Se è ancora incerto se lo Spezia potrà giocare al Picco la prossima stagione, certo è che il progetto per adattare lo stadio spezzino alle norme imposte dalla Lega, in primis il limite minimo di 16 mila posti, non diventerà esecutivo entro giugno e non partirà entro l'anno.
Il progetto, senza dubbio avveniristico, presentato lo scorso dicembre, realizzato dalla milanese Dontstop, resta ancora, infatti, nel limbo dell'incertezza. Molti punti interrogativi si annidano sulla sua stessa realizzabilità in quanto, come emerso dalla Commissione consiliare che si è riunita ieri pomeriggio, il costo previsto, 26 milioni di euro, non è sostenibile dalla sola amministrazione comunale spezzina proprietaria dell'impianto di Viale Fieschi. Servono investitori esterni, privati, in primis ovviamente si guarda alla società Spezia Calcio cui il Picco è dato in concessione. Sulla posizione della nuova proprietà Plateck in merito alla partecipazione a questo progetto, però, non c'è ancora chiarezza.
“Dall'America – ha affermato l'Assessore ai Lavori Pubblici Luca Piaggi – è arrivata una lettera nella quale la proprietà dello Spezia ha manifestato il proprio interesse. Ora dobbiamo stringere i tempi ed arrivare ad un cronoprogramma”.
Insomma, fondamentale sarebbe avere il supporto dello Spezia che, proprio nel periodo in cui è stato presentato il progetto, ha cambiato proprietà, portando l'amministrazione ad andare avanti e fare scelte in autonomia per arrivare, come richiesto dalla Lega, ad un progetto di fattibilità che riguardasse tutto lo stadio.
“Il progetto – ha ribadito Piaggi – è suscettibile di qualsivoglia modifica”.
Modifiche che dovrebbero renderlo tra l'altro più appetibile ad investitori privati. “Un progetto fatto da un ente pubblico non può guardare al puro profitto”, ha replicato Piaggi alle critiche dei consiglieri comunali che hanno sottolineato come il progetto non abbia quelli elementi in grado di attrarre l'attenzione degli investitori, ossia non faccia dello stadio anche uno strumento di marketing sia a livello di conoscenza di brand che vi investano sia a livello più pragmatico della possibilità di avere attività al proprio interno.
L'Assessore ha anche confermato come ci siano stati contatti con lo Studio GAU e con Flex Arena, ma senza poi arrivare a nulla di concreto.
Ovvio però che il soggetto principale al quale si guarda è lo Spezia Calcio e si aspettano quindi notizie dall'America.
Da qui la proposta arrivata dai Commissari di audire la nuova proprietà della squadra, oltre alla richiesta di avere in Commissione in prima persona il sindaco Pierluigi Peracchini che molti Commissari speravano di vedere già ieri, al posto di Luca Piaggi o al suo fianco. Una assenza che dall'esponente PD Marco Raffaelli è stata definita “sintomatica”.
Quella sull'effettivo coinvolgimento ed interesse dello Spezia Calcio in questo progetto è una delle domande che hanno portato alla richiesta stessa di convocazione della Commissione, avanzata da Massimo Lombardi e Guido Melley che così la ha introdotta: “L'anno scorso, con la promozione in serie A l'adeguamento del Picco è diventata una qestione indifferibile. Non vogliamo strumentalizzare la situazione, non vogliamo passi falsi e scarica-barile. Io e Lombardi abbiamo dichiarato che il percorso seguito in questi ultimi mesi dall'amministrazione non ci ha convinto. Il progetto prodotto da uno studio di Milano è avveniristico, ma privo di un vero e proprio studio di fattibilità e di appeal, per quanto ne sappiamo, per eventuali investitori, inoltre ci pare non sia stato condiviso con la società”.
“Questo progetto è davvero realizzabile? I costi, che si attestano sui 26 milioni, sono sostenibili? La quota a carico dei privati è davvero di interesse dello Spezia Calcio o di qualche altra società? La nuova proprietà condivide il progetto? Ci sono state altre manifestazioni di interesse? Ci potrebbe essere une deroga anche per la prossima stagione?”: queste le domande di Melley, condivise da diversi Commissari.
Restano, anche dopo l'intervento dell'amministrazione, diversi punti interrogativi aperti, con la certezza però che ora si debba fare presto.
“Lo Spezia in serie A è un sogno per tutta la città, un'occasione che non possiamo farci scappare, per la ricaduta anche economica che può avere”, ha sottolineato Massimo Baldino, cuiha fatto eco Massimo Lombardi: “La sfida è una sfida di e per tutta la città e non è legata solo al Picco”.
A fare da contraltare è la posizione di Emanuele Corbani: “C'è una forbice tra una squadra che è andata in serie A con merito e una città che di solito regge le serie minori. Oggi non si può andare oltre il rendering”.
Se così sarà o se il nuovo Picco diventerà realtà lo sapremo solo con il tempo, anche se ora il tempo stringe. Servono notizie dall'America e servono a breve.