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Quando la droga è un affare di famiglia In evidenza

Un 42enne incensurato, dopo che la sorella è finita in carcere perché vendeva droga anche dai domiciliari, si trasferisce nella sua abituazione e continua lo spaccio.

L’ultimo arresto dei Carabinieri di Carrara ha confermato che nel mondo della droga gli affari illeciti dei pusher non si fermano mai, anzi quando una pedina viene tolta dallo scacchiere dello spaccio, spesso un'altra prende il suo posto.

A confermare questa “regola” è stato un 42enne incensurato (A.M.), che da qualche settimana aveva cominciato a spacciare dosi di eroina al posto della sorella, che fino a metà aprile era ai domiciliari in un appartamento poco distante dalla centralissima Piazza Alberica, dove era stata denunciata e arrestata ripetutamente, perché continuava a vendere droga direttamente da casa sua.

Per questo motivo, gli abitanti del centro storico che in passato avevano segnalato ai Carabinieri il problema della droga nel quartiere, sono tornati in Caserma per raccontare che purtroppo, dopo alcune settimane di pace, la situazione era tornata quella di prima, compreso il rinvenimento di alcune siringhe abbandonate per la strada.

I militari dell’Arma hanno così ricominciato gli appostamenti nella stessa zona, dove hanno scoperto che paradossalmente i ripetuti arresti della spacciatrice, poi finita in carcere, avevano creato una nuova opportunità di “lavoro” al fratello, che pur avendo un’occupazione vera, si era messo a spacciare eroina per “arrotondare” lo stipendio da muratore.

Dopo aver osservato le losche attività del 42enne, i Carabinieri del Nucleo Operativo sono entrati in azione e lo hanno fermato proprio davanti l’abitazione della sorella, dove si era trasferito da poche settimane, praticamente appena la donna era stata portata in carcere.

Scattata la perquisizione, gli uomini dell’Arma gli hanno trovato nel borsello 15 grammi di eroina, poi quando sono entrati in casa hanno trovato il classico “kit dello spacciatore”, ovvero due bilancini di precisione e vari ritagli di cellophane per preparare le dosi.

Sostanzialmente l’uomo aveva seguito le orme della sorella, ma la sua carriera di pusher è stata molto più breve, infatti come succede nella quasi totalità dei casi, è terminata con l’arresto in flagranza per “detenzione illecita di stupefacenti ai fini di spaccio”.

Al termine dei narcotest sulla droga, i Carabinieri hanno illustrato tutti i dettagli dell’operazione al Pubblico Ministero Rossella Soffio. Processato per direttissima, il 42enne ha patteggiato davanti al Giudice Dario Berrino del Tribunale di Massa una pena a quattro mesi di reclusione e 800 Euro di multa, sospesa con la condizionale.

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