Nella sala principale del palazzo della Provincia della Spezia è presente un grande e bel dipinto di Felice del Santo che raffigura la foce del Magra e le Apuane.
Della foce del Magra dipinta da Del Santo è rimasto poco: sono scomparsi da tempo gli isolotti ricoperti di vegetazione, così come sono scomparsi i canneti dalla due sponde, sostituiti con moli in cemento a tratti ingentiliti da coperture in legname. A Bocca di Magra la spiaggia e il basso fondale antistanti i resti della villa romana sono stati sostituiti con un porticciolo turistico ben munito.
Ora anche quel pezzetto di lungo fiume risalente ala fine degli anni sessanta, là dove un tempo sorgeva il Sans Facon di Germi e l'approdo con mancina in cui l'Ursus, grosso barcone a motore, scaricava i blocchi di marmo provenienti dalle cave della Palmaria, verrà modificato.
Non è rimasto molto della Bocca di Magra di fine anni cinquanta, luogo di raccolta di intellettuali e di scrittori italiani e nemmeno dei gozzi e delle brucelle da cui i pescatori lanciavano il razzaglio alla foce del fiume. Sembra che le autorità si sforzino di modificare, omogeneizzare il paesaggio, per renderlo fruibile ad un turista dal gusto e dalle esigenze medie, che non vuole sorprese.
Così oltre a metter le mani nei giardini di Bocca di Magra, modificando, ripiastrellando, snaturando quel poco che ancora restava del passato, si è arrivati a strappare i foglietti su cui erano annotate le riflessioni, i pensieri di chi si oppone, per mille ragioni, a queste " riqualificazioni". Non è un comportamento nuovo: lo si vide durante i lavori per la riqualificazione di piazza Verdi, quando qualcuno strappò via i fogli contenenti i pensieri di chi si opponeva, appesi alle recinzioni del cantier.
Come Italia Nostra sezione La Spezia cinque terre , non possiamo che condannare questo comportamento e questa superficialità priva di memoria che nei decenni ha portato alla rovina del paesaggio. Da Bocca di Magra, allontanando la bellezza, si sono via via allontanati anche scrittori, poeti ed intellettuali, dando spazio ad altre categorie di villeggianti per le quali una soletta di cemento è meglio di un canneto. Non è questo ciò che vogliamo per il nostro territorio.
Riteniamo che quanto di naturale ancora è rimasto dopo anni di interventi sciagurati debba essere difeso. Che riqualificazione non sia un sinonimo di cementificazione. Il bacino del Magra, con tutti i rischi idrogeologici connessi con le modificazioni climatiche e con i dissennati interventi umani su di esso, deve esser messo in sicurezza, tenendo sempre fermo il principio della conservazione e della difesa del paesaggio e dei monumenti che su di essi eventualmente insistono.
per il Dierettivo della sezione La Spezia Cinque Terre, Giorgio Di Sacco Rolla