Dal 29 novembre, con la riapertura della filiale di San Venerio, tutti i 77 uffici postali presenti nella provincia spezzina sono di nuovo aperti. Gli orari, però, non in tutti sono tornati quelli pre-pandemia.
Da questa constatazione, e dalle code che si vedono all'esterno di alcuni uffici, è scaturita la richiesta del Consigliere comunale Guido Melley (LeAli a Spezia) di audire in sede di I Commissione Consiliare i rappresentanti di Poste.
Si torna quindi, a distanza di circa 6 mesi, ad affrontare la questione degli orari di apertura, dei disagi lamentati dagli utenti, della gestione del personale, ma anche della direzione in cui sta andando l'azienda Poste e di quali ripercussioni questo avrà sugli utenti, anche in relazione ed in risposta ai cambiamenti delle abitudini e delle necessità degli utenti stessi.
Come saranno, insomma, le Poste nel futuro prossimo? Quale ruolo avranno gli uffici postali fisicamente presenti sul territorio?
Il punto da cui si è partiti, però, come detto, è quello locale e pragmatico: come promesso lo scorso giugno, tutti gli uffici postali spezzini sono stati riaperti, anche se solo da alcuni giorni e non da settembre, ma certo non tutti hanno ripreso gli orari pre-pandemia. “Pitelli e La Foce – ha sottolineato ad esempio il Consigliere Melley – sono aperti solo 3 giorni a settimana, invece dei 6 promessi”.
Replica Francesco Sichel, Responsabile Relazioni Istituzionali Centrali e Locali Macro Area Nord Ovest di Poste Italiane: “Dobbiamo distinguere tra gli uffici razionalizzati causa Covid e quelli che erano ad orario ridotto per il periodo estivo. Questi ultimi sono tornati tutti a regime, gli altri no, perchè purtroppo l'emergenza continua. Si tratta comunque di decisioni nazionali, non locali: trovandoci ancora in una fase emergenziale, ci sono dinamiche, come ad esempio le quarantene dei figli, che creano difficoltà nell'organizzazione del personale. Nei primi mesi del nuovo anno, ma non posso darvi una data certa, verranno fatte nuove valutazioni in merito all'ampliamento degli orari, anche in base all'evoluzione della pandemia e potrebbe essere fatto uno step ulteriore, ma non ci sono certezze. Sottolineo, però, che si tratta di decisioni prese a livello nazionale”.
Guardando proprio al quadro nazionale, la situazione spezzina, stando a quanto riportato dai rappresentati di Poste Italiane, non è certo tra le peggiori.
“Nel panorama nazionale – sottolinea Pamela Quagliotti, Direttore di Filiale della Spezia - la provincia spezzina, ed in particolare La Spezia, sono in una situazione rosea perchè tutti gli uffici sono aperti ed abbiamo 6 uffici a doppio turno, dei quali 3 in città, e dei 20 uffici alla Spezia solo 2 non hanno ripreso gli orari pre-emergenza”.
Per quanto riguarda le code segnalate all'esterno di diversi uffici, afferma: “Se non fossimo in pandemia e le persone potessero stare ad attendere il loro turno all'interno degli uffici, la percezione sarebbe diversa”.
E aggiunge un dato, a rafforzare la tesi che non ci possono essere le lunghe code lamentate: “La media degli utenti serviti alla Spezia negli uffici fisici è scesa del 50% rispetto al periodo pre-pandemia”. In questo Spezia fa peggio della media italiana, dove il calo è stato del 30%.
Senza dubbio la pandemia ha influito e continua ad influire su queste percentuali, ma non fa che acuire e velocizzare un processo che era già in atto ed indipendente dalla pandemia stessa: “Il calo degli accessi negli uffici è il risultato della modernizzazione e delle nuove tecnologie. Risale al 2018 la prima giornata in cui le operazioni digitali hanno superato quelle effettuate negli uffici fisici”, rende noto Sichel.
Uffici che sono, però, in non rari casi, soprattutto nei paesi e nei quartieri periferici, un presidio importante, con un ruolo anche sociale.
Lo saranno anche in futuro?
“Per Poste gli uffici sono un asset di grande valore – ha sottolineato Sichel - Ora la pandemia ancora non lo permette in pieno, ma cercheremo di riportare le persone nelle nostre filiali, offrendo nuovi servizi come ad esempio le forniture di luce e gas che verranno introdotte a metà del prossimo anno”.
“Noi non abbandoniamo il territorio – ribadisce Pamela Quagliotti – nello spezzino ci sono 77 uffici postali e in ogni comune c'è almeno un dipendente a disposizione degli utenti. Il processo di digitalizzazione va avanti, ma nell'ottica della multicanalità.
Vogliamo mantenere questi presidi territoriali, che rappresentano il nostro core business. Negli ultimi due anni abbiamo avuto un +120% nell'utilizzo dei servizi digitali ed un -30% di presenze di utenti negli uffici, ma non per questo vogliamo abbandonare questi presidi. Poste è il territorio e la gente deve sentire Poste presente. Allo stesso tempo però dobbiamo accompagnare il processo di digitalizzazione che è esigenza della società. Ma voglio rassicurare tutti che non c'è assolutamente la volontà di abbandonare il territorio”.