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Chiesa Ordinariato, il Sottosegretario Pucciarelli: "Quasi un secolo di sostegno prezioso per i nostri militari"

Le radici affondano nella storia millenaria della Cristianità.

 

“Gli inizi di questo mese segnano le ricorrenze dell’istituzione della Chiesa Castrense – quella canonica del 6 marzo 1925 e quella civile italiana dell’11 marzo 1926 – e sono occasione per rinnovare profonda gratitudine a chi, da ormai quasi un secolo, provvede con dedizione e fedeltà alla missione di assistenza spirituale e umana dei nostri militari", rende noto il Sottosegretario alla Difesa Stefania Pucciarelli nell’anticipare gli imminenti anniversari della Chiesa Ordinariato Militare, costituita sul piano canonico con l’elezione del primo Ordinario Militare da parte di Papa Pio XI, con Decreto della Sacra Congregazione Concistoriale del 6 marzo 1925, e su quello civile col riconoscimento legislativo dello Stato Italiano della figura dell’Ordinario Militare sancita dalla Legge 11 marzo 1926 numero 417.

“Le radici della Chiesa Castrense – ha proseguito il Sottosegretario Pucciarelli – affondano nella storia millenaria della Cristianità e nel nostro Paese attingono all’impegno di vicinanza e assistenza spirituale dedicata da molti Sacerdoti ai combattenti delle guerre risorgimentali.
Durante le tragedie della Grande Guerra il contributo dei Cappellani si rivolse in modo più strutturato ai feriti, al conforto dei moribondi, all’assistenza alle truppe, alle popolazioni civili e ai prigionieri. Ben 110 di loro seguirono i propri reparti nei campi di prigionia e ne morirono 93, con atti eroici meritevoli di ricompense al valor militare.
Un impegno di servizio portato con generosità fino in prima linea anche nel secondo conflitto mondiale, quando i Pastori Militari furono mobilitati sui vari fronti di terra e di mare – perfino a bordo di sommergibili – per rincuorare e assistere i nostri combattenti. Molti si sacrificarono nell’esercizio del ministero sacerdotale, con nobili gesti sublimati dalle parole assistere, rincuorare, prodigarsi, abnegazione, coraggio, carità contenute nelle motivazioni delle onorificenze loro concesse.
A guerra conclusa i Cappellani reduci dal fronte, prigionia o internamento rientrarono nelle proprie diocesi e comunità religiose ancora animati da tenace volontà di assistere i rimasti soli, i tanti orfani, malati e poveri; promuovendo la ripresa della pace per tornare a risorgere dalle rovine materiali e morali di un conflitto durissimo".

"Questi luminosi trascorsi uniti alla forza del ministero sacerdotale – aggiunge Pucciarelli – fanno del Cappellano Militare una figura fondamentale all’interno delle Forze Armate con ruoli di prossimità, ascolto e conforto rimasti immutati; condividendo il quotidiano e le difficoltà accanto ai militari, per rasserenarne lo spirito e curarne i mali dell’anima, ma anche sostenendoli nel rischio, ascoltandone i crucci e alleviandone con parole di conforto le nostalgie per gli affetti lontani".

"Oggi come ieri, condivisione e compassione, coraggio e concretezza, dedizione e santità sono i pilastri che continuano ad ispirare l’impegno generoso e discreto dei nostri sacerdoti con le stellette, sempre attento ad adeguarsi alle criticità di contesti che vedono i nostri militari operare in particolari aree di crisi a supporto della stabilità e della sicurezza; come eloquentemente attestano i tempi difficili che stiamo vivendo.
Queste ricorrenze sono perciò propizie per rendere ancora merito alla straordinaria opera quotidianamente esercitata dalla Chiesa Ordinariato, assicurando con profonda dedizione e umanità una funzione delicata, preziosa e insostituibile”, ha concluso Pucciarelli.

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