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"Il futuro della centrale Enel è determinante per lo sviluppo economico di tutta la provincia"

Giuseppe Mori: "E’ impensabile che nel 2021 non esistano alternative ecosostenibili da proporre".

 

"Ritengo doveroso fare una breve cronistoria riguardo la Centrale ENEL e la sua storia.
Nel 1962 la costruzione della Centrale Enel di Vallegrande ha rappresentato un grande passo e un nuovo volto per la nostra città, l’Italia era uscita da poco più di 15 anni dalla guerra, ed era necessaria sia per un fabbisogno energetico elevato sia per la creazione di posti di lavoro, e così è stato fatto.

In quegli anni la consapevolezza di quanto i combustibili fossili avessero impattato sull’ambiente era totalmente diversa da quella che è oggi. Il nostro “oggi” si trova a dover fare i conti con un’emergenza climatica spaventosa, quell’emergenza che ci ha portato a firmare gli accordi di Parigi.

Come tutti sappiamo il 30% della Centrale di trova nel Comune di Arcola il restante 70% si trova nel comune Capoluogo.

In data 7 giugno 2013 il comune di Arcola, insieme al comune della Spezia, e alla provincia della Spezia, parteciparono alla riunione avente per oggetto il rilascio dell'A.I.A (autorizzazione integrata ambientale) per la centrale Enel della Spezia. Riunione che si tenne a Roma presso il Ministero dell'Ambiente e che ebbe degli importanti sviluppi: mise finalmente dei paletti e delle regole che la Soc. ENEL era tenuta a rispettare.

Nel corso della riunione fu chiaramente espressa la volontà da parte di Enel di dismettere l'attività.
Da allora e senza mai nessuna smentita ufficiale fu da più parti dichiarato che dal 2021 la Società avrebbe iniziato il suo percorso di smantellamento della stessa. E in quell’occasione nessun rappresentante della società ENEL parlò di una possibile riconversione a gas della centrale stessa.

Tornando ai tempi di oggi, è chiaro che un problema all’ambiente inevitabilmente causa problemi a chi in questo ambiente ci vive, ovvero i cittadini. E parlo di tutti, perché l’aria non conosce confini ed è la stessa per tutti.
Dire e pretendere, oggi, che la centrale Enel da carbone venga riconvertita a gas è una presa in giro per i cittadini e stupro all’ambiante. E’ impensabile che nel 2021 non esistano alternative ecosostenibili da proporre.

Oggi più di prima appare evidente che il futuro dell'area dovrà essere deciso e condiviso insieme ai due Comuni dove la centrale insiste, ma lavorando in sinergia e cercando di far convivere sia la problematica ambientale che quella occupazionale. Va inoltre ricordato a chi parla di occupazione che l'area in questione è una delle più appetibili non solo a livello regionale ma bensì di tutto il Nord Italia.

L’importanza strategica dell’area in oggetto è dovuta sia alle dimensioni dell'area stessa, sia dal posizionamento (uscita dell'autostrada), sia per la sua vicinanza al porto della Spezia e appare evidente che con la conversione dell’area, non esisteranno problemi occupazionali per gli ormai pochi dipendenti che a oggi lavorano nel sito Enel.

Credo che la partita sul futuro della centrale Enel della Spezia-Arcola sia determinante per lo sviluppo economico di tutta la provincia, e reputo che i nostri territori abbiano per decenni dato e pagato sia per questioni ambientali sia per questioni di viabilità ed è giunto il momento di dire basta a questa situazione. Dire basta alla presenza di una centrale che, va ricordato, lavora o meglio produce energia solo per poche ore al giorno e va in funzione solo quando i consumi raggiungono i picchi massima di richiesta e di costo per l'utente".

Giuseppe Mori, esponente del PD

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