Si è spento nelle scorse ore Don Domenico Lavaggi, che avrebbe compiuto 90 anni a fine mese.
Una grande perdita per la comunità levantese per la quale il sacerdote è sempre stato un grande esempio, un solido punto di riferimento soprattutto per i più deboli e soli e non solo per chi professa la fede cristiana ma anche per chi ha una concezione più "laica" della vita.
Sempre a servizio della sua comunità, ha portato il suo messaggio di uguaglianza, solidarietà e accoglienza indistinta, senza pregiudizi ma pronto ad ascoltare in qualsiasi momento, anche se lo si fermava per strada.
Tra le tante cose nate grazie a lui va ricordata sicuramente la straordinaria avventura del Gisal, l'associazione che assiste i disabili, nata da un gruppo di giovani volontari dopo il terzo pellegrinaggio a Lourdes e che nel corso del tempo, sotto le ali di Don Domenico, ha spiccato il volo ritagliandosi prima uno spazio come centro diurno nella "Casa del fanciullo" e poi costruendo "Casa S. Marta", il complesso polifunzionale in località Le Ghiare dove attualmente il Gisal svolge a tempo pieno la sua attività di assistenza e di accoglienza alle persone in difficoltà.
Il 29 giugno del 2014 l’amministrazione comunale aveva consegnato al sacerdote la medaglia d'oro per i suoi 60 anni di sacerdozio, che viene generalmente attribuita, nella ricorrenza del patrono Sant'Andrea di fine novembre, ai cittadini o alle associazioni che si sono particolarmente distinti nell'attività sociale nel corso dell'anno.
L’ultimo saluto domani pomeriggio alle ore 15 nella Chiesa di Sant’Andrea a Levanto.