"Dopo la mobilitazione del 26 marzo che ci ha visti protagonisti in ben 64 città italiane con "Priorità alla scuola", come Coordinamento Scuole La Spezia intendiamo continuare a mobilitarci per ottenere la riapertura completa delle scuole in sicurezza.
Purtroppo nonostante le parole rassicuranti del Governo, nulla sembra essere cambiato, continua l’incertezza e l’impossibilità di programmare un’attività didattica seria perché i presidenti delle Regioni possono ancora decidere di obbligare alla Dad gli alunni e gli insegnanti che vivono nei territori da loro amministrati.
Noi ci chiediamo perché nel nostro Paese tutto possa restare aperto tranne gli spazi della cultura e della socialità. Perché non si cercano alternative alla Didattica a distanza e quali sono le evidenze scientifiche che supportano la decisione di chiudere le scuole superiori?
Dai dati che ci ha fornito l’Asl 5 (che ringraziamo per la trasparenza che è sempre segnale di rispetto della democrazia), non si evince nessuna differenza nell’andamento dei contagi tra i vari ordini di scuola, numero di contagi che tra l’altro appaiono molto limitati nei vari di ordini di scuola. Forse alla Regione Liguria non arrivano questi dati?
Inoltre, segnaliamo che in occasione dello sciopero del 26 marzo avendo noi chiesto un incontro con il Prefetto, abbiamo potuto avere rassicurazioni dalla dott.ssa Carpanese, in qualità di sua delegata, circa il piano trasporti (già pronto ma sospeso a causa della chiusura delle scuole superiori). Anche il TAR del Lazio ha recentemente intimato al Governo di riaprire le scuole in quanto la loro chiusura non era supportata da dati scientifici.
E allora torniamo a chiedere: perché? Perché questo accanimento sugli adolescenti? Noi pensiamo che si sia deciso, questo sì scientificamente, di chiudere le scuole per poter tenere aperte le grandi attività produttive, con un cinismo che sta minando un’intera generazione: non si tratta solo di perdita di apprendimenti (anch’essa presente e pesante), ma di dati molto preoccupanti che ci parlano di adolescenti tra i quali stanno aumentando a dismisura i casi di autolesionismo, di depressione manifesta e latente, di ragazzi e ragazze che si sono chiusi nelle loro stanze e stanno pagando, più di qualunque altra fascia di età, le conseguenze della pandemia.
Abbiamo chiesto a tutti i sindaci della provincia della Spezia di prendere posizione pubblicamente, di chiedere insieme a noi, a tutela dei loro concittadini più giovani, dati scientifici che giustifichino questa prolungata chiusura delle scuole superiori. Con rammarico e delusione informiamo che nessuno di loro ha sentito la necessità nemmeno di una risposta privata, nessuno di loro ha cercato con il nostro coordinamento un’interlocuzione. Invitiamo invece i genitori, i docenti, gli studenti della nostra provincia a prendere contatto con il nostro coordinamento scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., anche perché le notizie che stanno arrivando dalle varie scuole confermano uno dei timori per cui eravamo in piazza il 26 marzo: il prossimo anno scolastico sono previste classi prime di 28/30 alunni come se le nostre istituzioni considerassero l’attuale fase pandemica una normalità.
Noi continuiamo a chiedere, in assenza di dati scientifici che diano diverse indicazioni, che tutte le scuole riaprano immediatamente, continuiamo a chiedere la riduzione del numero di alunni per classe, un piano straordinario di assunzioni per il personale precario della scuola, la reintroduzione del medico di scuola. Stiamo organizzando altre iniziative di cui a breve daremo notizie".
Coordinamento scuole La Spezia