"Mentre il Paese attraversa una nuova ondata del virus, mentre siamo turbati dalla notizie sulle introvabili dosi di vaccino o ascoltando quanto sostiene il presidente di Confindustria (“Lo sblocco dei licenziamenti serve per assumere”), il Governo rincorre ogni giorno le modalità con cui accedere ai circa 200 miliardi di fondi del Next Generation UE per il rilancio “green” dell’economia.
Rilancio “green” che assomiglia ad una beffa, se guardiamo agli incentivi sull’uso del gas (clima alternante) e alle sue destinazioni (a beneficio del contestato impianto di Saliceti, digestore, ma “bio” ci mancherebbe...) e addirittura alla destinazione di nuovi armamenti “green”!
Nessuno – neppure le cosiddette forze progressiste - che rifletta sul fatto che, in attesa dei soldi che verranno (sotto i pesanti condizionamenti europei), ci sono quasi 300 miliardi disponibili subito e senza condizionalità.
Parliamo del risparmio che oltre 20 milioni di italiani hanno depositato in libretti o investito in buoni fruttiferi postali, raccolti da Cassa Depositi e Prestiti, per oltre 150 anni ente di diritto pubblico e oggi, dopo la sua trasformazione privatistica, con l’81% del suo capitale detenuto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
E’ un risparmio privato, poiché appartiene a ciascun singolo risparmiatore, ma, al contempo, costituisce la più estesa raccolta collettiva di ricchezza, in quanto coinvolge un abitante su tre.
Per quasi 150 anni la gestione di questi risparmi ha seguito una direzione precisa verso l’interesse generale. Cassa Depositi e Prestiti aveva infatti solo due compiti: tutelare il risparmio affidatole dalle persone e utilizzarlo per finanziare a tassi agevolati gli investimenti degli enti pubblici, a partire dai Comuni. Se anche il nostro Paese ha potuto usufruire per qualche decennio di uno stato sociale, gran parte di questo è stato dovuto a questo semplice meccanismo.
Quanta ripresa e resilienza si possono fare con 300 miliardi? Quanti investimenti sul dissesto idrogeologico, la trasformazione ecologica della produzione, il riassetto delle reti idriche, un diverso ciclo energetico e dei rifiuti, una scuola pubblica di qualità, una sanità pubblica territoriale e universale, una mobilità sostenibile?
Oggi Cassa Depositi e Prestiti si comporta come un gigantesco fondo d’investimento privatistico e utilizza il risparmio postale per finanziare anche le aziende competitive sui mercati internazionali, con assoluta indifferenza ai contenuti della produzione. Non a caso ai posti di comando di Cdp, ormai da anni si alternano ex dirigenti di Jp Morgan o di Goldman Sachs.
Anche alla Spezia, queste operazioni si vanno concretizzando. Per la costruzione del nuovo ospedale del Felettino, il privato assegnatario metterà sul piatto 86 milioni di euro.
Ma quel piatto non è suo. Grazie infatti al protocollo d’intesa (sottoscritto da Cassa Depositi e Prestiti con Regione Liguria, ASL 5, IRE e FILSE) il privato otterrà quegli 86 milioni ad un bassissimo tasso di interesse da parte di Cassa Depositi e Prestiti. Cioè da noi!
Lo stesso privato riceverà, in cambio, in 25 anni 242 milioni! Oltre ad altri bei milioni per la gestione del nuovo ospedale. Un affarone senza alcun rischio. Pasqua è per noi sinonimo di resurrezione, ma il suo significato dal greco e poi dall’aramaico vuol dire "passare oltre".
Passiamo oltre questo sistema di cosiddetta crescita competitiva che sviluppa gli egoismi consumeristici e riprendiamoci il diritto di decidere che i nostri risparmi devono essere utilizzati per un nuovo modello di società che metta al centro la cura delle persone".
Rino Tortorelli, vicesegretario regionale di Cittadinanzattiva