operatori locali?
Su Calata Paita c'è stata una manifestazione di interesse che è sorta da parte di una società che svolge traffici marittimi nel Golfo che ha una capacità finanziaria molto forte e che si è proposta di gestire nel suo complesso l'area della calata Paita. Ovviamente mi riferisco alla parte commerciale che ci sarà e ha manifestato contestualmente il proprio interesse per il waterfront.
Intanto settimi in Europa, in un ambiente altamente competitivo come il Mediterraneo, che è il cuore dell'attività crocieristica nel mondo, è una bella soddisfazione perché i porti che fanno crociere nel Mediterraneo sono moltissimi e quindi credo che sia comunque un risultato positivo. Abbiamo già esaminato gli aspetti ambientali, che sono una parte comunque fondamentale nel rapporto con la città e dal punto di vista dell'accoglienza e dopo la costruzione del molo passeggeri del nuovo molo passeggeri ci sarà un investimento privato importante e fatto dalle tre compagnie che gestiscono il servizio crocieristico alla Spezia. Quindi parliamo delle tre grandi major del settore Royal Caribbean, MSC e Costa, che costruiranno una nuova stazione marittima con un'impostazione molto innovativa, quindi dal punto di vista dell'accoglienza ci saranno sicuramente dei servizi direi d'avanguardia, servizi migliori, servizi anche ambientalmente più sostenibili sia rispetto all'accoglienza degli stessi passeggeri, ma anche rispetto alla città. Penso al tema della viabilità e della circolazione dei pullman e quant'altro. Poi credo che la città debba fare anche di più dal punto di vista del degli esercizi commerciali.
Non possiamo non dire citato l'accordo sostitutivo firmato con LSCT, vogliamo riassumere quali sono i principali contenuti di questo accordo sostitutivo che tanto darà una spinta soprattutto da parte dei contenitori?
Intanto partiamo da una considerazione di premessa che mi pare indispensabile. Veniamo da una fase di stagnazione, cioè una fase sostanzialmente dove gli investimenti nel porto si erano fermati. Questa è un po' la prima considerazione da fare e bisognava capire perché. Posto che fermare degli investimenti nell'ambito di una concessione così lunga come quella di LSCT avrebbe potuto avere delle conseguenze estremamente gravi. Quindi la prima considerazione da fare è che abbiamo evitato una situazione di tracollo, una situazione che avrebbe potuto avere esiti anche drammatici, perché ricordiamoci che la concessione è un contratto dove ci sono degli obblighi da parte del concessionario che debbono essere rispettati, specie in un periodo così lungo come i 50 anni di concessione della LSCT ma se gli investimenti non ci sono si perde la motivazione della concessione. Quindi la mia principale preoccupazione fin dall'inizio del mio mandato, è stato quello di ricercare una soluzione positiva, ben sapendo e ben essendo consapevole di quanta occupazione generasse il Terminal e di quanto vale per l'economia del territorio e di che cosa avrebbe potuto significare in termini fortemente negativi mettere in crisi questo sistema.
Abbiamo parlato anche di occupazione. Quanto è il personale diretto e indiretto? Visto che si è parlato anche di nuove assunzioni, sul mercato del lavoro è facile trovare quelle figure che sono richieste in un sistema così complesso come quello del porto?
No, non è facile. Parto dall'ultima sua considerazione. Ma è proprio per questo motivo che abbiamo sviluppato nei nostri documenti di programmazione una intensa attività, anche di investimento diretto in termini di formazione professionale. Noi a breve daremo vita ad una iniziativa che, in raccordo con tutti gli enti di formazione che ci sono sul territorio, darà una prospettiva stabile e continuativa al tema della formazione portuale nell'anno della formazione professionale nell'ambito portuale, quindi con uno spazio che stiamo acquisendo e che supererà le condizioni di precarietà che attualmente è vissuta dai centri di formazione del territorio, ma che darà la possibilità, per esempio, di avere uno spazio aperto dove poter fare il training sulle macchine operatrici portuali che in completa autonomia, quindi senza andare a dover interferire con le attività commerciali dei terminal e questo sarà quasi un unicum in Italia e su questo stiamo investendo molto proprio per dare una risposta di prospettiva. I numeri sono numeri importanti. Adesso vi offro un'anteprima su uno studio che verrà pubblicato da noi nei prossimi mesi adottando metodologie certificate circa il definire che cos'è diretto, cos'è in indiretto e cosa indotto. Secondo questo studio il porto nel suo cerchio più largo, quindi nella sua più ampia catena di fornitura, fornisce lavoro a 27.000 unità. Quindi, quando si parla di porto bisogna parlare di una dimensione economica di straordinaria importanza. Oggi siamo sulle 2.600 unità dirette che in termini indiretti arrivano sostanzialmente a circa 7.000. Numeri importanti dal punto di vista dell'occupazione che si uniscono ad un'altra valutazione che voglio fare. Le merci che si muovono nel porto, quindi l'interscambio del porto vale circa 20 miliardi di euro che è una Legge Finanziaria dello Stato. Allora credo che per questo il porto vada rispettato.