Ieri mattina una pattuglia automontata della Polizia Locale impegnata nel controllo del territorio, ha seguito nella marcia un ciclomotore condotto da un ragazzo; le cose però non tornavano perché il ciclomotore avrebbe dovuto sviluppare una velocità massima di 45 km/h mentre il tachimetro dell’auto di servizio segnava un valore superiore.
Da qui la decisione di fermare il veicolo a due ruote alla cui guida si trovava un sedicenne spezzino; per effettuare le prove tecniche necessarie ad acquisire le prove dell’anomalia riscontrata, la pattuglia ha scortato il mezzo a due ruote presso un’officina dotata di banco a rulli per misurare la velocità che effettivamente era in grado di sviluppare il ciclomotore; ed ecco che, alla prova dei fatti, il banco a rulli ha rilevato una velocità di 68 kmh, fermandosi a tale valore per preservare la piena efficienza del motore, anche se si sarebbe potuto arrivare ben oltre.
Il ragazzo, in pratica, ha guidato quello che di fatto era un motociclo leggero, tipo di veicolo per il quale, tra l’altro, possedeva la patente di guida. Evidentemente, anzichè acquistare un motociclo 125 ha preferito “truccare” il ciclomotore, non valutando le conseguenze pericolose per sé e per gli altri, dato che in caso di sinistro si sarebbero potuti verificare anche dei guai per ciò che concerne la copertura assicurativa.
Si ricorda infatti che in caso di incidente a bordo di un motorino alterato, anche senza colpa, la compagnia assicurativa può esercitare il 'diritto di rivalsa', chiedendo indietro i soldi del risarcimento.
Essendo il ragazzo minorenne, la sanzione prevista per l’illecito accertato, che va da 421,00 a 1.691,00 euro, è stata verbalizzata a carico della madre; oltre alla sanzione pecuniaria, il ciclomotore è stato immediatamente sottoposto a fermo amministrativo per sessanta giorni.